Capitolo 44

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Erano nel bel mezzo della guerra. Avevano già ucciso ventidue anime oscure, ne rimanevano altre quarantatré. Felix puntava al Creatore, desiderava uno scontro diretto contro l'uomo che gli aveva regalato la morte. Axel uccise altri nemici, si muoveva rapidamente, li smembrava e strappava cuori. Jackie uccise un'anima oscura, strappandole il cuore dal petto con un coltello ed ammirandone la consistenza una volta ricevuto l'organo tra le mani. Elvis teneva ancora l'angelo tra le braccia, Emy era ferita e non riusciva a camminare né a volare; reggersi al demone era l'unica delle sue opzioni. Un'anima oscura stava per colpire Jackie alle spalle, ma accadde una situazione a cui nessuno aveva mai assistito prima: un'altra anima oscura difese Jackie. Si trattava di Fumiko che, vedendo il gemello in difficoltà, era riuscita a ribellarsi e ad acquistare un briciolo di lucidità. Gli occhi di Jackie scintillarono alla visione della sorella-gemella. Felix si ricordò di tutte quelle volte in cui, desideroso di affetto, finiva per abbracciarsi da solo le ginocchia; adesso tutto quello gli sembrava così inutile. Il blu tentò di salire le scale che conducevano al Creatore, ma un nemico lo afferrò da dietro, trascinandolo giù per le caviglie e questo rallentò il suo piano; fu costretto a fermarsi per annientare l'anima oscura. Credevano il peggio fosse la battaglia, quello che non sapevano, però, erano i rischi che correvano in caso di vittoria.

Felix raggiunse il Creatore. Era pronto, attendeva quel momento da tutta la sua "vita". Pazzo contro pazzo. Sadico contro sadico. Finalmente avrebbe avuto l'occasione di dimostrare quanto fosse in fiamme la sua anima. Raggiunse l'uomo, che lo attendeva in piedi. Un completo elegante gli copriva il corpo robusto, le braccia muscolose. Gli occhi grigi, così come i capelli. Un insano luccichio gli passò nelle iridi, frizzandogli l'intero corpo, a partire dalla spina dorsale. Felix ricambiò con la stessa luce.

«Sei arrivato, Felix. Ti stavo aspettando.»

Il blu gli rivolse un sorriso bollente, sarebbe stato in grado di incendiarlo con un solo sguardo. Gli occhi sono lo specchio dell'anima. Felix era come un pozzo profondo, puoi immaginare ciò che troverai alla fine, ma non ne avrai mai la certezza. Il minore estrasse due coltelli, passandone uno al suo avversario. Il Creatore sorrise ampiamente, ammirando il modo in cui era cresciuto il suo esperimento.

«Sono qui, Creatore. Allora, iniziamo a giocare?»

Giocare. Che strano termine da utilizzare in una situazione del genere. Era questo che stavano facendo? Stavano giocando? Uno di loro due sarebbe morto. Un gioco, eppure un sacco di suoi amici erano morti. Eizan, Elide, Dipsy, Hally; tutti morti. E Fumiko ci era andata estremamente vicino. Il Creatore impugnò il coltello, sorridendo. Felix fece il primo passo, avvicinandosi verso di lui camminando piano. La statura bassa, i capelli blu, gli occhi color cielo e un coltello in mano assieme ad un sorriso maligno disegnato sul volto. Ma che senso aveva quella guerra? Era solo un gioco tra pazzi, non possedeva alcun senso logico. Lo sapeva Felix, così come lo sapeva il Creatore e lo sapeva Axel. L'adulto schivò il colpo del blu, per poi passare all'attacco. Felix evitò il coltello, provocando all'avversario una ferita alla spalla con la lama. Poco dopo, il Creatore gli strappò a morsi un pezzo di braccio e, come prevedeva, ricevette lo stesso trattamento. Mezz'ora dopo erano ancora lì. Entrambi sfiniti, ma con la voglia di uccidere. Felix aveva sulle braccia il triplo dei segni che possedeva precedentemente e presentava il labbro e l'occhio gonfio. Il Creatore, invece, aveva la camicia strappata e la gamba sinistra gli sanguinava così come il braccio. Al piano di sotto, i compagni del blu, stavano ancora lottando contro le anime oscure. Felix scaraventò il Creatore a terra, posizionandosi sopra di lui.

«Le tue ultime parole?»

«Vai a farti fottere.»

Sussurrò a denti stretti, ribaltando la posizione. Ora era il più grande ad avere il coltello dalla parte del manico. Felix sentiva il suo stesso respiro farsi pesante e affannato mentre lottava contro il suo nemico. Solo il più folle sarebbe riuscito a sopravvivere. Il Creatore teneva il blu bloccato a terra, premuto per la gola, il viso gli divenne paonazzo. Felix allungò la mano, prendendo la sedia presente accanto a lui. Una sedia di alluminio, grigia; lo stesso grigio che si rifletteva negli occhi del Creatore. La sedia colpì il nemico in pieno volto, staccando le sue mani enormi dal collo di Felix. Quest'ultimo sorrise beffardo nel notare la figura del più grande che vacillava all'indietro. Felix impugnò il suo coltello, avvicinandosi a passo svelto verso il suo nemico: non aveva tempo da perdere. Il Creatore riuscì a difendersi, utilizzando la sedia come scudo. Il blu ripensò a tutti gli abusi che quell'uomo gli aveva stampato addosso. Ripensò alle frustate, le punizioni nelle celle, le botte, i fallimenti. Si guardò le braccia, piene di graffi e cicatrici. Strinse il coltello con tutta la forza che possedeva in corpo, le nocche gli divennero bianche, gli occhi lottavano per non uscire fuori dalle orbite. Un insano scintillio dorato gli invase le iridi celesti. Si avventò contro il nemico. Era una furia indomabile, una tigre fuori dalla gabbia, il leone della foresta. I capelli blu erano appiccicati alla fronte sudata, la bocca secca per mancanza d'acqua. I canini esposti, evidenti. Una vena sulla fronte pareva volesse scoppiargli da un momento all'altro. Procurò al creatore una ferita che proseguiva dall'occhio sinistro fino alla mascella. Dopodiché, atterrò l'adulto, facendogli fuoriuscire l'occhio sinistro usufruendo del coltello. Sorrise ampiamente, mentre teneva in mano l'occhio del Creatore. Un occhio grigio e, seppur Felix odiasse ammetterlo, spettacolare. Il Creatore iniziò a sanguinare.

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