CAPITOLO 16: Samhain

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"Alis volat propiis"




Le settimane trascorsero lente e penose dalla sua decisione di esiliarmi da lei.
Stare lontani dalla propria compagna è la punizione più crudele che si possa infliggere. Questa volta non sarebbe stato affatto semplice riconquistare la sua fiducia e il suo perdono, ma avrei vissuto provandoci.

Ogni giorno, puntualmente, un Seph imbarazzato e contrito mi consegnava il calice con il suo sangue ancora caldo e mi lasciava solo per sorbirlo in silenzio nella pace e nel raccoglimento della mia stanza.

Era giunta notizia del rinvenimento del corpo di Gaspar, perciò il dovuto lutto aveva debitamente giustificato agli occhi della Corte d'Inverno e del Consiglio dei Gregari la momentanea assenza di Magdalena.

Tuttavia, la nostra separazione non poteva avvenire nel momento meno propizio.

Si avvicinava infatti il Sabbath di Mabon in cui tradizionalmente gli sposi venturi si scambiavano i voti e le promesse e a seguire, la più importante festività pagana di Samhain in cui si sarebbe celebrata l'unione davanti al falò rituale.
Passati gli Esbath della Luna rossa di Ottobre e la Luna della Neve di Novembre, saremmo entrati nell'Esbath della Luna di Quercia.
E a Dicembre c'era il solstizio d'Inverno Yule che rappresentava la festa principale del mio Regno in cui si sarebbe tenuto il celebre Ballo d'Inverno che vedeva riuniti tutti i clan.

Non potendomene occupare personalmente, mi premuravo di erudire Seph sui compiti spettanti all'Immortale che poi lui avrebbe dovuto a sua volta tramandarle.

Avrei tanto voluto condividere le mie tradizioni con lei.

"Sire"
mi salutò la sarta, entrando nell'ufficio e destandomi dai miei pensieri.

"Sulitha, l'abito cerimoniale dell'Immortale voglio che sia morbido e drappeggiato e di un caldo e intenso color arancio, con finiture ramate e dorate.
Come il grano dell'ultima mietitura accarezzato dal tiepido sole autunnale"
riferii sognante alla sarta di Corte, che prendeva veloci appunti.
"Sulle spalle indosserà un ampio mantello di lana intessuta nelle calde sfumature del marrone e del bronzo. Incederà scalza..."

continuai, immaginandola come se fosse realmente davanti a me.

Sulitha pareva lievemente perplessa e interdetta dall'assenza della diretta interessata, ma non disse nulla.

"...e le verranno adornati mani e piedi con le rune votive".

"Avete pensato ai monili?"
chiese.

"Desidero che indossi ornamenti ai polsi, alle caviglie e sul capo realizzati con saggina e midollino intrecciati e adornati con bacche di iperico rosse e arancio.
Il gioielliere Litha è già stato incaricato di realizzare una parure di oro rosso brunito grezzo a finitura irregolare e grossolana con incastonati rubini e granati, ambra e quarzo citrino"

Continuò ad appuntare i dettagli senza interrompermi né sollevare lo sguardo, compiaciuto e piacevolmente sorpreso dal mio gusto.

La immaginai con orgoglio e commozione attraversare la foresta, ammantata nei suoi stessi colori.

"Sarà perfetta"
sussurrò Sulitha, come se avesse visto l'immagine di lei riflessa nella mia mente.
Le sorrisi grato.

DUX BRUMAEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora