"Ab imo pectore"
"Intanto vampiro,
io non appartengo a nessuno
se non a me medesima.
Ma se anche fosse,
tu pensi sul serio di poter vantare un qualsiasi diritto di possesso su di me..senza neppure volermi?"
la ragazzina rossa rise forzatamente,
ma i suoi occhi di miele non sorridevano affatto.
Erano invece illuminati da una luce sinistra che strideva con il suo volto delicato di adolescente.
Era furente.Non aveva chiesto il permesso.
Dopo che Maiden aveva frantumato l'uscio della porta con un pugno,
lei si era semplicemente fatta strada come una minuscola amazzone tra le assi divelte e le schegge di legno ed era entrata nella stanza sotto lo sguardo sconvolto dei presenti.La Lupa l'aveva osservata incedere nella stanza con uno sguardo di stima ed ammirazione che non aveva saputo celare,
lo stesso che già allora aveva riservato a Magdalena.
Sembrava compiaciuta e soddisfatta della sua indomita fierezza e che,
malgrado l'età e l'inesperienza, sapesse tener testa a suo figlio e ad un vampiro, forse segretamente invidiosa di non essere stata in grado di fare lo stesso a suo tempo con il proprio compagno.
Il Dux Brumae, il principe reggente e compagno di sua zia,
era rimasto immobile con un'espressione indecifrabile sul bellissimo viso pressoché identico a quello di Maiden.
E lui, quello che sia zia le aveva poco prima spiegato essere il suo compagno predestinato,
la osservava rapito ed incredulo per la sua impudenza.
La sua mascella era serrata come una morsa, tuttavia un muscolo sfuggì al suo controllo e guizzò errabondo sulla sua guancia quando i loro occhi si incontrarono.
I suoi occhi erano come due braci.
Gli occhi freddi di un predatore letale che tuttavia,
quando la lambirono,
le parve che si ammorbidissero velandosi di una luce più tenue ed accogliente.
Lui si concesse di osservarla per un istante.
Fu un attimo fugace in cui le parve di vederlo addirittura divertito da quel suo incosciente osare,
poi si allontanò rapidissimo verso il capo opposto della stanza.
Si irrigidì, appoggiandosi rasente alla parete come se vi cercasse un sostegno o se sperasse di poterla oltrepassare per rifuggire da lei.
I suoi occhi dardeggiavano sgomenti tra i presenti mentre il suo petto si alzava ed abbassava furiosamente.
A tratti le pareva quasi che boccheggiasse e si costringesse a trattenere il respiro come se un odore nella stanza lo disturbasse o gli fosse insopportabile.
Il suo."Eccolo il gigantesco vampiro che ha paura di me,
una fottuta ragazzina"
affermò cinica e sarcastica.
"Lo stesso che però sostiene di voler massacrare i miei pretendenti davanti ai miei occhi"
incalzò ancora.Lo sentì schioccare la lingua, irritato dalla sua irriverenza.
"Ragazzina,
non mi provocare"
si limitò a dire asciutto
convinto di liquidarla così,
poi serrò di nuovo le labbra in due linee sottili per evitare di incamerare meno aria possibile.
Voleva evitare di sentire il suo odore, realizzò, anche se non ne comprendeva ancora il motivo.I vampiri non sopportavano l'odore degli umani?
Oppure era solo affamato e sentiva l'odore del suo sangue?
Temeva di non riuscire a trattenersi dal dissanguarla?"Anche tu non eri certo nei miei piani quindi non è che ne fossi
particolarmente entusiasta quando ho saputo quale fosse il mio destino deciso da altri per me.
Però se dovessi diciamo anche solo accarezzare l'idea
ti deve essere chiarissimo che io non ti appartengo,
che tu mi voglia o meno.
Chiaro, vampiro?
Huh?
Mi basta un cenno del capo,
se lo preferisci"
affermò brusca,
ma decisa.La Lupa trattenne a stento una risatina e si concesse soltanto di esibire un sorriso sornione.
Quell'umana era esattamente il tipetto ideale per tenere a freno il carattere impulsivo ed intemperante di Maiden.
Draven si mise a braccia conserte e guardò suo fratello con uno sguardo eloquente inarcando un sopracciglio, ma anche i suoi occhi ridevano nonostante si sforzasse di mantenere un'espressione neutrale.
Quella ragazzina rossa gli ricordava tremendamente la sua compagna Magdalena al suo arrivo al regno e la mole di pazienza per tollerare la sua sfacciataggine e la sua insolenza, il suo senso di ribellione.
Provava quindi sentimenti contrastanti di indulgenza e simpatia per lei ed allo stesso tempo solidarietà per il fratello a cui era toccata suo malgrado una prova simile alla sua.Gli occhi del fratello si riaccesero come braci.
Lui, a differenza del fratello,
non era ancora pronto ad incassare e ad ingoiare bile e se non altro questo gli sarebbe servito per diventare più equilibrato.
"Tu sei solo un'umana,
non puoi comprendere la sacralità del nostro legame"
la mise a tacere, sminuendola involontariamente.Lei lo guardò con rabbia crescente.
"Eppure mi è parso di capire che neppure tu stesso la comprendessi"
puntualizzò con acume.
"Sei un ipocrita oltre che
un vile, allora.
Questo legame è talmente sacro
per te da permetterti addirittura di rinnegarlo per timore di perdere te stesso?
Huh?"
gli urlò con disprezzo.Lui spalancò la bocca incredulo e si drizzò dalla parete con uno sguardo inquietante.
Draven si avvicinò a lui,
in allerta."Non ho bisogno di guardiani,
che cazzo"
lo apostrofò stizzito,
ma lui non si scostò di un millimetro."Zaira ha ragione.
E tu sei incazzato solo perché sai che è così"
gli rispose cercando invano di farlo ragionare.
Lui si scagliò contro il fratello come una furia.
"Non osare pronunciare il suo fottuto nome!"
gli ringhiò."Tutto questo è ridicolo.
Io me ne sto andando"
affermò lei decisa girando sui suoi tacchi.In un attimo lui la raggiunse afferrandola per un polso e trattenendola, tuttavia lo fece con una straordinaria delicatezza.
Non voleva affatto farle del male, anzi.
"Non così in fretta,
ragazzina"
le sibilò.
"Io non ho ancora finito"
aggiunse con un tono di rimprovero.Lentamente lei girò il capo di sbieco guardando con puro astio la mano che la tratteneva ed altrettanto lentamente spostò il suo sguardo pieno di livore sul suo.
"Io invece ho finito, qui"
lo informò,
strattonando sgraziatamente il braccio per liberarsi dalla sua stretta.
"Di cosa cazzo stiamo parlando?
Huh?
È più che chiaro che tu non mi voglia, legame o no.
Ed io...beh,
men che meno!
Quindi io ora me ne andrò e tornerò a vivere la mia vita come se tu non fossi mai esistito
e tu farai lo stesso"
lui sussultò disperato,
deglutendo a vuoto.Iniziò ad emettere suo malgrado un ringhio di ammonimento continuo e vibrante.
"Non ci saranno drammi,
ritorsioni o rappresaglie e nessuno di noi due sentirà mai più parlare dell'altro,
mai più.
Forse non oggi,
ma un giorno io mi sposerò con qualcun altro e tu non interferirai.
Va bene?"
gli ordinò per poi girarsi di nuovo verso la porta pretendendo di potersene andare davvero.Lui l'afferrò di nuovo per il polso ed avvicinò la bocca al suo orecchio.
"No che non va bene,
ragazzina.
Col cazzo che va bene"
le sussurrò con la voce roca, pericolosamente profonda.
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DUX BRUMAE
VampireDraven è un vampiro ed è il Dux Brumae, il principe della Congrega d'Inverno. Non ha ancora trovato la sua Immortale, la compagna eterna. Poi, il 'giorno del Raccolto', alcuni mercenari vengono a riscattare la ricompensa per un' umana da loro barbar...