Daechwita

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capitolo 13

☯︎︎Jungkook's POV☯︎︎

Mentre l'imperatore sguainava la katana, io stavo elaborando un piano di fuga. Peccato che non ne vedevo una. Il portone alle nostre spalle era chiuso e sicuramente ben sorvegliato dalle guardie all'esterno. L'unica soluzione era raggiungere la porta dall'altra parte della sala, dove erano usciti i servitori poco prima. Il problema più grande era la difesa, non avevo nemmeno un'arma con me; solo un misero pugnale sotto il kimono completamente inutile. Potevo lanciarlo, ma l'imperatore avrebbe chiamato rinforzi non appena ferito. Spinsi Sora dietro di me continuando ad allontanarci per guadagnare tempo. Poi la katana roteò nell'aria e per miracolo parai il colpo con il pugnale. Mentre le nostre lame stridevano l'una contro l'altra, intravidi dei tratti rossi sul polso dell'imperatore per colpa della manica larga che calò sul suo avambraccio. Con una spinta improvvisa lo spostai all'indietro e poi incassai altri fendenti rimanendo illeso. Così riuscii nel mio intento di vedere con chiarezza il simbolo della luna marchiato sulla sua pelle. Eravamo alleati, ma lui continuava ad attaccare con lo scopo di uccidermi. Stavo per urlare tutta la verità, quando una voce arcana si insinuò nella mia mente rischiando persino di prendere un fendente in pieno petto.

<< Non fidarti di lui. >>

Scartai di lato guadagnando una piccola distanza e per un istante misi da parte tutto l'astio che provavo nei confronti di Raijin; avevo bisogno della sua forza. Ordinai a Sora di chiudere gli occhi e poi lasciai che i fulmini prendessero possesso del mio corpo. L'imperatore fu sorpreso dalla luminosità eccessiva che lo costrinse a coprirsi gli occhi, infine una saetta lo stordì. Non era proprio il mio intento, ma non avevo idea di come controllare quel potere. Mi accontentai del risultato ed acchiappai il polso di Sora per trascinarla fuori da lì. Non sapevo cosa stavo facendo nè dove avevo intenzione di andare. Oltrepassai una porta che si apriva su un corridoio momentaneamente deserto, finchè una coppia di servitori svoltò l'angolo all'improvviso. Ci guardarono dubbiosi.

<< Abbiamo finito con l'imperatore, se volete scusarci... >> dissi ed cercai di camminare con non troppa fretta.

<< Perchè le guardie non vi stanno scortando? E poi quella non è l'uscita. >>

Sentii appena la voce del più anziano perchè avevo iniziato a correre. Quei corridoi sembravano tutti uguali ed avevo l'impressione di girare in tondo. Guidavo Sora allo sbando, mentre iniziavo ad avere il fiato corto per lo sforzo e per l'agitazione. Dopo l'ennesimo vicolo cieco, udii delle grida concitate provenire da alcune stanze lontane e rumori di armature pesanti che si spostavano velocemente. Ci stavano cercando. Il baccano diventava sempre più vicino, mi sarei aspettato di vedere un branco di soldati spuntare da dietro l'angolo.

<< Jungkook? >> mi chiamò qualcuno, una donna.

Un ventaglio rosa apparve da una fessura di una porta scorrevole che non avevo nemmeno notato. Un indice si piegò verso la sconosciuta invitandomi ad entrare e mi fidai senza farmelo ripetere due volte. La porta venne richiusa velocemente e la riconobbi solo quando si voltò verso di noi.

<< Nobile Inoue... >>

<< Che fortuna averti incontrato. >> ammiccò impunemente e sentii le dita di Sora stritolare le mie. << Ho saputo che eri stato portato qui, mi sono preoccupata. >>

Esagerò la sua smorfia addolorata come un'attrice di teatro e poi notò Sora come se fosse apparsa solo in quell'istante.

<< Dalle vostre facce direi che state scappando. Non mi interessa cosa è successo, ma non posso permettere che tutto questo bendidio vada sprecato. >> disse spostando il ventaglio chiuso dall'alto verso il basso davanti a me. << Non potrete tornare indietro, l'imperatore vi cercherà per tutta la terra della Fenice. Dovete prendere un'altra strada, più faticosa ma più sicura. >>

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