Una luna storta in cielo

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Capitolo 44
☯︎︎Jungkook's POV☯︎︎

«Se questo ti rende felice, puoi farlo quando vuoi.»

Scosse piano la testa. «Non è giusto...e poi mi farebbe ancora più male.»

Per me, era impossibile comprendere cosa stesse provando. Nei suoi occhi sembrava esserci la vergogna per aver ceduto ad un impulso troppo forte. Allo stesso tempo leggevo la disperazione che l'aveva spinta a baciarmi, cosciente del dolore. Ma mi domandai come fosse possibile provare qualcosa di così intenso nei miei confronti. Avrei voluto chiederle cosa ci fosse di amabile in me, cosa le piaceva talmente tanto da comportarsi in quel modo.

Perché avrebbe dovuto amare una persona come me? Cosa avevo di diverso rispetto agli altri?

Io che ero sempre stato il ragazzo strano, poco socievole e scontroso. Quello che nessuno avrebbe voluto accanto perché era stato venduto persino dalla sua famiglia e tradito da suo fratello. Lo stesso che tutti avevano condannato a morte, mentre gli sputavano addosso offese e sguardi schifati.

Cosa c'era di buono in me?

Sora indietreggió sulle ginocchia tentando di liberarsi dalla mia stretta. Continuava a piangere senza freni, probabilmente stava buttando fuori tutto ciò che aveva tenuto sepolto dentro di sè.

Erano diversi giorni che non riposava bene per colpa degli incubi, i suoi ricordi erano ancora confusionari e senza un'apparente logica. Doveva essere terrorizzata all'idea di non sapere quale fosse il suo vero passato e soprattutto il suo futuro. Con il mio rifiuto, le avevo dato il colpo di grazia. Mi aveva sempre raccontato tutto, invece adesso faticava persino a parlarmi.

«Ascoltami.» le dissi con fermezza, aumentando la presa intorno al suo viso.

Scosse il capo per farmi capire che qualsiasi mia parola sarebbe stata inutile, ma andai avanti.

«Ti ho regalato questo perché non volevo perderti. Te lo ricordi, vero?»

Finalmente catturai la sua attenzione, quando toccai il campanello che brilló tra i suoi seni. Le sue iridi lucide racchiudevano la mia immagine riflessa ed il luccichio azzurrino.

«Per me non è cambiato niente. E sarà sempre così.»

Le sue labbra tremarono.

«Vorrei...»balbettó a fatica. «Vorrei solo non essermi innamorata di te...»

Mi sentii sprofondare in quel momento, come se qualcuno avesse appena tolto le assi da sotto ai miei piedi. Rimasi a guardarla piangere per qualche attimo e poi le lasciai un bacio di conforto sulla fronte; non potevo fare altro. La aiutai ad alzarsi e tornammo verso il nostro alloggio, mentre la pioggia continuava a cadere, mano nella mano.

Nella capanna c'erano solo Namjoon e Taehyung che avevano sistemato i futon per tutti. L'ex consigliere guardó entrambi con gli occhi torvi e poi sembró comprendere, invece l'altro non fece una piega.

Sora si era calmata, ma il suo viso devastato era fin troppo visibile persino con un piccolo faló al centro della stanza. Abbandonó la schiena contro la parete come se fosse esausta e probabilmente lo era davvero, fuori e dentro.

«Ti ammalerai se non asciughi un po' i capelli.» la avvisó Namjoon.

«Ho troppo sonno...»

«Ci penso io, vieni qui.» mi proposi, seduto di fronte al calore.

Sora obbedì, ormai rassegnata. Si sdraiò accanto a me per posare il capo sulla mia coscia, il viso rivolto verso il mio bacino. Non appena iniziai a ravvivare i capelli per velocizzarne l'asciugatura, il suo respiro si fece più pesante e regolare. Si rannocchió contro la mia gamba, come se fosse un cuscino morbido, ed io sorrisi di fronte alla sua ritrovata serenità. Anche se, la sua frase continuava a rimbombarmi nella testa, più forte dei tuoni durante una tempesta.

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