Nessun inverno è eterno

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capitolo 14

☯︎︎Jungkook's POV☯︎︎

Il mutismo di Sora mi fece accorgere dopo un bel pó della sua assenza. La chiamai più volte, ma ricevetti solo la mia eco come risposta. Tornai indietro ripercorrendo le orme nella neve, finché non vidi qualcuno tra la nebbia, chino vicino ad un'albero. Era una donna che ne sorreggeva un'altra, mentre una scia bianca collegava i loro visi. Riconobbi subito i vestiti di Sora e mi lanciai contro la sconosciuta senza pietà. Questa svanì come polvere, non appena la trafissi con il pugnale. Sora era priva di sensi, bianca come il paesaggio intorno a noi e soprattutto fradicia.

Merda.

La caricai sulle spalle e corsi sulla salita alla ricerca di un rifugio. Se tutto ciò non fosse bastato, il cielo continuò a peggiorare. Qualche fiocco di neve inizió a cadere lentamente, quando per fortuna avvistai una casetta di legno su un lato del sentiero. Aprii la porta con un calcio e posai subito Sora sul pavimento per occuparmi del fuoco.

Quei posti erano davvero indispensabili perché avevano tutto l'occorrente per la sopravvivenza. Un cartello invitava i viaggiatori a rispettare il luogo, per far sì che altre persone potessero usufruirne in futuro. Infatti c'erano già alcuni tronchi impilati in un angolo e così accesi subito il fuoco nella rientranza al centro della stanza.

Svestii Sora velocemente, prima che il tessuto bagnato si congelasse sulla sua pelle. Quando rimase solo la sottoveste umida, tentennai un momento. Però, dovevo mettere da parte ogni etica e pudore, se si trattava della sua salvezza. Chiusi gli occhi, finché potevo, e poi la ricoprii con le coperte cercando di scaldarla. Distesi i capelli sul pavimento verso il faló con la speranza che potessero asciugarsi un po'.

<< Sora? >> le schiaffeggiai la guancia delicatamente. << Svegliati, forza. >>

Tirai un sospiro di sollievo quando arricció il naso e poi mi guardò tramite la fessura stretta delle sue palpebre.

<< Cosa è successo? >> chiese con un filo di voce.

<< Un demone ti ha attaccato, ma adesso sei al sicuro. >>

Volse la testa verso la fonte di calore e poi sussurró che le dispiaceva. Si accoccoló tra gli strati di tessuto e pelliccia e richiuse gli occhi, ma sembrava tranquilla. Intanto all'esterno nevicava abbondantemente e pregai che non aumentasse troppo.

La mattina dopo, delle lunghe stalattiti di ghiaccio pendevano dal bordo del tetto esterno, segno che la temperatura era calata ancora. Sora aveva ripreso colorito in volto, persino le labbra non erano più violacee. Forse era normale che si sentisse debole e stanca. Ravvivai il fuoco mentre mangiavamo una zuppa insapore, ricavata da un mucchio di neve sciolta dentro una pentola. Non aveva detto niente sul fatto che l'avessi spogliata e, alla fine del pasto, si alzó per recuperare i suoi vestiti ormai asciutti. Ma barcolló sbattendo le ginocchia sulle assi di legno.

<< Sto bene, tranquillo. >> disse, cercando di rimettersi in piedi quando mi inginocchiai accanto a lei.

Accarezzai i suoi capelli per controllare che non fossero più bagnati e, così facendo, sfiorai la sua fronte. Era bollente. Lei si scansò, ma le afferrai le spalle e la scossi appena.

<< Sei una stupida! Perché non mi hai detto niente? >>

<< Ti ho fatto preoccupare abbastanza, non mi sembrava il... >>

La interruppi, non capiva la gravità della situazione. << Devi stare al caldo e non fare sforzi. >>

Distolse lo sguardo dispiaciuto e poi si strinse le coperte addosso. Mi chiese di voltarmi perché voleva rivestirsi da sola. Dopo di che, la invitai a sedersi davanti al fuoco, cosí avrei potuto occuparmi dei suoi capelli. Tagliai appena la punte rovinate con la lama di un pugnale ben affilato e poi li scompigliai un po' perché erano ancora umidi.

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