Piacere e denaro

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Capitolo 46
☯︎︎Jungkook's POV☯︎︎

Ero convinto di avere ragione, eppure mi sentivo nel torto.

Perché?

Potevo comprendere il comportamento di Sora fino ad un certo punto, poi la mia pazienza aveva un limite. Semplicemente mi dispiaceva non contraccambiare i suoi sentimenti e cercavo di alleggerire la situazione. Non lo facevo per compassione o pena, come credeva lei. Una volta me ne sarei fregato completamente, invece ora volevo essere gentile perché ci tenevo, in fondo.

E questo era il ringraziamento.

Stavo sfogando tutta la rabbia che provavo martellando la lama dell'alabarda, tanto che il fabbro mi disse di andarci piano. La nodachi per Taehyung era già pronta e non vedevo l'ora di vederla all'opera. La lama era arcuata al punto giusto e ben bilanciata, l'impugnatura gradevole tra le dita. Nonostante il peso abbastanza notevole, si poteva maneggiare con agilità a due mani e la sua lunghezza permetteva un buon raggio d'azione. Sicuramente Seokjin sapeva come sfruttarla al meglio, infatti non avevo dubbi su questo. Il problema vero era il potere di Taehyung. Speravo che l'arma sostenesse il flusso energetico di Kagutsuchi senza fiaccarsi o danneggiarsi, perchè ripararla avrebbe richiesto molta Anima.

A metà pomeriggio conclusi anche l'alabarda, così tornai alla baracca per consegnare entrambi i lavori. Trovai subito Jimin insieme a Jin che combattevano con due bastoni di legno. Il mio vecchio amico era già migliorato rispetto ai primi giorni, sembrava che fosse nato per fondersi con il vento. Persino i suoi capelli grigi danzavano nell'aria mentre si muoveva. Impugnò l'alabarda con un'espressione sorpresa e meravigliata, studiandola dalla punta al fondo più volte. Aveva l'altezza adatta alla sua statura, la proporzione della lama era equilibrata con il resto e poi avevo aggiunto la tipica nappa rossa sotto la lama a mezzaluna. Poteva essere letale persino dall'estremità bassa del manico, grazie ad una piccola ma affilatissima punta in metallo.

«Ho solo un dubbio.» disse dopo un po'. « La gente non la noterà?»

«Il bastone è costruito ad incastro. Si divide in più sezioni, così può essere nascosta in una bisaccia o sotto al kimono.» spiegai.

Rischiavamo di dare troppo nell'occhio in ogni villaggio in cui sostavamo. Esistevano gruppi rari di combattenti che cacciavano demoni o creature che disturbavano la quiete pubblica. Però, entrare armati fino ai denti in una città, non era saggio per nessuno. Lasciai a Jimin il compito di provarla e passai a Taehyung, il quale era poco più avanti insieme a Namjoon. Sora li stava osservando da lontano sotto l'ombra di una quercia, si irrigidì sul posto quando mi vide arrivare. La ignorai per andare dai ragazzi, non avevo tempo per lei adesso.

Il ragazzo stava cercando di controllare i pugni in fiamme senza prendere fuoco come ogni volta. Non invidiavo per niente il suo enorme potere, era troppo imprevedibile. Infatti proprio in quel momento il fuoco divampò su tutto il corpo di Taehyung, per fortuna la bolla d'acqua di Namjoon riusciva sempre a spegnerlo.  Solo a quel punto mi avvicinai con la nodachi in bella vista, la cui lama scintillava sotto ai raggi del sole. Lui scrollò i ricci gocciolanti ed ebbi l'impressione che mi stesse fulminando con lo sguardo. Fu una sensazione momentanea, poi afferrò l'elsa di paglia intrecciata con entrambe le mani.  Mi chiesi come potesse combattere perchè sembrava innocuo e fin troppo gentile per fare del male a qualcuno. Compì alcuni attacchi a mezz'aria lentamente, poi mi ringraziò senza convinzione.

«Non è troppo grande per lui?» riechecciò la voce di Sora alle mie spalle, non mi ero accorto che aveva lasciato la sua postazione.

«Dovrà abituarsi, ma una spada lunga gli permette di incanalare più potere in essa e quindi alleggerire le ripercussioni sul suo corpo.»

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