CAPITOLO 34

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AIDAN

La vendetta è un piatto che va servito freddo, ed io sono pronto a servirgli anche più portate pur di farlo dannare a vita.

Come si poteva immaginare, la mia intervista è apparsa ieri sera in diretta in televisione e già stamattina è su tutte le prime pagine di centinaia di giornali, ma era scontato e soprattutto era proprio il mio intento principale o non l'avrei fatto. Malato sì ma non stupido. Se quel bastardo non vuole perdere persino la rispettabilità della sua impresa si deve dare una mossa, e sono sicuro che in questo momento starà facendo di tutto pur di eliminare la notizia; alla fine gli è sempre e solo importato del lavoro. Io ne sono la prova vivente. Ma sinceramente ad oggi non me ne starò zitto e buono, ciò che ha sicuramente visto è soltanto l'inizio di ciò che lo attende quando tornerà a Miami, quell'intervista è un nonnulla in confronto al casino che dovrà risolvere quando torna. Sempre se ne ha le palle. Sono stato in silenzio per troppo tempo ma ora mi riprenderò la mia rivincita, e gli brucerà il culo quando tornerà, ne sono più che certo.

<<Allora ragazzi miei alcol e erba sono già pronti, voi dovete pensare alla gente però.>> Ho chiamato Mike per darci una mano e non si è tirato indietro dal momento in cui ho nominato questi due fattori principali per una festa, lui porterà da bere e qualche canna mentre a noi basterà spargere la voce a scuola e il gioco è fatto. Chi rifiuterebbe l'invito ad una festa nella fantomatica villa Miller per fare un po' di casino, rompere tutto e sbronzarsi? Non mi ha mai permesso di organizzarne una, il poveretto aveva paura che gli sarebbero entrati dei ragazzi nel suo museo personale di Isabelle Jones, ed io non attendo altro se non di vedere la sua faccia da cazzo quando troverà persino quella stanza in soqquadro con qualche preservativo tra le lenzuola.

Ti rovinerò Damon, questa è una promessa.

Mi infilo una bretella dello zaino su una spalla e gli lancio le chiavi di casa dandogli campo libero per portare tutta la roba che desidera tra queste mura, lasciare a Mike un compito simile è come rendere un bambino fottutamente felice , infatti le afferra al volo senza esitazioni. <<Per quella gara invece?>> Gli ho chiesto di farmi partecipare a qualche altra gara e lui mi ha già segnato nella lista di partecipanti alla gara di stasera all'Upper Eastside, un quartiere in periferia di Miami. <<Gara?>> Charlie entra in cucina già pronta per andare a scuola, con indosso uno di quei suoi soliti jeans attillati e una semplice polo bianca dalla scollatura pronunciata. Non vive senza mettere le tette in mostra questa stronzetta. <<Corse clandestine dove centinaia di gente scommette migliaia di dollari, Dan partecipa da anni.>> Le spiega James rendendola partecipe dell'ennesima sfumatura della mia vita, avrei preferito che non lo sapesse ma ormai sa tutto di me quindi perchè dovrei nasconderle qualcosa?

La ragazza sorpresa si siede accanto a mio cugino a tavola per prendere una delle brioches appena sfornate dalle cameriere e iniziare a riempirla di Nutella, mentre in quella sua testa matta chissà cosa starà pensando, adora il cioccolato, lo mette dappertutto, ormai l'ho capito. <<E' così che ti sei rotto una gamba l'altra volta giusto?>> Non è stupida e fare due più due non le è risultato tanto difficile, ma stavolta non succederà, Noah è ancora un problema e ora che tutta Miami sa che sono tornato, ricomincerà la caccia ma non mi farò fottere di nuovo. <<Lo stronzo era fatto mentre correva, non si ripeterà amore mio.>> Le risponde Mike con il suo solito fare da sciupafemmine che ormai Charlie prende sul ridere, mentre io gli rifilo una sberla dietro alla nuca per avermi dato dello stronzo, so di esserlo ma in pochi hanno il privilegio di potermelo rinfacciare. <<Non uso più quella roba.>> Mormoro prendendo una barretta proteica dalla dispensa mentre li sento sghignazzare, prendermi per il culo è il loro passatempo preferito a quanto pare.

<<Sì, sappiamo che ora sei un ragazzo d'oro, tra poco ti faranno santo.>> Mi sbeffeggia James rubandomi di mano la mia barretta per poi lanciarla a Mike come fosse un pallone da rugby, è più allegro stamattina in confronto a ieri sera, sta cercando di continuare a sorridere anche dopo la batosta che abbiamo avuto e lo ammiro per questo. <<Ridatemela bastardi.>>Make la lancia a Charlie che l'afferra senza il minimo sforzo con la bocca piena di cornetto al cioccolato, la moretta la lancia a James che, nel momento in cui allungo la mano per interrompere il loro gioco del cazzo, l'afferra prima di me passandola di nuovo a Mike. Sono dei bambini. <<Ridammela vecchio.>> Il biondo si blocca nel momento in cui la stava per rilanciare alla ragazza quando sente le mie parole, è un permaloso e non si sente i suoi quarant'anni, ma soprattutto non tollera quando glieli si fa notare. Anche se poi a quarant'anni non si è nemmeno vecchi, ma adoro farlo incazzare. Infatti subito si impettisce e con un gesto repentino spacchetta la mia barretta e se la infila tutta in bocca, lurido stronzo! <<No coglione, era l'ultima.>> Alza entrambe le mani per mostrarmi i medi di entrambe con soddisfazione, e per quanto dovrei fare la parte dell'offeso incazzato non riesco a rimanerci nemmeno un secondo quando sento la risata della moretta seduta davanti a me, con la bocca piena e le mani davanti ad essa per non sputare ciò che ha in bocca tra un sogghigno e l'altro.

Fatal attraction 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora