CAPITOLO 22

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CHARLIE 

Mi ero detta vediamo, magari mi piacerà come l'ultima volta a tal punto da desiderare in fondo che succeda di nuovo eppure mi sono sbagliata ancora. Con lui sbaglio sempre su ogni fronte, non so più come devo comportarmi e tutto questo inizia ad essere pesante, è difficile stare dietro ad ogni suo sbalzo d'umore ed è praticamente impossibile capire cosa gli scatti in quella testa tanto da farlo impazzire.

Lavorando in ospedale arrivavano spesso casi Borderline e so bene cosa vuol dire essere affetti da tale disturbo, anche allora era complicato cercare di capirli però almeno i miei pazienti seguivano la cura di psicofarmaci che gli veniva somministrata. Lui no, lui è una bomba pronta ad esplodere in ogni secondo e non riesco a seguire ogni suo cambiamento mentale, non capisco cosa lo spinga a fare ciò che fa e come si senta in quel preciso istante. Ma ci sto provando, ci devo provare a capirlo.

La sensazione delle sue braccia intorno al corpo non mi piace, in questo momento averlo addosso mi insinua in corpo una sensazione di inquietudine che non mi lascia tranquilla e per ora preferisco che si fermi, non voglio che si senta ripudiato ancora, voglio solo che capisca che per ora ho bisogno di un attimo.

Mi scosto piano dal suo abbraccio tenendo il lenzuolo intorno al corpo come fosse la mia protezione, non ho paura di lui in questo momento, temo però un suo possibile cambiamento emotivo a breve perchè non saprei come affrontarlo. Questa situazione sta portando solo molte tensioni, lui e Damon erano riusciti a placarsi dopo l'ultima litigata di quando scoprì del disturbo, ma è bastato poco per far sì che quella quiete sfumasse e la tensione tornasse ad aleggiare tra di loro. Anche se avrei preferito che le loro ostilità rimanessero fuori da questa specie di vacanza. Anche se non lo davo a vedere all'inizio, avevo molta ansia di venire qui perchè non sapevo come l'avrebbero presa i signori Miller, sono consapevole di essere molto simile a Isabelle esteticamente e avevo paura che questo avrebbe portato uno squilibrio emotivo in loro. Cosa che Elisabeth mi ha confermato.

Probabilmente il dolore che prova la porterà a non volermi intorno e sinceramente non la biasimo, il vuoto che risentono tutti loro è ancora grande, io forse sto soltanto aizzando ancor di più quel sentimento orrendo di sofferenza.

Nei suoi occhi neri leggo rammarico e pentimento un'altra volta, prima impazzisce e poi se ne pente ma io non posso continuare a sopportare i suoi abusi emotivi e non potremmo essere ciò che vuole lui per motivi che non sto nemmeno qui a ribadire, ma ho pensato anche che un'ultima volta insieme gli sarebbe bastata. Altro errore.

Mi allontano abbassando lo sguardo e questo lascia di stucco entrambi, io non abbasso mai lo sguardo, tenere testa alle persone mantenendo alto il capo e continuando il contatto visivo sono le basi della mia vita, dallo sguardo, dal portamento e dalla sicurezza si evincono le qualità forti di una persona ma ora è come se avessi per un attimo mollato. Devo riprendermi un secondo e riuscire a tornare in me,ma per farlo devo staccarmi un secondo da lui, poi potrò tornare ad essere la solita Charlie Tanner, come ho sempre fatto.

Raggiungo la mia valigia che ha scaraventato a terra e mi accascio per un secondo, il tempo di prendere qualcosa da mettere e andare in bagno per farmi una doccia per staccare i pensieri, il calore dell'acqua mi strapperà per un secondo dalla realtà così riuscirò a ritornare in me.

<<Charlie parliamo.>> Lo sento avvicinarsi ma non fa in tempo a provare ad aprire il discorso perchè subito afferro i miei indumenti e mi chiudo in bagno a chiave, non ho voglia di litigare in questo momento ma lui sembra in vena di parlare ora contrariamente a prima. <<Ti prego aprimi e sistemiamo le cose nana.>> Poggio le spalle alla porta ed è come se sentissi dall'altra parte della lastra di legno anche lui, con le mani appoggiate ad essa che spera in qualche modo che io gli dia modo di spiegare qualcosa di imperdonabile, farò finta che non sia successo ma io non dimentico, conservo in silenzio. <<Lo sai che ci tengo a te, non ti farò mai più una cosa simile.>> Non gli credo, non ci riesco più ma devo comunque continuare a farlo perchè non lo abbandonerò mai, ha bisogno di me e anche se questo vorrà dire sacrificare una parte di me allora sono disposta a farlo. Gli voglio bene, è cresciuto sotto i miei occhi inconsapevolmente quindi non potrei mai voltargli le spalle. Poggio i vestiti sul mobile e mi sfilo il lenzuolo insieme anche al maglione spiegazzato e al reggiseno sgualcito, sarà da buttare ma non è importante, è solo un oggetto alla fine.

Fatal attraction 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora