⛩Capitolo 9⛩
☯︎︎Jungkook's POV☯︎︎
Jimin era sempre un ottimo compagno di bevute. Per colpa sua non vedevo l'ora di vederlo per rilassarmi almeno per un po'. Mi dolevano i muscoli più del solito perchè quel pomeriggio mi ero allenato molto con la katana che avevo appena finito. Con la scusa di testarne la maneggevolezza, riuscivo a scampare un rimprovero duranti i miei allenamenti; volevo essere capace di difendermi da solo.
A volte sognavo ad occhi aperti, proprio come un bambino, di combattere in gloriose battaglie insieme ad un esercito di impavidi samurai. Mi affascinava il loro credo e il loro stile di vita, sebbene tosto. Ma il mio destino era invecchiare in quell'officina, per cui mi impegnavo ogni giorno per rendere almeno sopportabile la mia vita.
Allo stesso modo faceva Jimin fuggendo da palazzo appena ne aveva la possibilità. Al calar del sole fingeva di ritirarsi nella sua stanza per poi scavalcare le mura lungo il perimetro e raggiungermi alla solita locanda. Lo avevo conosciuto diversi anni prima proprio nella dimora della sua famiglia grazie ad una grossa commissione. Il mio padre adottivo mi aveva portato con sè perchè ero il suo miglior allievo e voleva fare una buona impressione. Venni sgridato in seguito per aver giocato un po' con il figlio del principe nel cortile mentre gli adulti discutevano di lavoro.
Da lì, tutto era cominciato nonostante le nostri differenze sociali.
I figli dei nobili potevano uscire da palazzo solo con un'autorizzazione e con le guardie, soprattutto per un fatto di sicurezza. Invece Jimin desiderava la libertà di divertirsi come meglio credeva insieme a me. Quella sera, infatti, bevemmo un po' troppo perché spesso riuscivamo a farci offrire delle bevute dalle ragazze. Lui era un adulatore nato, soprattutto da ubriaco. Ammaliava qualsiasi persona con il suo fascino regale. Infatti accalappiammo due ragazze, apparentamene altolocate, con non troppa fatica ed uscimmo dalla locanda insieme ad una bella sbornia. Stavamo ridendo talmente tanto che non ci accorgemmo del tramonto, tanto meno del cambiamento climatico. Il cielo si era oscurato, ma dei tuoni in lontananza illuminavano le nuvole nere a tratti. La ragazza che camminava accanto a me era bellissima: capelli corvini come la notte le sfioravano i fianchi, la pelle candida quasi diafana, la bocca rossa e carnosa.
La tempesta si avvicinava lentamente, ma a noi non importava.
Entrammo in un vicolo secondario per appartarci, Jimin si accucciò a terra stroncato dai conati di vomito e lì tutto accadde in un secondo. Un grido agghiacciante attraversò la strada buia, ma l'assenza di luce mi impedì di vedere cosa fosse successo. Udii solo un fruscio sinistro dietro alle mie spalle e poi una cosa ispida mi stritolò il collo. La mancanza d'aria mi offuscò la vista per diversi istanti, finchè non vidi Jimin schiacciato contro la parete di una casa da qualcosa di spaventoso. Zampe enormi e pelose trattenevano entrambi in una morsa letale impedendoci persino di gridare aiuto. Ogni mio vano tentativo di fuga si represse quando vidi il ragno ripugnante che stava attentando alla nostra vita. Non capii da dove fosse comparso, ma poi la sua testa raccapricciante venne illuminata dall'ultimo raggio di luna all'improvviso: era un jorogumi, un demone ragno.
<< Che bei bocconcini... >> gorgogliò il mostro con il volto bellissimo della ragazza.
<< Bastarda... >> mormoró Jimin con un filo di voce.
Entrambi ci dimenavamo in tutti modi possibili senza un risultato. Pensai che non potesse andare peggio, invece mi ricredetti quando inizió a piovere e tuonare sopra di noi. In pochi istanti l'aria si elettrizzó, saette violente riempirono il vicolo accecandoci.
Il ragno abnorme molló la presa su entrambi per concentrarsi su una bestia ringhiosa poco lontana. Grazie ai lampi intravidi una specie di lupo grigio i cui occhi brillavano come due zaffiri sotto al sole. Rimasi interdetto quando balzó in avanti non per attaccare noi, ma per mordere una zampa del jorogumo. Un fischio acuto mi spaccó i timpani tanto da obbligarmi a coprire morbosamente le orecchie: il demone strideva dal dolore. Nel frattempo aiutai Jimin a rialzarsi, il quale sembrava ferito solo lievemente. Entrambi guardavamo la scena attoniti e terrorizzati finchè una scarica di fulmini non si abbattè su tutti noi.
Non percepii il minimo fastidio come molto tempo prima insieme a mio fratello, ma non potevo dire lo stesso per i restanti. Il ragno giaceva con le zampe rivolte verso il cielo piovoso mentre una nuvola di vapore si spargeva nell'aria. Jimin era svenuto a terra tra le pozze d'acqua fangosa, invece il lupo mi fissava digrignando i denti affilati. Istintivamente riuscii a ritrovare una giara nascosta sotto al mio kimono e puntarla verso l'animale che stava balzando su di me. In uno schiocco di dita, venne risucchiato dall'apertura e scomparve.
Richiusi subito il tappo ed imposi un sigillo sul fondo della fiaschetta facendola surriscaldare. Mollai la presa non appena mi accorsi che le mie dita frizzavano. Infatti una rete di piccole saette collegava i miei polpastrelli come se il temporale si fosse spostato nelle mie mani. Non ebbi il tempo di pormi troppe domande perchè vidi la ragazza che aveva accompagnato Jimin immersa in una pozza di sangue nella penombra. Tentai di mantenere la calma e ragionare sul da farsi, ma uno scalpiccio frettoloso raggiunse la strettoia.
<< Che sta succedendo lì? >> la voce greve di un uomo sovrastrò il rumore incessante della pioggia.
Non servì rispondere perchè quando il gruppetto di uomini si avvicinò, io ero l'unico in piedi. E soprattutto circondato dai fulmini.
Fui sbattuto in una cella umida e sporca nonostante avessi tentato di spiegare l'accaduto, ma chi avrebbe creduto ad un orfano? Inoltre, non sapevo nemmeno io come fosse possibile tutto ciò. Mi rigiravo le mani alla ricerca dei fulmini di poco prima, ma niente. Eppure quegli uomini l'avevano vista persino scomparire nella mia pelle.
In poche parole, fui condannato alla pena di morte. Nessuno osò protestare, nemmeno la mia famiglia adottiva. Il processo avvenne nella piazza principale del villaggio, dove tutti erano presenti. Non avrei mai dimenticato i loro sguardi di disprezzo, i loro insulti sussurrati. Mio "padre" sputò persino a terra mentre le guardie mi trascinavano per le catene. Le spine sui polsi mi bucavano di continuo, ma quella era la punizione per essere una creatura pericolosa.
Un demone.
Durante la mia ultima notte da vivo, arrivai a rassegnarmi. La mia vita, infondo, non era così speciale o preziosa da valere la pena di sperare in un miracolo. Contai le ore pregando che arrivasse il mattino rapidamente e farla finita una volta per tutte, quando un cappuccio sbucò dall'ombra del corridoio silenzioso.
<< Cosa ci fai qui? >> mormorai allarmato a Jimin che girava le chiavi nella serratura arrugginita.
<< Ti libero, ovvio. >> rispose di fretta mentre apriva la porta cigolante.
<< Come hai fatto con le guardie? E poi ti accuseranno subito se non mi trovano domatti->>
<<Piantala e muoviti, altrimenti ho rischiato per nulla. >>
Mi spinse sulla schiena per tutto il corridoio vuoto, senza capire come si fosse sbarazzato delle guardie armate. Uscimmo nella notte incolumi fino a raggiungere il tori del villaggio che si stagliava sul buio pesto.
<< Prendi questo. >> legò la giara con il sigillo alla mia cintura e la nascose sotto al kimono. << Potrebbe servirti, mi raccomando corri il più lontano possibile. >>
<< Jimin, aspetta. Io non- >>
Mi interruppe con un indice a tappare le mie labbra secche. << Verso Est troverai più velocemente il confine con la Terra della Fenice. Oltrepassalo, ma non ti fermare per nessuno motivo al mondo, anche se non si prenderanno la briga di seguirti. Ora va'! >>
Mi gettò oltre la porta rossa con un'ultima spinta, poi sparì tra le case di legno come un ninja. Quella notte e il giorno dopo camminai senza sosta, l'unica forza che mi sosteneva era il dovere di ripagare la mia vita.
Dovevo vivere solo per Jimin.
Purtroppo era stato impossibile spezzare le spine intorno ai miei polsi ed ero riuscito a mangiare solo delle bacche di sporadici cespugli. E così in preda alle allucinazioni ero svenuto nella steppa senza nemmeno un lamento.
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Angolo autrice:
Mi dispiace aver lasciato in sospeso questa storia, ma mi sto dedicando a Let us light ip the night per concluderla il prima possibile e tornare su questa!
Avevo scritto già capitolo, però pensavo di aggiungere qualcosa..alla fine è rimasto così, un po' corto.
È una parte utile alla storia, spero vi piaccia!
A presto!!Purple you 💜
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The Eternal☯︎︎j.jk☯︎︎
FantastikIn un terra lontana, dove gli dei esistono ancora, una ragazza incontra Jungkook per puro caso o volere del destino? Una profezia antica e una forza oscura. I guerrieri prescelti riusciranno a proteggere il loro mondo? ☯︎︎Edit e copertina by me☯︎︎