CAPITOLO 42

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CHARLIE

Non ho chiuso occhio per tutta la notte e forse il motivo è che non sono più abituata ad addormentarmi senza nessuno che mi stringe a sè, accarezzandomi i capelli con il respiro e il ventre con la punta delle dita fino a farmi rilassare. Lui ci riusciva e ora per colpa mia è sfumato via.

Ma come potevo tenere ancora nascosta la verità dopo che ormai era solo questione di tempo prima che lo venisse a sapere da se, mi pento soltanto di essere stato tanto codarda da non essere riuscita a dirglielo a tempo debito, ossia quando mi aveva chiesto sincero e deciso con il cuore aperto se c'entrassi o meno in tutta questa storia. Sì, ci sono stata dentro fino al collo, dall'inizio alla fine e lo rifarei visto che ora finalmente Isabelle è di nuovo a casa qui con noi, ho sempre saputo che questa mia scelta avrebbe avuto una piega non indifferente sulle specie di relazione strana che avevamo ormai io e Aidan, ma speravo che tentasse di capirmi, che mi lasciasse almeno spiegare.

Stringo il suo cuscino come fosse il suo petto, ancor ne sento il profumo nel tessuto morbido e non pensavo che potesse mai succedere una cosa simile ma mi manca cazzo, mi manca quello scorbutico qui disteso accanto a me che ogni mattina si insinuava tra le mie gambe mandandomi in estasi. Non riesco a credere di averlo ferito in quel modo. Ho sentito l'anima andare in frantumi quando mi ha guardata in quel modo, distrutto e prosciugato da qualsiasi emozione o sentimento, dopo che glieli ho calpestati da brava stronza quale sono. Non se lo meritava, avrei dovuto fermare tutto questo molto tempo fa e ora ecco in che casino mi sono cacciata, non riesco più a capirci nulla santo cielo.

Lascio andare il suo cuscino alzandomi dal letto per darmi una sistemata, tra un'ora devo essere a scuola, magari lo incontrerò lì, così da riuscire a parlargli per una buona volta, devo mettere in chiaro molte cose di questa storia e voglio farlo il prima possibile.

Mi alzo e esce dalla sua stanza, al piano di sotto si sentono già le voci di qualcuno quindi deduco di non essere l'unica sveglia, ma prima di scendere percorro l'intero corridoio per raggiungere la mia stanza e cambiarmi. Sono in condizioni pietose con il trucco colato e addosso una delle mie felpe giganti, ma ho poco tempo quindi devo darmi una mossa al più presto. Corro in bagno per sciacquarmi il viso e lavarmi i denti in fretta e furia, non avendo "dormito" in camera mia non avevo la sveglia perciò mi sono svegliata troppo tardi e come minimo farò tardi. Una volta essermi data una rinfrescata generale apro l'armadio e prendo un jeans attillato nero, un top bianco e i miei stivali con il tacco dell'ennesimo colore, che finisco per indossare saltellando verso la port nel vano tentativo di chiudere la zip. Ma alla fine come prevedevo purtroppo devo fermarmi e abbassarmi per chiuderla, sarebbe stato troppo facile riuscirci al primo colpo.

Afferro lo zaino dopo averci ficcato dentro qualche libro a caso, probabilmente non saranno nemmeno delle materie giuste ma non ho tempo per pensarci, una penna e un quaderno su cui scrivere li ho di certo quindi non ho di che preoccuparmi. Scendo di sotto di corsa scapicollandomi giù dalle scale come un razzo, i tacchi fanno un casino assurdo sbattendo sul marmo del pavimento ma non ci posso fare molto, anche se quando entro in cucina per salutare l'intera famiglia Miller ho la sensazione che mi abbiano sentita arrivare molto tempo prima che varcassi la porta. <<Io vado a scuola, ci vediamo stasera, ho delle cose da fare in giornata.>> Prendo al volo le chiavi della macchina che Travis mi lancia e li saluto come fanno loro, con un sorriso, ma non è sentito, si respira una tensione insopportabile in casa dopo ieri sera ed io sento di poter impazzire, odio vederli così a pezzi ma come faccio a far star meglio loro se nemmeno io sono in forma? <<Vedi di non rigarmi la macchina piccoletta.>> Mi ammonisce divertito il rosso ed io annuisco sicura, so guidare una macchina, e poi non righerei mai una belva come la sua auto. Esco di casa chiudendomi la porta alle spalle e apro da lontano con un click la macchina sportiva del signor Miller. Dio guidarla è un sogno che si realizza, non mi sembra quasi vero, non ho mai guidato una macchina tanto costosa. Interni in pelle lavorata, tappetini e poggiatesta personalizzati, il volante ricoperto dal medesimo materiale ma con un cuscino sottostante che lo rende più morbido e maneggevole. E' il sogno di qualsiasi autista. Dopo la scuola devo incontrare Shelly e subito dopo Lucas, mi ha invitata a bere qualcosa da Frank ed io non ho potuto rifiutare, ho bisogno di alcol e di staccare la spina, soprattutto dopo ieri sera, ma prima devo risolvere questo casino.
Devo trovare Aidan, obbligarlo ad ascoltarmi anche a costo di chiuderlo a chiave nello sgabuzzino delle scope del bidello e dirgli la verità nuda e cruda una volta per tutte, odio vedere Isabelle così a terra dopo tutto quello che ha passato.

Fatal attraction 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora