CAPITOLO 55

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JAMES

Shelly le stringe la mano mentre io tento in tutti i modi possibili di non perdere le staffe e dare di matto perdendo la lucidità, giace priva di forze, ricoperta di ematomi e graffi sul lettino dell'ospedale dove il medico la visita per accertarsi delle condizioni del bambino che porta in grembo. Non riesco a guardarla perchè ogni volta che i miei occhi si posano su di lei è come se mi infilassero un pugnale affilato in pancia. A stento tiene gli occhi aperti, non riesce a muoversi bene e gli anti dolorifici ancora devono fare effetto così ogni minimo movimento per lei è un'agonia. Ancora non ho la più pallida idea di cosa sia successo, men che meno chi sia stata a ridurla così, spero solo che non sia stato Aidan in preda all'ennesimo attacco d'ira perchè ora, seriamente, stiamo rasentando il fondo. Mi strapperei l'anima per quel ragazzo ma ora è troppo, capisco il suo disturbo e sono sempre pronto a sostenerlo ma adesso basta.

Ero con Shelly stamattina. In prima ora avevo il test di chimica ma quando mi ha chiesto di vederci ho subito preso in considerazione l'idea di recuperarlo un'altro giorno, alla fine non sarebbe cambiato nulla e in ogni caso ci ho soltanto guadagnato. Mi piace e sinceramente non ho paura di ammetterlo. E' semplice, ne esistono poche ormai di donne come lei e essendo costantemente circondato da figlie di papà me ne rendo conto maggiormente. Gioisce per un gelato in centro, si diverte gironzolando di qua e di là anche solo camminando senza una meta precisa, e poi ride. Ride con il cuore, ridacchia felice della vita. Non ha poi molto alla fine, questa è la verità, a parte il suo lavoro in quel ristorante e il suo appartamento non passa mai del tempo con i suoi genitori. Vivono in Canada e lei si è trasferita a Miami in giovane età per vivere da sola. Avere la sua indipendenza, una fetta di libertà. E a me quella fanciulla libera e sensuale mi fa impazzire.

Non stiamo insieme, almeno credo,non ci capisco poi molto di queste cose ma mentre ho sempre visto Charlie far pesare parecchio la differenza di età ad Aidan, a Shelly non sembra importare. Lei vive e basta, tutto ciò che vi è dietro alle cose non le interessa e per quanto possa sembrare un comportamento leggero, la sua superficialità è genuina. Non perde tempo, si gode la sua gioia.

E se un domani non sarò io okay, ma per ora anch'io mi godo ciò che siamo, qualsiasi cosa sia.

Quando Charlie mi ha chiamato eravamo al ristorante dove lavorano entrambe, era in pausa e stavamo parlando mentre mi gustavo la torta alle amarene che hanno preparato in cucina ascoltando i suoi aneddoti pazzi. Ed ecco perchè ora c'è anche lei, ha mollato tutto pur di seguirmi e correre dalla sua amica.

Ora però è qui, il viso provato e l'asia ad arricciarle la pelle la spengono mentre fissa insieme a noi il monitor dove possiamo vedere un minuscolo fagiolino che dovrebbe essere mio nipote, il ginecologo passa sul ventre della mia amica un oggetto strano che non capisco ma fin quando mi saprà dire come sta il piccolo mi sta bene tutto. Charlie invece sembra dispersa nel suo mondo, guarda il monitor con gli occhi distratti e non parla, non fiata da quando siamo andati a prenderla a scuola dove nessuno si è neppure reso conto della nostra presenza. Quando siamo arrivati erano ancora tutti in classe e i bidelli non erano per i corridoi così portarla via da lì con discrezione è stato facile, ma vederla così mi sta uccidendo.

<<Allora? Come sta il bambino?>> Chiede ansiosa con i nervi a fior di pelle Shelly mentre stringe nervosa la mano della futura madre, sola, se non ci fossimo noi ad ora sarebbe sola perchè quel bastardo di mio cugino non ha le palle di prendersi le sue responsabilità. Gli voglio un bene dell'anima ma ad oggi posso dire che mi sta deludendo. Il medico poggia quell'aggeggio che ha in mano e pulisce il ventre di Charlie con un pezzo di carta liberandola dal gel trasparente che le ha cosparso sulla pelle. <<Fortunatamente bene ma ne ha risentito, dai segni che riporta sul corpo si direbbe che la signorina è stata vittima di un pestaggio.>> Il signore di mezz'età parla con noi due poichè lui stesso si rende conto che, ad ora Charlie, non è in grado di recepire alcun messaggio. E' persa tra i suoi pensieri. Le prende delicato un polso e le alza di poco un braccio per mostrarci i segni violacei molto grandi che riporta sull'intero avambraccio, sono impressionanti tanto che quasi mettono i brividi. <<E' palese da questi segni che per proteggere il bambino si è coperta con le braccia e ciò ha garantito la salvezza del piccolo, ma in ogni caso i colpi le hanno causato importanti lesioni, nel giro di qualche giorno si riprenderà ma vi chiedo di riportarla qui tra una settimana per degli accertamenti sulla gravidanza.>> Sapere che il piccolo sta bene è di certo un peso che mi abbandona il cuore, ma immaginare Charlie che viene picchiata fa male, chi potrebbe mai arrivare a tanto? Chi potrebbe arrivare a sporcarsi le mani di un atto tanto spregevole?
Ringraziamo il dottore che, dopo le ultime accortezze, ci lascia un attimo di privacy uscendo dalla stanza così che finalmente possiamo concentrarci su Charlie aiutandola a mettersi a sedere. Ha gli occhi verdi completamente spenti, il sorriso è scomparso, le bende che le ricoprono il corpo e i segni rossi sul viso mi annodano il respiro, ma tento di sorriderle lo stesso cercando i suoi occhioni grandi per vederla brillare di nuovo. Eppure quando finalmente incontra il mio sguardo e sorride fa ancora più male. Si sforza di gioire, anche a pezzi sorride per noi mentre i suoi occhi si riempiono di lacrime. Piccola mi stai uccidendo cazzo.

Fatal attraction 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora