Capitolo 7

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La ferita all'occhio le arrecava dolore. Più bruciava, più sangue le abbandonava il corpo. Di questo passo, senza cure mediche, avrebbe perso la vista. Tutti si affrettarono a tornare nella loro dimora provvisoria. Hally venne portata in braccio da Haiky, in quanto ferita. Axel aveva una ferita sul braccio, eppure non se ne lamentava, teneva premuto il tessuto e sperava di non morirne. Felix, invece, si obiettava completamente di aiutare qualcuno. Per tal motivo il ruolo del cavaliere che salva la bella donzella spettava ad Haiky, non che lui ne fosse entusiasta. Il tragitto fu silenzioso, smosso solamente da qualche lieve risata nervosa di Felix accompagnata dalle occhiate con cui guardava Haiky ed Hally, sembrava un serpente pronto a mordere la preda con il suo veleno. Una volta giunti a destinazione, con aria stanca e passo lento, la ragazza ferita venne affidata a Fumiko, Eizan e Lessay. Felix uscii dalla casa, andando a camminare a vanvera nella foresta. Haiky lo vide andar via, tuttavia preferì non seguirlo, credendo volesse stare da solo. Axel andò in camera sua, da solo, tenendo fermo il braccio dolorante. Solo una persona si accorse della sua scomparsa: Jackie. Quel ragazzo tanto femminile dal viso angelico. Axel entrò in camera, sbattendo la porta. Aveva mente annebbiata, il braccio gli procurava un dolore immenso. Si sedette sul letto, scoppiando a piangere. Anche per un folle come lui era difficile, nessuno sapeva cosa si provasse a convivere con un demone.

«Perchè stai piangendo?»

Chiese timidamente Jackie per poi sedersi al fianco del ragazzo più grande.

«Perchè non c'è nessuno a curarmi le ferite»

Sussurrò Axel, per poi asciugarsi le lacrime con la manica della felpa. Lo nascondeva molto bene, eppure, lui era così fragile. Jackie sorrise.

«Beh, io sono qui. Su, fammi vedere»

Il maggiore alzò lievemente la manica della felpa, ma ciò bastò ad avere una completa visione del sangue che gli abbandonava il corpo.

«Deve fare parecchio male»

Sussurrò Jackie, più che una domanda era un sussurro tra sé e sé, tuttavia, Axel gli rispose senza badare al tono della voce.

«Ho passato di peggio. Se vuoi renderti utile, le bende sono nel secondo cassetto, nel comodino a destra, quello in legno»

Il più piccolo si voltò verso il comodino, provocando una leggera oscillazione dei suoi lunghi capelli. Si alzò, prese le bende e tornò al suo posto.

«Mi piacciono molto i tuoi capelli, sai?»

«Grazie, Axel. Piuttosto, togliti la felpa, devo medicarti»

Il più grande rise, togliendosi la felpa, così da permettere al minore di bendargli e disinfettargli il braccio.

«Credevo tu fossi il più forte tra noi»

«Lo sono. Credi davvero io abbia usato tutta la mia forza? Se sei fortunato non vedrai mai pienamente la mia forza. Piuttosto, Rapunzel, non è che la tua richiesta di togliermi la felpa era per altro oltre ad una medicazione? Sai, ci stai mettendo un po' troppo»

Canticchiò il soprannome dovuto ai capelli lunghi del ragazzo, che sbuffò a tale nomignolo.

«Si, si. Come vuoi tu. Comunque, qui ho finito. Quindi me ne vado, non vorrei infastidirti ulteriormente»

«No, dai. Io scherzo, come potrei mai fare senza la tua compagnia»

«Non mi abbindoli con le tue parole, Axel. Però starò qui, sei ferito»

«Stai qui solo perchè ti faccio pena?»

«No, Axel. Sto qui perchè mi importa di te. Sei un tipo così strano, sembra quasi come se avessi due personalità e mi preoccupo per te, perchè io a te ci tengo»

Gli occhi del più grande si fecero liquidi. A nessuno era mai importato davvero di lui.

«A te importa di me, davvero?»

Jackie non disse nulla, lo abbracciò soltanto. Axel si fece rigido: era il suo primo abbraccio. Poi ricambiò, stringendo dolcemente le sue braccia attorno al minore

«Scusa se non so abbracciare bene, è la prima volta che abbraccio qualcuno»

Axel abbassò lievemente il viso, imbarazzato.

«Sei una di quelle persone che, quando abbraccia, oltre ad abbracciare il corpo, abbraccia l'anima»




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