CAPITOLO 4

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AIDAN 


Stringe la mano al mio amico con gentilezza e un sorriso garbato, un comportamento e un'espressione completamente diversa da quella che ha assunto con me, probabilmente perchè anch'io non sono stato poi tanto gentile, ma alla fine mi importa veramente poco di come si approcci nei miei confronti una sconosciuta rompicazzo. Sorride con scaltrezza quasi si stesse prendendo gioco di entrambi,

James dall'altra parte ricambia la smorfia allegra con la stessa avidità staccando con dolcezza la mano dalla sua quando anche lei fa lo stesso. Mi lascia quasi perplesso come faccia ad essere così gentile con tutti, ma alla fine questo ragazzo ha un cuore grande e buono, non gli ci vuole poi molto per approcciare con qualsiasi persona ci circondi anche solo con un'occhiata.
Il professore in quel preciso istante entra in classe e di rimando, tutti gli studenti prendono a sedersi ai loro posti tranne la ragazzina davanti a me che, con sfacciata spavalderia mi guarda con scherno, quasi si stesse facendo beffa di me e a me tutto questo irrita. Nei suoi occhi verdi leggo una strana ombra di familiarità rivolta nei miei confronti, mi osserva come se mi avesse già visto ma non ci faccio nemmeno caso visto che tutta la città ormai conosce persino quando vado al cesso. <<Signorina Tanner, prenda posto.>> Le intima con delicata serietà il professore di filosofia che nel mentre poggia sulla cattedra tutti i suoi libri e documenti del caso con la massima precisione, preparandosi ad intrattenere i suoi studenti con un'altra lezione su qualche pensiero filosofico del cazzo che ha girato le teste di qualche uomo dell'antichità.

Mi poggio allo schienale della sedia, una posa un po' stravaccata mentre la fisso con sicurezza, non stacca per un secondo lo sguardo da me e questa cosa per quanto sia irritante a un che alcun tempo di intrigante, è sicura nel suo essere così piccola e gracile. <<Ci sono già, professore.>> E conferma la sua affermazione sedendosi sul banco che ci divide posandovi quel suo culo tondo e alto avvolto da quei jeans niente male, accavalla quindi le gambe toniche con femminilità e posa le mani sul legno fregandosene della mia presenza, non le importa che ci sia seduto io, lei ha già deciso dove vuole sedersi e niente e nessuno potrà smoverla da qui. Che bambina capricciosa del cazzo. Delle risate sommesse arrivano dagli altri presenti in classe che però subito si zittiscono ad una mia occhiata fulminea, persino James alla fine si lascia sfuggire un breve ghigno divertito. Mi sto iniziando ad incazzare e visto che ho già le palle girate per conto mio, non ho voglia di perdere ancor di più la pazienza.
Con un ringhio furente mi alzo dalla sedia che subito stride sul pavimento per via del movimento repentino, afferro lo zaino e prima di sedermi da un'altra parte dandola vinta a una nana dai capelli scuri, incrocio il suo sguardo che vittorioso mi sorride con svergognatezza. <<Lo sto facendo solo perchè non ho voglia di litigare con una bambina.>> Una risata soave e leggera risuona sulle sue labbra piene, da cui poi fuoriesce la bolla della cicca che stava masticando, la gonfia ad un palmo dal mio viso facendomela scoppiare davanti agli occhi, mi sfida con piccoli ma irritanti gesti, mette alla prova la mia pazienza ma posso assicurarle che scarseggia veramente tanto oggi come tutti i giorni alla fine. <<Che gesto maturo.>> Mi schernisce facendomi l'occhiolino per poi sedersi al banco a fianco a mio cugino, alla quale non sembra nemmeno dispiacere poi tanto il cambio di partner, stronzo traditore. Imprecando qualche insulto alla fine mi siedo poco più in là in un banco vuoto per assistere ad una lezione che per quanto possa essere interessante, in questo momento di ciò che pensò Epicureo, non può fottermene niente.

Un uomo che focalizzò la sua intera esistenza sul pensiero che il piacere fosse tutto per lui, una persona dedita esclusivamente ai piaceri della vita come se non esistesse altro, problemi o altre emozioni di altro genere a lui non interessavano. Soltanto una persona vuota che si ferma alle banalità che il destino ci concede potrebbe basare la sua intera esistenza su qualcosa di così effimero e inutile, ma alla fine non posso farci niente se era un perditempo senza un vero scopo. Il suo pensiero alla fine lo seguì soltanto lui stesso, tanto che non si può nemmeno considerare veramente una filosofia, è come se io ora sparassi la prima stronzata che mi passa per la testa aspettandomi che qualcun altro le dia lo stesso peso che le ho dato io e a sua volta disperda il mio messaggio altrove, mentre invece di ciò che dico non gliene frega un cazzo a nessuno proprio come ciò che diceva quel coglione di Epicureo.

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