CAPITOLO 31: La Metamorfosi

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"Sephiroth, prendi i tuoi uomini e vai a radunare quello che resta del Consiglio:
abbiamo delle notizie importanti da ufficializzare"
ordinai, ignorando volutamente per qualche istante l'importanza di ciò che Maiden voleva rivelarmi.
Con la coda dell'occhio potevo scorgerlo fremere nell'attesa di liberarsi la coscienza dal suo segreto.

"E cosa dobbiamo riferire alla delegazione che è venuta assieme a Cluddagh?
Rivendicano da giorni la sua assenza e ora hanno sentito voci che è stato arrestato.
Sono indignati per essere stati reclusi nell'ala est senza sapere nulla ed iniziano ad essere insistenti e pedanti.
Sostengono di sentirsi sotto sequestro"

"Interessante e inquietante allo stesso tempo che proprio loro parlino di sequestro,
considerando quello che è stato fatto a mio fratello.
Radunali, assisteranno alla riunione con il Consiglio"

"Il Consiglio non lo accetterà mai"
rispose Seph aggrottando le sopracciglia.

"Sinceramente Seph, me ne sbatto.
Io sono l'autorità nella Congrega d'Inverno e ho facoltà di decidere.  Darò comunicazione dell'arresto e della condanna a morte di Cluddagh con i capi di accusa a lui imputati e celebrerò ufficialmente l'incoronazione di Maiden.
Questa sarà l'ultima seduta del Consiglio: l'organo sarà sciolto definitivamente.
Poi inizierà l'epurazione del vecchio Consiglio, della nostra corte e di quella di Maiden: tutti i membri verranno posti temporaneamente in stato di fermo, interrogati sulla loro eventuale partecipazione al complotto contro me e Maiden e giudicati"
conclusi duro.

Seph sorrise a lungo prima di congedarsi.
Il mio amico detestava i membri del Consiglio forse più di me e li aveva sempre considerati ambigui e manipolatori: lo udii fischiettare allegramente il suo assenso lungo tutto il corridoio, già pregustando la reazione di quei vecchi moralisti.

Questo era finalmente l'inizio di una nuova era.
Nulla poteva rimanere come prima, dovevo procedere ad estirpare i semi del male sin da subito per evitare che potessero attecchire di nuovo.

"Andiamo a parlarne nel mio studio"
concessi finalmente a Maiden, fingendo soprattutto a me stesso una calma e un'indifferenza che non avevo affatto e nascondendo invece l'urgenza impietosa di sapere.
Camminai sforzandomi di mantenere un passo lento e cadenzato, per non tradire la voglia di sapere la verità e la speranza di uno spiraglio in cui intravedere l'innocenza di Magdalena.

Giunto nello studio, rimasi imbrigliato nel silenzio.
Combattuto tra l'esigenza di ricevere un appiglio e il terrore che per il mio cuore straziato non fosse comunque sufficiente a scagionarla dall'onta del sospetto e del tradimento.

"Fratello..."
iniziò a fatica Maiden,
per nulla incoraggiato dal mio atteggiamento improvvisamente chiuso e distante che però non fraintese.
"...so che vuoi sapere.
E che te lo devo.
Lo devo soprattutto a lei.
Ma è tremendamente difficile trovare le parole"

Respira.
Il marchio reclamava la mia lei e bruciava per l'assenza.

"Siedi, Maiden"
mi costrinsi a dire, riemergendo dal mio stato di apatia.
"Probabilmente non esistono mai le parole giuste per affrontare i discorsi difficili, perciò non ti crucciare a trovarle.
Inizia senza remore e vedrai che liberarsi da un peso te lo renderà più semplice"
gli consigliai, cercando di rassicurarlo nonostante il caos che avevo dentro.

Respira.

"Draven,
io l'ho seguita apposta quella sera con l'intento di provocarla e sedurla"
disse infine semplicemente, dopo essere rimasto in silenzio e a capo chino per qualche minuto.

Bam.
Ha sganciato la granata.

Chiusi gli occhi per evitare di inibirlo a proseguire con il mio sguardo di disapprovazione e orrore.

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