Capitolo 20

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L'ansia partì dallo stomaco, poi risalì lungo la gola, terminò nel cervello. Ogni singola fibra del suo corpo tremava, si lacerava in modo invisibile. Felix, Felix, Felix. Quel solo nome rimbombava come un eco nella sua mente, come chiuso in una gabbia mentale, tutto rimbombava.

«Ho la sensazione che Felix sia in pericolo»

Esordì Haiky. Quella frase tuonò nel ciel sereno.

«Che tipo di sensazione?»

«Come se il mio stomaco si contorcesse e nella mia mente rimbombasse il nome di Felix, come un eco assordante»

«Capisco. Haiky, puoi provare a trovarlo via mente?»

«Certo che posso, Axel.»

Haiky chiuse gli occhi.

«Mi dispiace tanto Felix, usciremo da questa gabbia, prima o poi»

Disse Alan passando lo sguardo sul fratello seduto alla parte opposta della cella

«Perché sei dispiaciuto, fratellino? Sono solo carne in una cella, non lo vedi? Sono carne in una stanza chiusa a chiave, prima o poi finirò sottoterra e tutti saranno dispiaciuti. Ma io proprio non capisco, fratellino. Dispiaciuti per cosa? Sono solo carne in una cella. Niente di più. Niente di meno.»

«È chiuso in una cella, pare essere prigioniero»

«Le uniche celle presenti in questa dimensione sono le cosiddette "Celle Mentali" e se Felix si trova lì è un problema. Quel luogo è accessibile solo ai demoni. Per ritrovare mio fratello dobbiamo evocare un demone, ho un amico, si chiama Enea; lui una volta ne ha evocato uno, dobbiamo andare da lui»

Enea. Un ragazzino triste, seduto sul muretto di una casa abbandonata. Morto per il ragazzo che amava, morto per l'amore della sua vita.

«Axel? Che ci fai qui? E Felix?»

Chiese il ragazzo, avvicinandosi ad Axel. Il ragazzo più grande si avvicinò a lui, abbracciandolo dolcemente.

«Lo hanno preso, amico mio. I demoni hanno preso mio fratello. Sono qui perchè ora sono umano, ricordi, il patto. Ho bisogno del tuo aiuto, abbiamo bisogno del tuo aiuto. Mi è giunta voce che hai evocato un demone, una volta. Ti prego, dimmi come fare, in cambio, il mio amico Haiky può cercare Sebastian. Sai, lui possiede poteri magici, può guardare nelle altre dimensioni, anche in quella dei vivi»

«Va bene, Axel. Sai, questa era la sua casa, nel mondo dei vivi. Sono più che felice di potervi aiutare, veramente, lo sai che adoro quel folle di Felix.»

Haiky si avvicinò allo sconosciuto dai capelli nero carbone. Enea. Era un ragazzo alto, i suoi occhi erano scuri, capaci di scrutare l'anima con un solo sguardo.

«Devi descrivermi questo ragazzo»

«Lui era bellissimo. Sebastian Brown. Capelli biondi, occhi azzurri, basso. All'epoca aveva quindici anni, sono passati dieci anni dalla mia morte, ora dovrebbe averne venticinque. Lui era il mio compagno di morte, alla fine però è stata proprio la morte a dividerci.»

Haiky chiuse gli occhi, nel giro di qualche minuto trovò il ragazzo descritto da Enea. Nonostante i suoi venticinque anni di età il suo viso era ancora giovanile. I colori gli danzavano sul volto. Il suo viso era illuminato dal sole. Un ragazzo a dir poco splendido. Era come se lui fosse il suo stesso sole. Il suo piccolo universo privato. O meglio...Questo è quello che vorrebbe sentirsi dire Enea. Sebastian era in condizioni pessime. Era magro, troppo magro. Sdraiato nel suo letto, sembrava ballare un lento con la morte. «Sebastian, non puoi continuare così. Sono dieci anni che ti trascuri, io ti capisco, però devi pensare a te stesso» Disse una ragazza dai capelli biondi, sedendosi nel letto accanto all'amico. «No, Abbey. No. Vorrei solo raggiungerlo, peccato io sia così codardo»

«L'ho visto»

«Come sta?»

«Non sta»

«In che senso?»

«Si deprime. Mangia poco, non si alza dal letto. Gli manchi tanto. Non mi sorprenderebbe se tra qualche mese vi ritrovaste qui. Non dire nulla, Enea. Dicci solo come evocare il demone perchè tu hai perso Sebastian, ma io non voglio perdere Felix.»

«Okay»

«Okay»

Ripeté Haiky, guardando Enea dritto negli occhi. Imperscrutabile.

«Mezzanotte. Sangue umano, di tutte le persone presenti nel momento del rito. E dovete chiamare il demone da evocare. State attenti, spesso truffano»

Ancora non sapevano che tutto ha un prezzo, anche l'aiuto di un demone.

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