CAPITOLO 24: Pozzi di giada

4.1K 233 48
                                    

Rimanemmo a lungo avvinghiati nudi nella fredda luce della luna.
Lei dormiva, finalmente serena, mentre io le carezzavo delicatamente la chioma e vigilavo il suo sonno.
Ero troppo concentrato sul da farsi per potermi rilassare e riposare.
Udii un indistinto rumore di passi fuori dalla porta ed un sommesso mormorio.
Tesi tutti i muscoli in allerta e, indossati rapidamente i pantaloni, mi avvicinai all’uscio con passo felino.
Chiunque si aggirasse in piena notte fuori dalla nostra porta non aveva di certo buone intenzioni.
Ed io ero pronto all’agguato.
Socchiusi l’uscio attento a non farlo cigolare sulle sue cerniere ed origliai.

“Vi siete introdotto negli appartamenti reali e stavate per entrare nella stanza del Dux…” sibilò minaccioso Sephirot, celando il suo interlocutore con la sua mole portentosa
“…ed in piena notte.
Ditemi perché non devo uccidervi e siate convincente“

“Devo parlare con il Dux, ORA.
Sono Maiden, il figliastro del reggente Cluddagh”
insistette con tono d’urgenza.

“Questa è solo un’aggravante, non certo una giustificazione per la tua presenza qui” intervenni imperioso, palesando così la mia presenza.

“Dux, devo parlarvi.
Da soli”
continuò, scostando Seph senza alcuno sforzo e per nulla intimorito dalla mia comparsa.

Feci un cenno di consenso a Seph, che comprese immediatamente e si allontanò.
Il ragazzo, alto e muscoloso, si scostò innervosito un’onda corvina dalla fronte scoprendo due occhi verdi come la giada venati di giallo.
Erano penetranti ed intensi come quelli di un felino.

“E così tu saresti il mio fratellastro?”
commentai ironico e pungente.
“Ma che delizioso ritrovo!
E' una serata davvero speciale per me…risorge dalle ceneri come l’araba fenice il padre che credevo morto da una vita e ora...ho anche un fratello!”

“Dux, non c'è tempo ora per punzecchiarci con rancori e recriminazioni varie”
mi tacciò seccamente
“magari più tardi”
aggiunse malizioso.

“Occhio a come ti rivolgi a me, ragazzino, ricorda che sei a casa mia”
gli intimai, colpito dalla sua determinazione.

Aveva fegato il ragazzino.
Sprigionava coraggio e forza.
Mi ricordava un me stesso più giovane e irruento.

“Saltiamo i convenevoli.
Nostro padre vi vuole eliminare per riuscire finalmente a mettere le mani anche sul vostro regno.
Dite subito alla vostra consorte di non toccare né utilizzare per nessun motivo gli omaggi che avete ricevuto!”
disse con fervore.

“E tu, fratellino, non ambisci ad avere la tua fetta di torta?”
divagai, per sondare le sue vere intenzioni.

Il ragazzo sgranò gli occhi verdi, incredulo dalla mia noncuranza.
Trepidava.

“Avete compreso quello che vi ho detto?!
La vostra compagna è in pericolo!”
alzò la voce infervorandosi e avvicinandosi ad un palmo dal mio viso.

“Perché ci stai avvisando?
Un po’ tardi per avere dei ripensamenti, potevamo essere già morti...”
considerai pacato, senza arretrare di un millimetro.

Osservò con sdegno crescente la mia apparente calma.

“Dux, io sono solo il suo figlio illegittimo perché Cluddagh si è ben guardato dall’unirsi ad una compagna con un legame vincolante.
Ha sempre pensato a come salvaguardare i propri interessi.
Perciò non ho niente da guadagnare e niente da perdere da tutto questo, se non la mia dignità”
mi guardò spazientito mentre soppesavo con cura le sue parole
“…e sono venuto ad avvisarvi appena si sono addormentati”

Poi, cogliendomi alla sprovvista, si fiondò sulla porta per avvertire lui stesso Magdalena del pericolo.
Mi sfuggì un ringhio vibrante di avvertimento che lui, indomito, ignorò lanciandosi con foga verso l’uscio.
Magdalena, che nel frattempo si era svegliata attirata dal rumore, aprì la porta in quell’istante e venne travolta dallo slancio del ragazzo.
Finirono di schianto sul pavimento, avvinti.

DUX BRUMAEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora