CAPITOLO 13

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AIDAN 

Forse per una volta ha avuto ragione, entrambi portiamo ormai da tempo lo stesso peso sulle spalle e con i nostri continui litigi non abbiamo fatto altro se non caricarci ancora più problemi addosso, per la pura curiosità malsana di vedere chi tra i due sarebbe crollato prima. E alla fine siamo arrivati sul punto di crollare insieme, ed è stato proprio in quel momento che abbiamo capito che non ne valeva la pena, non ne è mai valsa la pena.

Non lo perdonerò mai per ciò che mi ha fatto, per colpa sua ho subito cose che un bambino non dovrebbe mai neppure pensare di incontrare in vita sua, eppure io ho avuto la disgrazia di vedere, sentire e fare cose che farebbero accapponare la pelle a chiunque; però inizio a capirlo in qualche modo. Credo.

Dopo l'altra sera non abbiamo più parlato, ci siamo rintanati entrambi nei nostri silenzi ma non quei mutismi velenosi come al solito, più dei silenzi calmi, per la prima volta dopo anni abbiamo trovato una specie di tranquillità dove non esistono parole, ma soltanto la forza immensa di sguardi, piccoli gesti e accenni quasi inesistenti di affetto. Quando per sbaglio incontro il suo sguardo la sera quando torna dal lavoro e io sto salendo in camera, oppure la mattina a colazione mentre parlo con Charlie, non distoglie gli occhi dai miei oppure mi guarda con superiorità. Nei suoi occhi scuri leggo intima compiacenza, quasi soddisfazione azzarderei anche se dura veramente per poco, quella luce brilla solo per brevissimi istanti poi si trincera di nuovo nei suoi freddi silenzi e a me basta questo. Per quei secondi che a volte mi sembra addirittura di immaginarmeli, è come se ritornassimo indietro ed io rivedessi l'uomo che un tempo mi stringeva a sé la notte dopo una litigata o quando facevo un brutto sogno, quel momento di quiete in cui il suo calore era la medicina per ogni dolore e va bene così. Nessuno dei due potrà mai tornare a quei tempi, ormai siamo cambiati entrambi e quel idilio è cessato di esistere tempo addietro, non riavrò più il padre che prendevo come esempio, ma almeno non avrò a fianco neppure un ombra infelice e questo mi basta.

Alla fine mi ha ridato tutto, moto, soldi, dopo quella sfuriata e tutto il casino mi ha fatto riavere tutto, ma senza dirmi nulla, io mi sono ritrovato ogni cosa come prima, persino i due milioni che gli avevo preso senza il suo consenso, e questo suo gesto ammetto che mi ha lasciato perplesso. Quando ho posato nel cassetto delle ingiustizie, il gigantesco orgoglio che ci portiamo dietro tutti in questa famiglia, per ringraziarlo lui ha capito le mie intenzioni ancora prima che provassi ad aprire bocca, e mi ha fermato.

"Voglio darti quest'ultima possibilità figliolo, fai le tue stronzate, sbaglia, fa tutto ciò che ti gira per la testa; sei giovane e meriti anche tu di sbagliare alla tua età per imparare dai tuoi errori, ma finiamola qui con questa guerra." Queste sono state le sue parole quel giorno, quella mattina, in cui lo trovai a fare colazione come ogni inizio di giornata con il suo solito caffè amaro e il telefono in mano, non mi ha detto nient'altro, dopo questa affermazione si è alzato ed è andato a lavoro senza lasciarmi ribattere nulla e io stesso ne sono rimasto senza parole, si è stancato della tensione soffocante che ci ha circondato per tutto questo tempo e forse è perchè abbiamo capito entrambi a che punto stavamo arrivando.

Stamattina ad esempio neppure l'ho incontrato per colazione, forse perchè sono ancora a letto a fissare il soffitto come un emerito imbecille mentre una nanetta irritante ma fottutamente carina mi scorrazza intorno, mi parla ma io ho smesso di ascoltarla ben mezz'ora fa nell'esatto momento in cui è planata in camera mia urlando mentre io dormivo pacificamente. A una cazzo di cosa mi servono quei sedativi che mi da, a riuscire a dormire senza dover impazzire per colpa dei miei incubi e sperare che non mi passi per la testa di tagliarmi le vene visto che ormai ho perso completamente la testa, ma lei ogni mattina se ne fotte e mi sveglia come se fossimo nel bel mezzo di un terremoto. Ho ancora la testa fottuta da quelle pillole che mi ha dato e a malapena mi rendo conto di cosa stia facendo e quindi men che meno ciò che dice, sono immerso nei miei pensieri e in questo momento sono talmente fatto che potrebbe anche entrare una banda in camera mia che non mi cambierebbe nulla.

Fatal attraction 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora