The Eternal☯︎︎j.jk☯︎︎

Troppo importante

⛩Capitolo 54⛩
☯︎︎Sora's POV☯︎︎

Ero talmente frastornata che persino i miei sogni erano confusionari. Una voce mi parlava nel buio totale, sprazzi di parole che non sembravano avere alcun senso. Quando mi svegliavo, sentivo il corpo dolere da capo a piedi. Il problema più grande era il cambio delle bende e la pulitura della ferita. Mi ritrovavo ad urlare come una dannata quando Seokjin mi medicava il collo, nonostante la sua manualità e delicatezza. La febbre fu inevitabile, soprattutto per colpa della stanchezza che non riuscivo a recuperare con il sonno.

Un pomeriggio in cui la temperatura era salita molto, Jungkook si prese cura di me come non faceva da tempo. Cambiava continuamente lo straccio bagnato sulla mia fronte per darmi un po' di sollievo. Non potevo crederci, a volte temevo fosse un miraggio creato dal mio delirio febbrile.

«Taehyung...come sta?» gli chiesi a fatica.

Jungkook parve sussultare appena sulle ginocchia, mentre sistemava la pelliccia sotto al mio mento. «Si sta riprendendo. È ancora molto confuso.»

«Non fategli del male, per favore.»

«No, ma vorrei tanto...» sussurró lasciando la frase in sospeso.

Lo osservai per un po', sforzando le palpebre che spingevano per chiudersi. Non ricambió il mio sguardo, ma notai le sopracciglia fremere: segnale che era decisamente irritato. Le sue mani continuavano a rimboccarmi la coperta con fare certosino, finché non ne presi una; non avevo nemmeno la forza per stringerla. A quel punto spostó gli occhi su di me e sentii il viso avvampare perché era da molto tempo che non mi guardava in quel modo.

«Cosa è successo laggiù?»

Inspirai a fondo prima di rispondere. «Mi ha legata per non farmi fuggire. Mi ha detto che mi avevate lasciata indietro per colpa delle mie ferite alle gambe.» feci una pausa per riprendere fiato. «Ero convinta che mi stavate cercando, ma lui ripeteva che...»

Mi bloccai per colpa del nodo doloroso che mi stava strozzando la gola. Ricordare quei giorni, non era facile per me. Avevo provato un terrore fuori dal comune. Ma la mano di Jungkook prese il comando sulla mia, accarezzandola con tenerezza.

«Ripeteva che tu non saresti venuto a salvarmi perché non vedevi l'ora di sbarazzarti di me e...»

Strizzai gli occhi per impedire alle lacrime di scendere, quando ricordai il rombo dei tuoni in lontananza e la speranza che Jungkook si stesse avvicinando al sotterraneo. Malgrado i litigi e la mia convinzione che lui mi odiasse, non avevo mai smesso di sperare che mi avrebbe cercato. Tolsi la mano dalla sua presa per nascondermi il viso con entrambe sia per la vergogna sia per il dispiacere.

«Sora..» mi richiamó lui dolcemente. «Non ho messo un secondo di cercarti. Ma se non fosse stato per un corvo, non ti avrei mai trovata.»

Allentai le dita per guardarlo di nuovo, la sua espressione era addolorata. «Erano ormai due giorni che giravamo in tondo senza avere nemmeno un indizio. Poi mi sono accorto che quel corvo ci seguiva sempre e gracchiava di continuo come se volesse attirare la nostra attenzione. Infatti è volato fino a qui. » spiegó. «Namjoon ha detto che i corvi sono gli animali sacri della dea Amaterasu, forse ha voluto aiutarci.»

La dea del sole che si scomodava per me? Era talmente incredibile che faticavo a crederci. Ma erano interrogativi troppi rompicapo per la mia condizione mentale e fisica del momento, quindi accantonai i dubbi. Poi Jungkook frugó nella scollatura del suo kimono, dalla quale ne tirò fuori qualcosa. Un luccichio azzurrino illuminò il palmo della sua mano destra.

«Jimin l'ha trovato tra le macerie.» disse porgendomi il campanello.

Era miracolosamente intatto. Sfiorai il vetro riscaldato dal calore di Jungkook ed esso brillò appena, come se avesse riconosciuto il suo proprietario. Lo afferrai portandolo verso il petto e grazie a quel piccolo oggetto mi sentii di nuovo protetta e al sicuro. Jungkook fece una smorfia infastidita e così mi tornò alla mente che lo scampanellio era veramente insistente per lui, se lo toccavo in quel modo. Allora gli chiesi di conservarlo finchè non fossi guarita.