Una vita per una vita

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Capitolo 7

☯︎︎Sora's POV☯︎︎

Mi vestii alla velocità della luce e poi sgommai verso l'esterno della locanda per saltare alle spalle di Jungkook. Cercai di coprirlo con il suo kimono, ma lui si dimenava come se fosse improvvisamente allergico ai vestiti.

<< Sei impazzito?! >> dissi alzando la voce << Ma cosa ti prende oggi? >>

<< Ho voglia di tofu. >>

Mi bloccai un momento perchè non capii il nesso della sua risposta. Aveva sempre un appetito insaziabile, però adesso stava esagerando. Non lo riconoscevo. Gli ordinai di rivestirsi e sorprendentemente obbedì senza protestare, tranquillo e beato. Volevo tornare indietro per recuperare almeno un paio di geta, ma lui proseguì scalzo verso la strada affollata.

<< Mi spieghi cosa sta succedendo? >> chiesi tirandolo per un braccio.

<< Vado a procurarmi del tofu. >> rispose semplicemente senza fermarsi.

Persino le sue movenze erano differenti, aveva un'aura strana attorno a sè che non comprendevo. Ma non ero il tipo di persona che lascia perdere, dovevo arrivare in fondo alla questione. Continuai a strattornagli il polso invano finchè non mi spazientii.

<< Se non parli, inizio a gridare proprio qui davanti a tutti. >> lo minacciai sperando che funzionasse.

Eravamo nella strada principale, molto frequentata in quel momento. C'erano mercanti, cantastorie, mendicanti e persone che compravano il necessario per la giornata. Per fortuna la locanda era in un vicolo secondario e nessuno lo aveva visto senza veli, altrimenti ci avrebbero rinchiuso come pazzi da manicomio.

<< Oh, sì. >> esclamò arrestandosi di botto. << Fammi sentire di nuovo le tue urla. >>

Una signora di passaggio si voltò verso di noi con un'espressione sconvolta. Ed io non ero da meno.

<< Che cosa...? >> riuscii a balbettare solamente.

Nei suoi occhi guizzò un lampo di divertimento misto a provocazione. Poi si passò la lingua sui denti mostrando ancora una volta quanto fossero appuntiti. Forse era un vampiro, a quel punto.

<< Mi piaceva come gridavi il mio nome mentre ti possedevo. >>

Il mio cervello diede forfait e non si sarebbe mai ripreso se non fosse stato per un cane che si avvicinò a noi. Era un bel meticcio nero che annusò la mia caviglia con attenzione. Jungkook balzò all'indietro non appena lo vide e lo puntò con l'indice tremante.

<< Un cane! >> strillò con la voce acutissima.

Persino l'animale si spaventò. Cominciò a ringhiare arricciando il naso ed abbassando le orecchie. Non fu tanto la reazione del cane ad insospettirmi, quanto quella di Jungkook. Adorava gli animali, ogni volta che ne vedeva uno accorreva per accarezzarlo. I cani erano i suoi preferiti, lo avevo capito persino io. Si accendeva come un bambino quando ci giocava assieme e sorrideva con l'affetto negli occhi. Ora, invece, tremava e si allontanava lentamente come se quel povero cagnolino potesse attaccarlo da un momento all'altro.

<< Akamaru! Torna qui! >> lo richiamò uno sconosciuto da lontano.

Era un uomo calvo con un lunga tunica e un lungo bastone di legno in una mano. Venne verso di noi sbatacchiando i diversi pendagli che arricchivano le cima dorata dell'asta. Akamaru puntava Jungkook scondinzolando con veemenza e così l'uomo alzò lo sguardo corrucciato su di lui.

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