CAPITOLO 1: La mia Immortale

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Nec tecum possum vivere, nec sine te”


Lui si ergeva fiero e maestoso in tutta la sua altera bellezza davanti a me.
Il Dux, il vampiro più importante del Regno d’Autunno e d’Inverno.

"L'abbiamo sorpresa a vagare ai margini della foresta sacra e catturata, sire"
gli riferirono tronfi i suoi mercenari, trascinandomi rovinosamente per i capelli sino ai suoi stivali.
Percepii nell'aria il potere e il carisma che lui emanava naturalmente.

"Pur di non farsi prendere ha combattuto come una tigre, la puttanella..."
sbraitò rabbioso uno dei cacciatori di taglie, accarezzandosi istintivamente la guancia solcata da profondi segni di unghie ed esibendola con orgoglio.

Gli altri, incoraggiati, risero sguaiatamente al ricordo della caccia e l’ebrezza esaltante della conquista.

"È un po' malconcia ora, ma è una furia indomabile quella dannata umana..."

Reclinai il capo per osservare meglio il loro famigerato reggente, che mi guardava pacato con i suoi grandi occhi d'ambra incorniciati da folte e lunghe ciglia nerissime.
Per un attimo impercettibile sembrarono diventare di bronzo fuso incontrandosi con i miei e notai un'espressione di confusione sul suo volto dai tratti come finemente cesellati nell'alabastro.
Con una mano eburnea ricamata da misteriosi tatuaggi si spostò lentamente una ciocca ribelle di capelli corvini, che si dispiegavano in morbide onde sino ad arricciarsi sul colletto della divisa.
Li disciplinò raccogliendoli sulla nuca con un legaccio di cuoio.

I seguaci mi strattonarono malamente costringendomi ad abbassare nuovamente la testa verso il suolo.
"Abbassa lo sguardo, sgualdrina! Non ti è permesso!"
mi urlò sgraziato uno di loro con sdegno.
"Non sei degna di tenere alzato il capo, né di avere l'ardire di cercare i suoi occhi" rincarò impietoso spingendomi ancora più in basso con un ginocchio piantato tra le scapole.

Sentii nella bocca il sapore metallico e pastoso di sangue e polvere.

"Toglile immediatamente le tue luride mani di dosso, servo"
tuonò una voce bassa e impetuosa.

Li vidi perdere immediatamente la loro espressione soddisfatta ed arretrare intimoriti, lasciando la presa sulla mia chioma ramata che tenevano avviluppata saldamente nel pugno per dominarmi.
Scansarono i sudici calzari dalla mia schiena.

"Ma sire..."
si arrischiò a dire il più avido e arrogante dei tre.

È stato il Principe a parlare? ...a difendermi?

"Come osi rispondermi, stupido burattino?
Non ti è cara la vita?"
ringhiò feroce afferrandolo per il bavero della giacca.

"C-certo sire, perdoni la mia avventatezza..."
lo blandì, pronto
"...ma sono più che sicuro che vostra signoria abbia proclamato una taglia su tutti gli umani catturati vivi nel vostro regno e noi siamo qui solo per reclamarla"

Sentii irradiarsi dalla sua imponente figura una tensione quasi elettrica e fendere l'aria.

"Ciò che dici è vero"
concesse il principe lasciandolo di peso e sentii sospirare di sollievo gli altri due, arretrati poco prima.

Il mercenario ghignò cattivo massaggiandosi le natiche doloranti e si protese per agguantarmi la collottola.

"Ma..."
aggiunse tagliente il Dux afferrandolo per i capelli sudici e sollevandolo da terra con la sua forza inumana
"...lei non è un'umana qualunque"

Alzai il capo con la poca energia rimastami attirata dalle sue inaspettate parole e i nostri occhi s'incontrarono di nuovo.

DUX BRUMAEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora