CAPITOLO 25

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AIDAN


Non l'ho mai vista così mortificata per qualcosa, pensavo che nulla a questo mondo potesse intaccare lo scudo di strafottenza con cui si protegge Charlie Tanner eppure ora che la guardo, qui seduta in cucina su uno degli sgabelli del bancone, con il viso chino e il corpo ingobbito posso dire che persino una come lei certe volte si lascia andare. Dopo che se n'è andato Lucas la cena non è continuata, mio padre si è alzato e dopo di lui anche Travis e Martina, quei tre si muovono in gruppo da anni ormai, quando uno cade gli altri due sono sempre pronti a rialzarlo e viceversa ed ho sempre ammirato questo loro rapporto.

Spesso e volentieri capita che ci sia uno stato di gelosia in una coppia quando la moglie ha un'amicizia molto stretta con un amico, ma a Travis fa solo piacere vedere come Damon si faccia aiutare almeno da Martina qualche volta. La loro è un'amicizia tacita, escludo fortemente che arriveranno mai a dimostrarsi affetto ma fin da piccolo ho sempre notato come Martina ci fosse per lui in ogni momento.

E' crollato spesso mio padre, ha avuto momenti di totale smarrimento e ricordo ancora come una sera successe il finimondo ma lei fu persino capace di calmarlo. Erano passati si e no otto anni dalla morte di mia madre ma come ora, Damon non aveva ancora tolto le sue cose da camera loro, cosa che non penso capiterà mai ad oggi. Dopo Ada non abbiamo più avuto una governante, ma un paio di cameriere per tenere in ordine la casa, quel giorno prese a lavorare da noi per la prima volta una donna che non conosceva bene le regole di casa nostra e quando dovette pulire entrò anche in camera dei miei a sistemare.

Camera che veniva pulita solo e soltanto da mio padre, come fa ancora oggi.

Inutile dire che quando mio padre tornò a casa non ci mise niente ad accorgersene, tutto era messo in un ordine differente in quella stanza e lui diede di matto, urlava fuori di sé inveendo contro quella povera donna innocente, nessuno al di fuori di lui doveva permettersi di toccare le cose di sua moglie perchè temeva che se mani sconosciute vi si fossero avvicinate, il profumo di Isabelle si sarebbe dissolto.

E lui viveva per quel profumo, proprio come ora.

Ma la cosa che mi lasciò senza parole fu come smise di urlare quando incontrò lo sguardo di Martina, lei lo ammonì con un'occhiata come a dirgli di smetterla, come a volergli ricordare che non saranno i suoi oggetti a tenere rinchiusa in quella stanza l'anima di mia madre. Gli ricordò con la forza di uno sguardo che lei sopravviveva nelle loro menti, che il profumo di Isabelle ormai si era dissolto da anni in quella stanza e che non vi era più nulla da fare. Lui si ridestò richiudendosi in se stesso, ma ancora oggi per lui in quella stanza si respira la sua colonia delicata della sua donna.

Li intravedo dalla vetrata della cucina, parlare tutti e tre sul portico, mio padre con la sua virile stazza si fuma la sua sigaretta distendendo i nervi, non ha mai sopportato le mancanze di rispetto e quella di stasera lo ha innervosito alquanto. I nonni invece si sono andati a rintanare nelle loro stanze, dopo averci augurato come ogni sera una buona notte, per lasciarci modo di parlare tra di noi senza interruzioni ed infine, io e James siamo rimasti qui in cucina con Charlie attendendo che mio padre e gli zii rientrino.

Non l'avrei lasciata qui, sono ben consapevole di cosa possa fare mio padre quando è adirato, non gliela farà passare liscia ma in fondo so anche che non se la prenderà davvero con lei.

<<Dai ragazzi non è successo nulla di che, non è mica colpa nostra se quel Lucas è una testa di cazzo.>> Si lamenta James stanco quanto me di respirare la tensione struggente che si respira in questa stanza, in effetti che cosa ne poteva sapere lei che si sarebbe comportato così, io ci ho messo del mio a rovinare la serata ma posso giustificarmi dicendo che ha iniziato lui. <<Intanto però ho deluso i vostri genitori.>> Piagnucola dispiaciuta appoggiando la fronte al bancone della cucina la mia nana, non l'ho mai vista così afflitta da qualcosa, in effetti mi fa strano vederla così giù. <<Mio padre non riesce a prendersela nemmeno con me quando faccio qualche stronzata, secondo te potrebbe mai essere deluso da te? Ti adora.>> La rassicura riuscendo a farla ridacchiare, ha bisogno di capire che non è colpa sua ciò che è successo e che sicuramente non ne rimarranno delusi i nostri genitori. Ed ecco che mi viene un'idea, la stessa che arriva anche a Jam e ne ho la conferma quando incrocia il mio sguardo con quel suo sorriso furbo sul viso. Che bello quando qualcuno ti capisce al volo. <<Dobbiamo farti passare questo brutto broncio amica mia.>> Io corro verso verso di lei e le tappo gli occhi con entrambe le mani mentre James scatta in salotto per accendere la tv e fa spartire l'impianto stereo di tutta la casa con le casse che vi sono in ogni angolo del piano terra. E' un metodo che abbiamo sempre esercitato io e lui quando da piccoli uno dei due stava male o era triste, in pratica è completamente impossibile rimanere depressi con questa nostra tradizione.

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