CAPITOLO 35

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AIDAN

Un tonfo al terreno dal rumore acerbo di una goccia di lacrima.

Piccolo e nudo sul fondo di una vasca con il capo chino e il corpo coperto da uno strato d'acqua sporcata dal rosso amaranto del sangue, nelle orecchie l'eco di un grido che posso sentire solo io, nello stomaco le coltellate inflitte da affilate incertezze, "Chissà cosa cambierebbe se qualcuno mi ascoltasse" mi chiedo in cuor mio. Ma purtroppo non sono altro che una creatura inesperta in un mondo di sapienti. Giaccio piccolo, se non trasparente, sul fondo di ogni loro conversazione. Un filo di voce ha il coraggio di graffiarmi le labbra spinto dalla speranza affogata da inermi spettatori e cuori troppo indaffarati per me. "Ho voce anch'io?" Mi domando. Mentre il mondo affiancato da un arido destino e un'infida vita mi scagliano contro sensi di colpa e dolori che non conosco. "Brillerò in ogni raggio di sole che ti scalderà il viso nelle calde giornate di maggio papà" Gli dico ma non mi sente. E allora perchè farlo? A chi farei male andandomene se nessuno sentirebbe comunque la mia mancanza?

Erano questi i monologhi mentali che fluttuavano nella mia testa quando avevo solo nove anni, non capivo mai perchè agli occhi di tutti i passassi sempre in secondo piano, ma non mi era mai importato fino a l momento in cui a mettermi in disparte fu proprio mio padre. Per colpe che non detenevo. Da un giorno al altro divenne un alcolizzato del cazzo che tornava a casa sbronzo, con qualche puttana sotto braccio e la mente annebbiata da segreti che non mi ha mai rivelato. D'un tratto le braccia che mi stringevano la notte in quell'enorme letto, mi lasciarono al freddo di un affetto non ricambiato ed io mi accorsi di aver perso. Di averlo perso. E fa fottutamente male ricordarmi ancora di quel dolore.

Sentirmi ancora tanto debole da rivedermi per l'ennesima volta in quel bambino che ero, proprio ora che dovrei solo odiare quell'uomo che non mi ha mai nemmeno rivelato il suo amore. L'amore di un padre che attendiamo come il giorno di Natale da bambini, mentre per me anche allora ogni giorno era lo stesso, privo di importanza e una deleteria e continua routine.

Ma non sono più questo.

Ho smesso di aspettarlo molto tempo fa, ora sarà lui a dover attendere da me la vendetta che mi accende il sangue nelle vene che avrei sprecato, lasciandolo scorrere dalle mie vene in quell'acqua cristallina nella vasca, per la pura intenzione di attirare la sua attenzione. Non se lo sarebbe meritato e ringrazio il mio timore, per avermi fermato quel giorno.

Stringo gli occhi e mi concentro solo sul rumore graffiante e roboante della mia moto che non attende altro se non sfrecciare sull'asfalto e fare il culo a tutta questa gente del cazzo. Ho passato anni a migliorare la mia Ducati in tutto e per tutto, l'ho modificata per essere fottutamente incredibile, ad oggi posso dire di aver rasentato la perfezione. Ma c'è ancora qualcosa di migliorabile in fondo.

<<Testa sulla gara Dan, se gli scagnozzi di Noah dovessero farsi vivi e ti rompessero i coglioni però pensa alla tua incolumità, ci siamo capiti?>> Le pacche sulla schiena che mi assesta mio cugino per ridestarmi dai miei pensieri mi strappano a quei ricordi per riportarmi alla realtà, al presente, alla sensazione di competitività che mi scorre lungo la spina dorsale. Non vedo le moto nere che mi hanno mandato fuori strada l'ultima volta, ma potrebbero spuntare in ogni istante, soprattutto ora a mente lucida devo rimanere in guardia in ogni secondo. Senza dimenticarmi della vittoria ovviamente. <<Ti è chiaro?>> Scuoto il capo affermativamente per fargli capire che le sue parole le ho recepite, è preoccupato che io possa rifarmi male ma non mi ferma, sa che tanto non lo ascolterei. E poi anche lui in fondo percepisce il brivido del primo posto, siamo una squadra, se vinco io vince anche lui.

Si allontana scavalcando con un salto il guard rail, dove le restanti centinaia e centinaia di persone attendo la partenza contornando l'intero tratto stradale di questa cittadina brillante di luci notturne, le luci dei grattacieli e palazzi unite a quelle dei lampioni ci servono una totale visuale dell'asfalto rovinato che dobbiamo percorrere. Conosco già il tracciato, oltre a un paio di curve a gomito, non c'è molto di cui preoccuparsi al di fuori dei miei sfidanti.

Fatal attraction 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora