CAPITOLO 49

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CHARLIE

Quando apriamo la porta del locale la musica mi entrata in testa rilassando ogni mio nervo, caos, gente che balla in mezzo alla pista, altri invece ubriachi marci che crollano a terra, tutto questo è l'unica cosa di cui ho bisogno per vivere bene la mia vita. Il mio habitat naturale.

Stringo la mano di Lucas che mi fa strada in mezzo alla folla di gente, Shelly davanti a noi intanto si guarda intorno cercando di allungare il collo per scorgere la testa si James a uno dei tavolini ai bordi del locale ma quando lo vede e me lo indica purtroppo ogni mia supposizione si palesa. Era ovvio che non sarebbe venuto solo, ma non credevo che quel bastardo si sarebbe portato dietro la sua cagnetta da passeggio.

Mentre ci avviciniamo al tavolo che hanno prenotato quella fitta di fastidio al petto mi fa stringere senza accorgermene la mano intrecciata a quella del ragazzo al mio fianco che, pensando sia un gesto per sentirlo di più mi sorride di sfuggita, ma invece si sbaglia. Ogni nervo che mi si era rilassato all'entrata di questo posto, si flette di nuovo dal nervoso ma maschero qualsiasi mio fastidio con la mia solita indifferenza, non gli darò questa soddisfazione. Lo sta facendo apposta.

Vuole vedere che reazione nasce in me alla vista di quella gatta morta attaccata a lui ma sinceramente me ne importa poco, non gli piace nemmeno e l'ha sempre ammesso, a parte scoparsela probabilmente non fa altro, non prenderà mai il posto che ho io nella sua vita per quanto possa illuderla che sia così.

Arrivati al tavolo James si alza per salutarci anche se si concentra di più a salutare la mia amica, questi due in meno di due minuti finiranno in qualche bagno sporco a scopare, e non lo dico perchè si stanno già mangiando con gli occhi ma perchè è proprio il piano che mi ha già anticipato la mia amica. James le piace, e a quanto ho capito anche se non è scesa poi tanto nei dettagli, si sono anche già baciati, l'unico motivo per cui non sono ancora andati a letto è che quella volta James si era dimenticato di prendere un preservativo, quindi si sono limitati a pomiciare come due dodicenni con gli ormoni a palla.

Shelly e Lucas si siedono ed è lì che mi accorgo che manca una sedia, ce ne sono solo cinque e non sono la sola a notarlo. Due iridi scure come la pece mi bruciano addosso come dei carboni ardenti, mi sta esaminando dalla testa ai piedi e in qualche modo è come se riuscissi a percepire anche il suo fastidio, indosso un abito praticamente trasparente. E' interamente fatto di perline argento, mi cade morbido sulle curve senza attaccarsi alla pelle, sulla schiena uno scollo a "v" mi lascia la pelle nuda fino a forse due centimetri dal sedere, Sotto porto solo le mutandine, se facessi una mossa fin troppo azzardata probabilmente mi si vedrebbe il seno, ma non mi interessa, l'ho scelto apposta, la sua gelosia malata e possessiva avrà ciò che merita.

<<Bambolina vieni, siediti in braccio a me.>> Lucas si allontana leggermente con la sedia dal tavolo per lasciarmi lo spazio di sedermi sulle sue ginocchia, ed io lo faccio poggiando le natiche contro la patta dei suoi pantaloni facendo finire le sue mani calde sulle mie cosce nude. <<Sei comoda?>> Mi domanda in un sussurro contro il mio orecchio facendomi venire la pelle d'oca, quando volto si lato il viso per guardarlo il suo respiro si scontra con il mio e mi piace, mi piace sentirlo. <<Sì.>> Mi poggia un bacio a stampo sulle labbra veloce e casto, in pubblico non si scompone andando più in là di questo, praticamente è completamente l'opposto di Aidan. Lui aveva bisogno di far vedere a tutti quanto lo desiderassi. Una vampata di calore mi scombussola i pensieri al ricordo di quella sera, quando alla festa in casa sua mi infilo due dita tra le gambe lì, in mezzo a tutti fregandosene se qualcuno ci avesse visto. A lui piaceva così, e cazzo anche a me. Sentendo caldo mi passo una mano tra i capelli guardandomi intorno, ma l'unico sguardo che incontro è il suo, mi fissa con rabbia e fastidio, non nasconde la sua gelosia nemmeno in questo momento in cui ha attaccata al braccio Madison che gli accarezza la pelle dei suoi pettorali lasciata spoglia dai pochi bottoni sbottonati della camicia che indossa. Non la sente nemmeno, vede solo me. Patetico.

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