Eravamo navi nella notte

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Capitolo 6

☯︎︎Sora's POV☯︎︎

Era evidente che ci stavamo avvicinando alla principale zona urbana perchè i villaggi diventavano sempre più ampi e popolati. Non appena varcavo il grande tori* rosso dell'ingresso sospiravo di sollievo, almeno potevo scambiare due chiacchiere con qualcuno che non fosse un cavallo.

Sì, avevo iniziato a conversare con Raiden pure di non rivolgere una parola a Jungkook. Peccato che un animale non dà molto contributo al dialogo, se non qualche sbuffo o verso spazientito.

La prassi voleva che Jungkook si dirigesse subito a vendere quei miseri demoni che riuscivamo a catturare usando me come esca. Potevo ritenermi un'esperta cacciatrice di Kappa adesso, ma questa volta avevamo persino un piccolo tanuki* e una kitsune* comune. Tutto ciò senza fiatare, poteva essere quasi una dote. Tutta quella quiete mi metteva ansia, invece Jungkook si crogiolava nel suo silenzio, come non avesse visto l'ora di farmi tacere una volta per tutte.

Alla fine riuscivamo sempre a ricevere un piccolo sconto sul soggiorno nelle locande in cui pernottavamo. Mi bastava togliere le fasciature che mi strizzavano il seno prima di entrare nel villaggio e spostare la scollatura del mio kimono scolorito. Sceglievamo, infatti, gli alloggi con proprietari uomini e in quel modo ero utile a Jungkook. Ma, una volta sistemate le nostre poche cose nella stanza, lui se ne andò per chiedere delle informazioni al locandiere. Mi appostai poco lontano dal bancone vicino all'ingresso ed allungai l'orecchio per origliare. C'erano troppi chiacchiericci che coprivano la conversazione dei due, ma capii dai gesti di Jungkook che non voleva essere ascoltato. Si controllava spesso le spalle come se temesse di poter essere attaccato da un momento all'altro. Poi sparì verso l'esterno facendo frusciare il suo kimono che avevo lavato qualche giorno prima.

<< Scusate, signore. >> affinai la voce mentre mi avvicinavo al proprietario. << Potrebbe dirmi cosa vi ha detto quel ragazzo poco fa? >>

I suoi occhi indugiarono sulla mia scollatura quando mi sporsi in avanti sul bancone. << Ecco, sarebbero informazioni private... >> rispose deglutendo a vuoto.

<< Davvero? Noi siamo compagni di viaggio, quindi potete dirmelo. >>

<< Veramente mi ha chiesto di non farne parola, soprattutto con te. >>

<<Chissà cosa vi ha raccontato di me, mi tratta sempre come una pezza. Io invece... >> mi lagnai un po'.

Alla fine gli uomini sono tutti uguali nonostante epoche diverse, avevo imparato.

Infatti l'uomo tentò di non farmi piangere, ma mi calai così bene nella parte che i miei occhi si inumidirono davvero. Dopo un po' di piagnistei e la scollatura accidentalmente sempre più spostata, raggiunsi il mio obiettivo. Il signore mi disse che Jungkook gli aveva chiesto come raggiungere il prossimo villaggio a cavallo, percorrendo una strada poco frequentata ma agevole. Non capii il perchè della domanda, almeno finchè non seppi che aveva intenzione di partire all'alba. Il caso voleva che, però, avesse già pagato la stanza per due notti.

Quel bastardo.

Voleva abbandonarmi lì senza Raiden, addirittura.

Ringraziai l'uomo con un occhiolino, poi mi preparai a sorprendere Jungkook in flagrante. Per tutto il giorno non lo vidi, e forse fu meglio così. Ero talmente arrabbiata con lui che non sapevo come avrei reagito parlandogli. Quanto doveva essere crudele per abbandonare una ragazza in una terra sconosciuta? Non cenammo nemmeno insieme, così potei rassettare la mia bisaccia senza essere vista da lui. Quando Jungkook rientrò, io ero già sotto le coperte fino al mento e finsi di essere addormentata. Si muoveva adagio per non produrre nemmeno un rumore, ma lo scricchiolio delle assi di legno riuscii a farmi intuire le sue mosse. Quando raggiunse la porta scorrevole, uscii dal mio nascondiglio spaventandolo a morte.

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