CAPITOLO 20

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AIDAN 

Sono calmo.

E' in situazioni come questa che provo tutto tranne che timore o rabbia, non ho paura di quei quattro coglioni dei suoi scagnozzi che cercano di farmi fuori solo per aver accoltellato il loro "capobranco", quando non si ha nulla da perdere la morte decidi tu quando chiamarla e io sinceramente sto solo attendendo quel momento.

So che mi ha visto, percepisco il suo sguardo addosso e so che non è sicuramente solo, si muovono sempre in gruppo a meno che non debbano fare qualche scambio, proprio come l'ultima volta che vidi Noah, in altri casi invece sono sempre più di uno proprio come il giorno in cui mi fecero cadere alla gara o oggi appunto, mi basterebbe voltare lo sguardo e ne vedrei almeno altri tre. Mike al mio fianco è rigido ma come me non sembra impaurito, deve averne vissute tante di situazioni come questa quindi penso che ad oggi non gli faccia ne caldo ne freddo una cosa simile. James invece è più irrequieto. Non gli sono mai piaciuti i casini, soprattutto quando si parla di cose grosse come questa, una mossa sbagliata, un passo falso e uno dei tre si gioca la vita. Sono miei amici, quei coglioni o avranno me o uccideranno uno di loro per farmela pagare.

Mike con nonchalance come se non ne sapesse nulla, si volta verso la folla di gente che balla con spavalderia, stravaccato sullo sgabello dove siamo ancora seduti, con il bicchiere in mano e lo sguardo tranquillo, sa mascherare bene la sua attenzione ma ora si è voltato per un buon motivo.

Dandomi le spalle mi copre, ma non per proteggermi, bensì per darmi modo di prendere la pistola Kimber Custom che tiene incastrata nei pantaloni, la porta sempre dietro, minaccia o meno che ci sia in giro ce l'ha sempre con se, ormai la porta anche solo per abitudine.
Senza destare sospetti la sfilo e la nascondo nei miei jeans coprendola con la maglia, tenteranno di avere prima me poi in caso non ci riuscissero mireranno a loro, ma per ora sono io il bersaglio su cui hanno puntato il mirino. <<Le opzioni sono due ragazzi.>> Mormora il biondo con fare fintamente svogliato parlandoci con tranquilla quiete, con il suo solito fare spavaldo e il portamento strafottente di chi se ne frega del mondo. <<O ce ne andiamo uscendo dalla porta sul retro, o qui inizia una sparatoria.>> E non ha tutti i torti. Possiamo mischiarci tra la folla di gente che ci circonda, confonderli e andarcene oppure restare qui, andargli incontro e iniziare una faida che ormai sta andando avanti già da fin troppo. In un modo o nell'altro qui qualcuno rimane secco e se devo proprio decidere è meglio che sia io.

<<Mi sono rotto il cazzo di averli intorno.>> Sibilo prendendo un sorso di birra facendogli presente la mia decisione, continuando a scappare faremo poco, prima o poi questa storia dovrà pur finire quindi che almeno possa essere io, la miccia che ha acceso tutto, ha mettere un punto. <<Non c'è Noah.>> Interviene a tono basso mio cugino. <<Anche se uccidessi i suoi uomini non servirebbe a nulla, ne manderebbe altri.>>

Stringo con fastidio l'impugnatura della pistola cercando di prendere una decisione, non sbaglia nemmeno lui, uccidendo i suoi uomini svierei il problema finendo per accrescere ancor di più la cosa, ma alcun tempo non posso andarmene da qui dandogliela vinta un'altra volta. <<Ma almeno capirebbe contro chi si sta mettendo.>> Conosco quell'uomo, pensa di avermi in pugno ma si sbaglia di grosso, mi avrebbe in pugno se io lo temessi ma ad oggi posso dire di aver paura solo delle mie stesse ombre, al di fuori di me nulla mi incute terrore. <<Pensi seriamente che a uno come lui importi?>> Mi ridesta Mike con tono perentorio. <<Non ti vedrà mai come una minaccia, tu lo hai accoltellato e lui vuole il suo rimborso con tanto di interessi.>> Asserisce con fermezza voltandosi verso di me e posando il bicchiere, è serio, su queste cose non transige, ha visto molte volte dove portano queste faide e alcun tempo ha perso tanto proprio per essere, ma questo non vuol dire nulla. <<Ogni volta che li vedremo faremo finta di nulla e ce ne andremo, e non perchè scappiamo, solo per sviare alle conseguenze.>> Continua severo. <<Prima o poi Noah si stancherà si vedersi sfuggire dalle mani le sue prede e si presenterà di persona, a quel punto premerai il grilletto. Chiaro?>> E' lui che voglio, grondante di sangue ai miei piedi per avermi causato l'incidente e tutti i problemi che ne sono conseguiti, dovrà pregarmi in ginocchio che io non gli pianti una pallottola nel cranio e sarà lì che avrò io stesso la mia rivincita. Eppure la voglia di fare un putiferio e dimostrargli che non sto giocando è alta, bramo di impugnare l'arma che stringo e sfogare sui suoi scagnozzi la collera che risento per il loro capo.

Fatal attraction 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora