DAMON
Non riesco a capire perchè io mi senta così vuoto eppure ho tutto ciò che volevo, una famiglia, la donna della mia vita che presto diventerà mia moglie, la villa è di nuovo piena di vita dopo ben diciotto anni di completa assenza emozioni eppure percepisco ancora quel vuoto che caratterizza chi non ha qualcosa di importante ma alla fine penso anche di conoscerne il motivo.
Mio figlio non c'è più, ce l'ho sotto gli occhi per tutto il giorno eppure è talmente schivo e freddo nei miei confronti che mi sembra di non vederlo nemmeno più, ed è brutto perchè gli darei il mondo cazzo, farei qualsiasi cosa pur di farlo tornare a sorridere com'era riuscito a fare per qualche giorno quando eravamo a Rochester. Si era lasciato andare, mi aveva permesso di dargli ciò che non sono riuscito a dargli fin da piccolo nutrendolo dell'affetto che provo per lui, si lasciava toccare e sembrava quasi al settimo cielo quando lo abbracciavo eppure ora mi ripudia. Si è richiuso a riccio nel suo castello e a me mi ha lasciato fuori dalle mura, ad attenderlo pur essendo conscio che forse non verrà mai ad aprirmi la porta.
Mia figlia invece potrebbe essere per quanto ne so ovunque, a New York, in Mississippi, in Kenya, potrebbe star viaggiando in giro per il mondo come potrebbe anche solo essere ancora qui a Miami, da qualche parte che mi cerca. O forse nemmeno sa della mia esistenza. Non sa che la sto aspettando giorno e notte sperando che sia lei a venire da me, che almeno lei mi venga ad abbracciare. So di essere un padre di merda ma sono i miei figli cazzo, mi strapperei la vita per dargliela in mano e avrò pure un modo del cazzo di dimostrarlo ma è così. Li amo, io amo la mia famiglia.
E amo anche di più la donna che mi ha donato tutto questo, che più di vent'anni fa mise una firma sul contratto come mia assistente personale, peccato che io stesso non lessi la clausola che mi formava del fatto che quella donna si sarebbe presa molto di più di un misero posto di lavoro. Si sarebbe presa me, tutto di me.
E pensare che ora sono qui, dal sarto di famiglia a provare degli stupidi completi da cerimonia per prepararmi ad attenderla all'altare mi manda nel pallone, come sono arrivato a questo? Io odio gli smoking. Quella donna me la pagherà per avermi fatto conoscere cosa significhi amare qualcuno.
Mi sistemo la cravatta per concludere di indossare quello che credo sia almeno il sesto completo da sposo, la mia pazienza inizia a scarseggiare ma credo che invece sia finita già da quando abbiamo messo piede qui, io e il mio testimone di nozze ossia mio cugino che sembra divertirsi un mondo a bocciare qualsiasi smoking io mi metta. <<Se non ti piace nemmeno questo ti tiro una testata.>> Nero, semplice, con la camicia color pece, i pantaloni cuciti a posta su di me proprio come la camicia, i Mocassini in pelle e la cravatta. La giacca mi rifiuto categoricamente di metterla, non l'ho mai sopportata. <<Ti ricordo che tu mi facesti cambiare ben nove volte soltanto perchè non ti convinceva il polsino della camicia, e poi questa cravatta non mi piace, prova un papillon.>> Ma dico io, a Isabelle mi basterà vedermi lì in piedi ad attenderla sull'altare, non le è mai importato di vedermi elegante per lei quindi non vedo che senso abbia perdere tutto questo tempo per cercare il completo perfetto. Innervosito mi slaccio la cravatta e gliela lancio addosso per cercare di zittire le sue risate, lasciandomi legare al collo il papillon. Sto dando troppo agio a mio cugino di scegliere e questa cosa mi irrita. <<Così?>> Non so nemmeno io perchè mi interessi così tanto il suo giudizio, forse perchè non voglio fare brutta figura o forse perchè voglio che almeno il nostro matrimonio sia come Isabelle lo ha sempre voluto, visto che sicuramente la nostra relazione non è stata di certo ricca di felicità e allegria come avrebbe desiderato. Non sono riuscito a darle la vita di coppia che voleva, l'ho fatta soffrire innumerevoli volte e ancora mi domando come faccia a volermi al suo fianco, quindi desidero che almeno il nostro matrimonio rispecchi il sogno che qualsiasi donna ha sin da piccola. <<Meglio, però prova anche i gemelli.>> Lo sta facendo apposta e lo noto da come mi guarda con quella soddisfazione infida di chi si sta sganasciando mentre ti dà appositamente fastidio, adora farmi spazientire. Prendo i gemelli d'oro che mi passa il sarto e me li aggancio ai polsini della camicia, dando quest'ultima occasione a mio cugino per scegliere. Si alza in piedi con le braccia incrociate al petto facendo finta di dovermi esaminare più approfonditamente e da vicino, si prende così il suo tempo picchiettandosi un dito sul mento come se ci dovesse pensare ma so che non ne ha bisogno. <<No non mi convince, riprova quello blu.>> Che cosa?! Con uno scatto allungo la mano per afferrargli la maglia ma lui scappa ridente da me, si sta divertendo un mondo lo stronzo a farmi dannare. <<Scherzo, scherzo così sei il perfetto sposino dei sogni della tua Belle.>> Il sollievo di aver finalmente trovato il completo più adatto per la cerimonia mi lascia sospirare, ma le sue parole mi portano a riflettere, le piacerò? Cazzo io piaccio a tutti, non ho mai avuto dubbi eppure ora ho l'ansia che vestito così non sarò alla sua altezza. <<Ma anche tu avevi questa cosa?>> Gli chiedo mentre mi slaccio il papillon dal collo tornando a respirare, quel sarto del cazzo me lo ha stretto troppo, ho smesso di respirare per istanti che sembravano eterni. <<Che intendi con "questa cosa"?>> Stranito per la mia domanda si siede di nuovo sulla poltrona su cui ha passato più di due ore in attesa che mi provassi i completi, in effetti non so neppure io cosa intendo, non so cosa si provi in questi momenti, non è che mi sono sposato già in precedenza, anzi non pensavo neppure che sarebbe mai potuto succedere.
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Fatal attraction 3
RomanceATTENZIONE: SONO PRESENTI SCENE DI SESSO ESPLICITO Dopo la perdita di sua madre Aidan ha trovato conforto soltanto nella droga, ha iniziato così ad assumerne in grandi quantità già dalla giovane età di quindici anni e continua a farlo ora che ne ha...