CAPITOLO 12: Echi dal passato

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"Homo homini lupus"



Volai lungo i corridoi, incapace di pensare lucidamente.

Suo padre, qui.

Se si è avventurato fino a qui, è per riprendersela.

Ed io non lo permetterò.

Mi fermai poco prima di entrare con la mano tremante appoggiata alla maniglia e respirai per calmarmi.

Dovevo recuperare la freddezza e la razionalità necessarie per affrontare quell'uomo e trattare.

Entrai.

"Voglio vedere mia figlia, mostro!"
esordì l'umano brandendo un paletto.

Respira.

"Intanto, buonasera anche a lei"
commentai sarcastico ignorando volutamente l'arma che impugnava e la valigetta contenente il corredo completo da cacciatore di vampiri.

"Vuole accomodarsi?"
chiesi educatamente cercando di apparire accomodante e bendisposto, nonostante la sua aperta ostilità.

"Non ho tempo per le buone maniere"
sbraitò, sputando sul pavimento.

Respira.

"Dov'è?"
incalzò risoluto.
"Voglio vedere la mia bambina!"

"Sono qui per parlare civilmente"
lo redarguii con calma.

Mi guardò sprezzante stringendo gli occhi.

Respira.

"Non posso essere civile con delle bestie!
Degli abomini!"

sbraitó.

Ecco da chi aveva ereditato la sua elegante e forbita parlantina la mia bambina.
Non la sua.
La mia bambina.

"Non osare insultarmi ancora in casa mia, stupido umano"
ringhiai con ferocia e lui indietreggiò perdendo la sua alterigia.

Avanzai verso di lui che iniziò a tremare.

"Vi ho accolto con educazione, quando avrei potuto uccidervi.
Rivolgetevi a me con il dovuto rispetto e riponete l'arma"
ordinai severo.

L'umano cambiò espressione e sembrò ravvedersi.

"Perdonatemi"
sibilò tra i denti.

"Vorrei vedere mia figlia.
Sono solo un padre divorato dalla preoccupazione"

Lo studiai attentamente.

Non aveva affatto l'aspetto di un padre di famiglia amorevole e preoccupato per la sorte della sua prole.

Trasudava scaltrezza e ambiguità.

Presi tempo.

"Lo capisco.
E intanto vi assicuro che vostra figlia Magdalena sta bene"

DUX BRUMAEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora