CAPITOLO 64: La scelta

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"Nascimur uno modo, multis morimur "
(Cesto Pio)

"Mi dispiace contraddirti,
ma questo me lo dovrà dire lei
e non tu"
sibilai trattenendomi a stento dall'afferrarlo per i lembi della maglia e sollevarlo di peso dal pavimento.
I suoi occhi lampeggiarono di astio.

"Allora permettimi di domandarglielo"
sibilò a sua volta tra i denti.
"Se sei davvero così democratico, permettile di scegliere"
aggiunse brusco con una smorfia maliziosa.

Rimasi immobile sulla porta,
senza la benché minima intenzione di scostarmi.
"Parla, dunque.
Lei ti può udire"
acconsentii,
girando il viso di tre quarti per intravederla.
Lei annuì ed arrossì,
poco distante da me.
Potevo percepire il suo imbarazzo e la sua esitazione.

Si trattava davvero di chiederle se voleva restare o andarsene
o di scegliere tra me e suo padre?

Suo padre schioccò la lingua irritato da quella infinita e snervante mediazione.
"Zaīra non vorrai restare a queste condizioni,
vero?"

"Non la devi convincere manipolandola,
umano"
lo interruppi duro e piuttosto seccato.
"Lei deve poter scegliere liberamente,
non deve sentirsi indotta dai tuoi pregiudizi e preconcetti"
lo redarguii e lui mi restituì uno sguardo malevolo.

"Senti chi parla..."
Lui inclinò il capo infastidito.
"E se la conoscessi,
sapresti che non è affatto manipolabile.
Io le sto solo consigliando ciò che..."

"Non fare giochetti con me,
umano.
Se mi conoscessi sapresti che neppure io sono affatto manipolabile.
Limitati a chiedere ciò che vuole fare senza aggiungere commenti inutili e fuorvianti"

La sua bocca tesa si piegò in una piega amara.
"E sia, sire.
Ma non so se ti piacerà"

Lo guardai interdetto e notai Draven e Sephiroth irrigidirsi ed incombere preoccupati dietro di lui.

"Zaíra dimmi,
cosa vuoi fare?
Vuoi attendere a tempo indefinito che il vampiro qui rifletta se vuole o no essere il tuo compagno e nel caso assoggettarti alle regole della loro cultura...?
Oppure vuoi venire via con me e valutare la possibilità di accettare la proposta di un tuo simile e che sa già di volerti come moglie?
Alec ti sta aspettando.
E se anche tu lo desideri lui è già tuo"
le domandò lentamente senza mai distogliere lo sguardo dal mio, godendosi volutamente l'evolvere della mia espressione.

Lei sussultò immaginando ed anticipando la mia reazione inconsulta ed io ruggii fortissimo,
pronto ad attaccarlo alla giugulare.

"Per l'amor di Dio Maiden!"
intervenne Zaíra trattenendomi per un braccio un attimo prima che mi scagliassi su suo padre come una fiera.

"Che cazzo hai detto?
Huh?"
gli ringhiai fuori di me.
Il suo solo tocco fu capace di trattenermi dal massacrarlo.

"Mi hai sentito, vampiro"
sibilò di nuovo,
un sorriso crudele ad increspargli le labbra sottili.
"Non avrai mica pensato che tu fossi davvero la sua unica opzione, vero?"
aggiunse ridacchiando sommessamente.
"Fuori da questa porta in cui tu la trattieni ne ha anche più di una,
a dire la verità.
Io mi sono limitato,
viste le circostanze, a ricordarle quella più immediata"

"Chi cazzo è Alec?"
ruggii.

"Chiedilo a lei e non a me, principe.
Ci tieni ad essere democratico, no?
Lei lo conosce molto bene"

Mi girai di scatto verso di lei,
gli occhi da rapace imporporati di sangue.
"Chi cazzo è Alec, Zaíra?

Lei esitò.
"Dimmi chi cazzo è"
la incalzai insofferente.
"Ti assicuro che lo troverò comunque, ragazzina.
Dovessi battere a ferro e fuoco il vostro fottuto territorio"
abbaiai con la voce arrocchita dalla rabbia e dalla frustrazione.

Lei mi osservò per qualche attimo convincendosi che non mentivo affatto e deglutì.
"Lui è.. il mio migliore amico"
ammise infine ed io rimasi senza fiato all'idea che questo qualcuno esistesse davvero e che fino ad allora avesse condiviso con la mia lei un rapporto così intimo e profondo.
Immaginai suo padre sorridere beatamente e beffarsi della mia sofferenza.

"Si conoscono da quando erano entrambi dei bambini.."
intervenne soddisfatto.
"...e sono cresciuti insieme"
spiegò lui con spietata noncuranza, mentre il mio cuore batteva all'impazzata.
"E ora che sono degli adolescenti iniziano a guardarsi con gli occhi degli adulti e a vedersi.. diversamente.
Iniziano a percepirsi non solo come amici, ma come dei possibili...compagni di vita"
affermò concedendosi delle piccole pause maliziose orchestrate ad arte e cercò il mio sguardo per assicurarsi di aver colpito nel segno.

Ed era così.
Cazzo se aveva centrato il mio fottuto cuore.

"Si fida ciecamente di lui, sai?
Tanto da chiedergli di accompagnarci qui,
quando abbiamo saputo che mia sorella Magdalena aveva bisogno di me"
affondò ancora, non pago.
Cercai disperato una conferma nel suo sguardo e lei lo distolse dal mio.

Cazzo.
Lui era qui sul serio.

Draven e Sephiroth afferrarono suo padre per le braccia e lo spostarono di peso poi si avvicinarono ancora di più facendo muro davanti alla porta,
pronti ad impedirmi di uscire.
Sapevano esattamente cosa stavo pensando.

Lui era qui.
Il mio rivale era qui.

"Maiden,
non ci pensare neanche"
mormorò Draven mentre io respiravo a forza tra i denti serrati e mi costringevo a restare concentrato e presente a me stesso.
"Zaíra,
tu cosa vuoi?"
mi costrinsi a chiederle infine.

Lei osservava interdetta la mia reazione, realizzando che seppur contenuta e composta, rischiava pericolosamente di degenerare.
Cercò di nuovo timidamente il contatto.
"Tu non mi vuoi davvero, Maiden.
Quindi in fin dei conti che differenza fa?"
mi chiese in un sussurro deviando la mia domanda.

"Non mi hai risposto.
Tu, che cosa vuoi?"
sbuffai a forza, respirando come un mantice.
"Vuoi me a prescindere dalla mia indecisione o vuoi questo Alec?"
le chiesi cercando invano di celare una smorfia di sofferenza.
"Perché quello che tu vuoi fa la differenza, invece.
Oppure ciò che vorresti muta a seconda della disponibilità dell'altro, Zaīra?
Perché questo è ciò che sta dicendo tuo padre di te ed io non lo credo affatto.
Non ti conosco, ma non ti credo capace di fare queste macchinose strategie né di essere una consumata calcolatrice.
Lui sta dicendo che dovresti scegliere qualcun altro solo perché è una scelta comoda e sicura.
Perché a prescindere da ciò che vuoi tu davvero, è più conveniente e semplice.
È corretto?"
le domandai severo.

Lei mi osservò a lungo,
soppesando le implicazioni delle mie affermazioni.
"Provo un grande affetto per Alec, ma non l'ho mai considerato altro che un amico finora"
considerò infine.
"Non mi sono mai soffermata a pensare a lui in altre vesti"
continuò ancora.
"Ma non lo posso escludere a priori..."

La mia gola si serrò immediatamente impedendomi di prendere fiato o deglutire.
Un ringhio di ammonimento vibrante e continuo dilagò per la stanza.
"Ah no?"
sibilai ferito.
"Quindi lui ora è un'opzione?"

"Come ti ho detto, non lo escludo"
sibilò lei a sua volta,
inasprita dal mio tono acuto e accusatore.

"E non lo escludi a priori prima o dopo aver compreso della mia indecisione?
Huh?"
la incalzai sempre più rabbioso.
Fremevo di gelosia.

"Di cosa mi stai rimproverando esattamente, Maiden?
Mmm?
Perchè pur non sentendo le stesse sensazioni soverchianti che probabilmente provi tu,
non mi sarei sottratta a
legarmi a te.
Non ti posso certo dire che ti amo, non ancora naturalmente,
ma sei indubbiamente affascinante e piacente e provo un'attrazione quasi magnetica verso la tua persona che non so spiegare"
affermò guardandomi negli occhi, offesa dalle mie insinuazioni.

Non ancora.
Però stava dicendo che poteva amarmi?

"Ma tu mi rifiuti,
nonostante quelle sensazioni che ti induce il legame.
Persino percependo la forza opprimente del legame, ti ostini a rifiutarmi.
Cosa ti aspetti che io faccia, quindi?
Huh?
Che mi strugga e aspetti che tu cambi idea?
Io non sceglierei Alec o chiunque altro solo perché tu non mi vuoi, Maiden.
Io non sono così e a differenza tua ho rispetto per lui e per gli altri.
Se scegliessi lui o un altro uomo non sarebbe certo un rimpiazzo
né per convenienza o per piazzarmi,
ma perché lo riterrei adatto ad essere il mio compagno per la vita"













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