⛩Capitolo 42⛩
☯︎︎Sora's POV☯︎︎Namjoon e Jin optarono per riprendere il nostro cammino verso la Terra del drago, ad ovest. Durante il tragitto, Jimin e Taehyung avrebbero dovuto esercitarsi.
La scia rossa proseguiva oltre il lago al centro di Chimera, avviso che avremmo impiegato molto tempo per raggiungere l'altro Eterno. Ogni notte i miei sogni mostravano sprazzi di ricordi che non mi appartenevano, alternati alle parole confusionarie del Guardiano che mi diceva di proseguire il mio viaggio. Capitava spesso che non dormissi per diverse notti e non potevo più contare sul supporto di Jungkook. Più passavano i giorni e più tornavamo come un tempo. Sembravamo di nuovo incompatibili. Eppure, anche solo un suo flebile tocco o un fugace sguardo mi contorceva le budella.
Per fortuna ero distratta dai due nuovi allievi che mi diedero l'occasione di migliorare la mia difesa personale. Jimin era bravo senza nemmeno troppo sforzo, non si impegnava mai del tutto, ma riusciva ad eseguire qualsiasi esercizio.
Taehyung, invece, era problematico. Non dipendeva da lui, ma dal suo potere troppo forte ed imprevedibile. Infatti Jungkook si mise subito all'opera per realizzare loro delle armi, non appena si raggiunse il quantitativo di demoni necessario.
Ci stabilimmo qualche giorno in un piccolo villaggio lungo il confine con la Terra della tartaruga, dove il freddo era più pungente. Grazie a Jimin e alle due doti di persuasione con la moglie di un fabbro, quest'ultimo lasciò che Jungkook lavorasse sulla Nodachi e sull'alabarda che aveva ideato rispettivamente per Taehyung e Jimin. Le tempistiche non erano brevi, specialmente per trasformare le anime dei demoni nel materiale rilucente tanto prezioso.
«A nord del villaggio, ci sono delle pozze di acqua termali. Potete andarci quando volete per rilassarvi.» ci informó il fabbro la sera del nostro arrivo.
Io lo stavo aiutando ad alimentare la fornace in quel momento e non rifiutai la proposta. Nonostante il disagio, cercavo sempre di aiutare Jungkook nel suo lavoro. Così facendo, passavo la maggior parte del tempo a portare legna, carbone e acqua per facilitargli i vari passaggi.
«Più che rilassarmi, dovrei proprio lavarmi.» dissi al signore panciuto che era sporco di fuliggine più di me.
«C'è tutto il necessario lassù. Seguite le lanterne rosse e dite che vi manda Josuke.»
Jungkook mugugnó qualcosa per accettare, ma continuó a dare colpi di martello sulla lama incandescente dell'alabarda. Aveva i capelli scompigliati, la treccia quasi sciolta. Scuoteva il capo per allontanare le ciocche fastidiose dal viso, mentre il sudore le teneva appicciate alla pelle. Sentivo l'impulso di andare da lui e togliere quel fastidio, ma ero frenata dal suo petto nudo e non solo. Come se non l'avessi mai visto senza casacca.
Cercavo di distrarmi, ma la coda dell'occhio mi faceva intravedere fin troppo. Le fasce muscolari in movimento erano visibili sotto la cute imperlata e macchiata di polvere. Conoscevo i muscoli meglio di un libro di anatomia ormai, grazie a lui, il quale trasse un profondo sospiro di stanchezza: gli occhi scuri ridotti a due fessure esauste.
«Riposati un po', hai lavorato abbastanza.» gli consigliai ad un certo punto.
La sua espressione distrutta comunicava che non era soddisfatto della sua bozza, nonostante si stesse impegnando da giorni. Ma lui non demordeva mai. Solo quando mi avvicinai per sciogliere la treccia e raccogliere le ciocche una ad una, legandole in una coda, molló il martello a terra con un tonfo.
La sua pelle scottava.
«Pensavo che non lo avresti più fatto.» mormoró, sedendosi un momento su una specie di sgabello per recuperare un minimo di forza.
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The Eternal☯︎︎j.jk☯︎︎
Viễn tưởngIn un terra lontana, dove gli dei esistono ancora, una ragazza incontra Jungkook per puro caso o volere del destino? Una profezia antica e una forza oscura. I guerrieri prescelti riusciranno a proteggere il loro mondo? ☯︎︎Edit e copertina by me☯︎︎