CAPITOLO 3: La Comunione di sangue

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"Amor gignit amorem"

Sentii bussare lievemente alla porta.

"Avanti"
esclamai incerta.

La porta si socchiuse e quella che immaginai fosse una cameriera, fece capolino timidamente nello spiraglio.

"Buongiorno Signora"
sussurro' con un timore e un rispetto quasi reverenziale, distogliendo subito lo sguardo dai miei occhi.

"Le ho portato la colazione, come richiesto dal Dux"

"Entra pure"
la invitai cortese,ma soprattutto grata di vedere finalmente qualcuno.

Aveva uno sguardo mite e docile.

"Preferisce consumarla qui o nel salotto?"

La guardai interrogativa e mi resi conto che quando Draven mi aveva portata qui stavo dormendo.

"Nel salotto va benissimo"
risposi, lieta di evadere da quelle quattro pareti.

Mi fece strada nella stanza accanto, ampia e ariosa, apparecchiando un tavolino da caffè davanti ad un sontuoso sofà.
Una volta imbandito il tavolino, compì un piccolo inchino e fece per accomiatarsi quando la trattenni.

"Scusami, ehm...come ti chiami?"

"Eliza, Signora"
rispose, in attesa di ordini.

"Eliza, ti spiace rimanere qui con me e farmi un po' di compagnia? "
chiesi imbarazzata.

Mi guardò spiazzata ed esitò per un attimo.
Immaginai che fosse una richiesta alquanto inconsueta.

"Certo, Signora.
Con piacere"
disse illuminandosi in un ampio sorriso.

La osservai stupita.

"Ma tu...ma tu sei umana?!"

"Si, Signora"

Mi avvicinai a lei afferrandole con foga le mani.

"Dimmi, quando ti hanno catturata?
Dove ti tengono prigioniera?"
la inondai di domande.

Lei sembrò confusa e un po' intimorita dalla mia angoscia.
Scosse la testa e sorrise, comprendendo l'origine delle mie preoccupazioni.

"Oh no, Signora"
disse serena.
"non è affatto verosimile l'immagine dei vampiri che ci ha inculcato la nostra gente!" continuò con tenerezza notando la mia espressione genuinamente sconvolta.
"Sono scappata da una vita misera di povertà e violenza"
iniziò a raccontare.
"Mi sono persa e loro mi hanno trovata, infreddolita e affamata"

Loro?
I cacciatori?
I mercenari delle giornate del raccolto?

"Mi hanno curata e sfamata.
E io ho scelto liberamente di rimanere qui e la famiglia che mi ha ospitata mi ha trovato un impiego che mi permettesse di mantenermi dignitosamente"
concluse orgogliosa.

"Sei qui liberamente?"
chiesi incredula.

"Si Signora.
Non sono prigioniera e non sono una schiava.
Ho un regolare contratto, percepisco una remunerazione e ho vitto e alloggio qui al castello"

"E ce ne sono altri come te?"
continuai sgranando gli occhi.

"Certo Signora!
Molti dipendenti qui sono umani e...tutti liberi"

Ero senza parole.

Allora non mentiva Draven quando diceva che molte credenze su di loro erano frutto di antiche superstizioni e leggende, ma soprattutto dettate dall'ignoranza.

DUX BRUMAEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora