CAPITOLO 52

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ISABELLE


Più la guardo e più sento il cuore esplodermi nel petto, vorrei soltanto che si lasciasse abbracciare ma mi sta così distante che nemmeno la sento, eppure per ora mi basta questo, mi basta sapere che lei è qui con me in questo momento. Ha accettato di rimanere a cena così Damon ha fatto preparare dalle cameriere un cena di quelle in grande, piena di cose da mangiare tutte disposte a schiera sulla tavola davanti ai suoi occhi verdi così belli. E' bella da togliere il fiato, ha il viso dai lineamenti taglienti come quelli di suo padre, le sue labbra carnose, i suoi capelli corvino e il suo mutismo continuo che li caratterizza entrambi mentre da ha preso quei suoi occhi verdi e la testardaggine di chi combatte fino a rompersi la testa ma con la sicurezza di chi sa che alla fine ha la vittoria in pugno.

Averla davanti è come realizzare un sogno e ancora stento a credere che sia qui ma dopo ciò che mi ha raccontato brevemente Damon credo che forse sono l'ultima persona che vorrebbe avere davanti, se non fosse che non sa che io per lei ho pianto notti intere. William le permetteva di vedermi di nascosto solo quando riuscivo a riprendermi in qualche istante per farle credere che le sue menzogne in realtà fossero soltanto verità. Che uomo spregevole.

Mi ha nascosto mia figlia per tutto questo tempo, la mia bambina ha dovuto combattere ogni giorno pur di vivere ed io non ho potuto fare nulla per proteggerla, non voglio neppure pensarci perchè il solo farlo mi mette i brividi.

Ogni tanto mi guarda, quando pensa che io sia distratta a parlare o a guardare da un'altra parte mi guarda ma io li sento i suoi occhioni addosso, quelle belle perle verdi che mi illuminano con la sua tristezza fioca. Se vuoi abbracciarmi vieni qui da me, io non lo faccio perchè non vorrei che lei non voglia. Mi osserva per lunghi istanti senza dire niente, poi torna con gli occhi sul piatto e continua a mangiare lentamente, si gode ogni boccone di ciò che le viene servito nel piatto godendosi il momento. E ad ogni suo boccone, sento il cuore spezzarsi perchè vedere come se lo gusta mi fa soltanto pensare a quanto tempo ha passato senza potersi sedere ad una tavola, quando io invece sognavo per lei di poterle cucinare pasti fantastici, anche se ero piuttosto negata in cucina se non a fare i miei biscotti al burro d'arachidi.

Non mi è sfuggito però lo sguardo di Charlie, la guarda ed è felice che sia qui perchè la sua presenza fa gioire anche me ed è solo questo che vuole, che io sia felice, ma noto della sofferenza in lei. Sia per il segreto che si sta portando dentro, sia per qualcos'altro che forse ho già intuito. Ora che Juliette è qui, lei ha paura di sentirsi messa da parte, alla fine l'ho sempre trattata come la figlia che credevo di aver perso e ora che lei è qui, pensa di non servirmi più. Ma non è così, nel mio cuore c'è spazio per entrambe, per Aidan, per la nostra famiglia e per tutte le persone che conosceremo in futuro. Lei è la mia bambina delle crepes al cioccolato, ed io non scordo nulla.

Aidan però non sembra felice della sua presenza, da quando io e Martina abbiamo varcato la porta con lei lui si è zittito, non la guarda neppure, si è soltanto seduto a tavola contro voglia e l'unico con cui ha scambiato più di un monosillabo è suo cugino seduto accanto a lui. A me ha rivolto solo sorrisi spenti. Tanto grande e grosso, ma alla fine dentro è dolce e buono, un ragazzo ferito da una donna che ha paura di ammettere che si è innamorata. Quasi rivedo in loro due me e Damon dopo che tornai da Londra.

<<Juliette, posso farti una domanda?>> La ragazza sembra riscuotersi dai suoi pensieri e tornare tra noi alla voce di suo padre a cui rivolge quei suoi occhi verdi carichi di odio ormai prosciugato, non ha neppure le forze di rimanere fredda e scostante, ormai si è completamente lasciata andare. <<Sì.>> Mormora mentre nella sala da pranzo si sentono solo le posate che tagliano la carne contro i piatti in porcellana, l'unica parte elegante che abbiamo in questa casa. <<Tu hai chiamato Will per avvisarlo delle nostre intenzioni?>> Questo dettaglio mi era completamente sfuggito mentre mio marito sembra averlo ancora ben impresso nella memoria, Will fu avvisato del fatto che volevano portarmi via da lì e quindi il loro piano andò totalmente all'aria ma alla fine se sono qui vuol dire che ce l'hanno fatta lo stesso. Julie si porta il tovagliolo di stoffa alla bocca per pulirsi le labbra, e solo dopo aver ingoiato il boccone riprende a parlare.<<No, ma so chi è stato.>> A quell'accorgimento che fa sul finale l'attenzione di tutti cade su di lei insieme ad un plateale silenzio, sa chi è stato ad aver avvisato Will quindi potremmo finalmente vederci chiaro in tutto questo una volta per tutte, senza dover più aspettare. <<Incontrai un ragazzo in un bar a Rochester quella stessa sera, ci sedemmo per sbaglio vicini al bancone e iniziammo a parlare, aveva una bella parlantina ma aveva sempre la stessa domanda in bocca.>> Spiega con più calma con gli occhi fissi su suo padre che l'ascolta assuefatto dalle sue parole. <<Ossia?>> Le chiede suo fratello più interessato, prelevandosi dal suo mutismo per prendere parte alla discussione. <<Mi chiese più volte se conoscevo un certo William Spencer, lì per lì gli risposi di sì ma quando mi chiese il suo numero esitai a darglielo, non volevo più saperne niente di lui, così alla fine glielo diedi, i problemi di William non erano di certo i miei quindi se quel ragazzo ne avesse creati di certo non avrebbero intaccato me.>> E così si spiega come abbia fatto a chiamarlo, prendendo il numero da lei gli è bastato alzare la cornetta di una cabina telefonica e chiamare. <<Prima di andarsene però gli chiesi cosa avesse contro di lui e il ragazzo mi raccontò tutto, ero un'estranea e non conoscendomi non pensava che raccontarmi la verità gli avrebbe creato a sua volta problemi, così mi disse tutto.>> Poggia le posate sul piatto per accostare i gomiti sul tavolo e intrecciare le dita davanti al viso. <<Aveva origliato una conversazione dei suoi genitori in cui lo nominavano, a quanto so conosceva tutti voi e quindi quando sentì suo padre dominarvi non fece altro che mettere insieme i pezzi. A quel punto sapeva in che situazione si trovasse Isa, il vostro piano per portarla via e chi fosse Will ma a spingerlo a chiamare Spencer fu un fattore chiave.>> Volta l'attenzione su suo fratello assottigliando lo sguardo furba, come chi sa tutta la verità. <<L'odio nei tuoi confronti.>> Aidan a quelle parole aggrotta lo sguardo perplesso, chi potrebbe odiarlo a tal punto da fare una cosa simile, alla fine non mi pare abbia fatto qualcosa. <<Aveva bisogno di un modo per ferirti, e dopo ciò che aveva scoperto, pensò bene che far soffrire nostra madre avrebbe irrimediabilmente ferito anche te, che però eri ormai già tornato qui a Miami ed eri all'oscuro di tutto.>> Dettaglio che gli sfuggì, quando lo fece probabilmente non chiunque lui fosse non sapeva che mio figlio non era a conoscenza di ciò, ma sapeva bene che era tornato a Miami. Da qui si scorge anche però il timore che provava il ragazzo, se la sua soffiata fosse andata male e si fosse scoperto chi era, Aidan era abbastanza lontano da non potergli far nulla. Ciò vuol dire che c'è persino qualcuno che ha avvisato lui del fatto che Dan era a Miami. <<Ti ricordi il nome?>> Le chiede Travis e lei sorridente annuisce convinta, ha buona memoria la ragazza e una furbizia senza eguali, questo è da ammettere. <<Anche il cognome zio, figlio di un rinomato avvocato di Londra, il ragazzo che mi raccontò tutto fu Lucas Clark.>> Non ci posso credere, il figlio di Cameron, il ragazzo di cui mi ha parlato Damon e in effetti ha senso, dopo la cena alla baita dei Miller conobbe tutta la nostra famiglia e dopo aver origliato la conversazione di Cameron con sua madre non ci ha messo molto a mettere insieme i pezzi. Mettendo in scena tutto ciò solo per l'odio che provava e prova nei confronti di mio figlio, perchè lui aveva Charlie.

Fatal attraction 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora