"Historia magistra vitae"
Aprii gli occhi lentamente, destandomi da sogni e incubi che si erano rincorsi inanellandosi nella mia mente tutta la notte.
L'immagine del suo bellissimo viso che mi osservava sorridente diventò piano piano più nitida.
Lo guardai attentamente ed il suo corpo sembrava già rinvigorito, il suo viso disteso e sereno."Dopo colazione Magdalena, devo sbrigare alcuni impegni"
mi informò.
"Gradatamente vorrei che ti inserissi a corte, dato che il mio ruolo comporta molte incombenze per cui talvolta mi dovrò assentare.
Vorrei che non ti sentissi più sola, né in prigione""Avete una biblioteca qui?"
deviai deliberatamente l'argomento per non dover ammettere che non mi sentivo ancora pronta a concedere la stessa fiducia ad altri.Lui comprese e sorrise sornione, rispettando il mio desiderio silente.
"Certo, te la mostrerò prima di uscire"
"Devi uscire fuori dal castello?"
chiesi con timore."Si, ma tornerò presto da te"
mi promise, rassicurandomi."Dove devi andare?"
continuai.Esitò per un attimo, tirandosi indietro i lucidi capelli corvini con una mano.
"Devo recarmi presso alcuni accampamenti di mercenari nella provincia, per...
esortarli a cacciare gli umani in modo dignitoso e..."
aggiunse distogliendo lo sguardo dal mio
"per ricordargli che possono riscattare la ricompensa esclusivamente se gli ostaggi sono illesi e naturalmente...vivi"Spalancai la bocca incredula.
"Ed è necessario ricordarglielo?!"
esclamai inorridita.Sospirò, come se si aspettasse le mie rimostranze.
"Anche tra i vampiri ci sono le mele marce e i delinquenti.
Ho indetto le 'giornate del raccolto' proprio per stimolarli a fare in modo lecito e controllato ciò che farebbero comunque, spinti dalla loro indole""Cacciare gli umani in modo lecito??"
"Cacciare gli umani senza ferirli né ucciderli e solo quelli dentro al nostro confine..." puntualizzò, un po' irritato dalla mia vena polemica.
Quell'argomento era un terreno minato per noi.
"...e dando loro un nuovo scopo, la ricompensa appunto, diverso da quello di uccidere per nutrirsi o esclusivamente per il gusto di farlo"
"Scusa..."
mormorai avvicinandomi a lui e lo vedi rilassare le spalle.
"...e' che dalla mia gente queste giornate sono raccontate diversamente.
Sono descritte come giornate di pura nefandezza e dissoluzione in cui voi vampiri vi dilettate a cacciarci con l'intento di seviziarci ed ucciderci nel migliore dei casi o diventare vostri schiavi nel peggiore.
E non è mai tornato indietro nessuno dal vostro regno per poterci contraddire "Lui sorrise di sbieco.
"Perché gli piace stare qui"
considerò lui con fierezza."Ora lo so"
ammisi, accarezzandogli distrattamente una mano mentre ricordai tutte le serate in casa davanti al camino o fuori raccolti davanti al falò in cui gli anziani ci ammonivano spaventandoci con storie da brivido sui vampiri."Purtroppo non posso dire lo stesso dei vampiri che si sono avventurati fuori dal regno e che sono stati barbaramente uccisi nel migliore dei casi, come dici tu, e che nel peggiore sono diventati delle cavie da laboratorio da studiare o sbeffeggiati nei Freak show costantemente sedati per essere innocui"
commentò lui amaramente.
"Ho trasformato i delinquenti e le nostre mele marce in mercenari per poterli controllare e sedurre con l'unica cosa più forte del loro istinto malato...
il denaro.
Se cacciano secondo le regole vengono premiati con la ricompensa e il diritto di restare negli accampamenti dove gli viene garantito di vivere decorosamente con tutto il necessario.
Se sgarrano però.."
disse mentre una luce severa gli illuminava il viso
"...rischiano la vita o di finire nelle nostre carceri, dove ti devi guadagnare vitto e alloggio prestando lavori di grande fatica""Ed è per quei due mercenari sopravvissuti che mi catturarono che vai là?"
domandai all'improvviso con falsa noncuranza.Il suo subitaneo sussultare mi rivelò che avevo colto nel segno.
"Loro erano solo succubi dell'altro..."
suggerii tentando di giustificarli."Non può esistere nessuna eccezione.
Non ribellarsi ad un sopruso ti rende complice e reo quanto lo stesso carnefice.
Non li ucciderò, se è questo che ti cruccia, come ho fatto con il loro leader, ma li incarcererò per il tempo sufficiente a non farglielo dimenticare mai.
È un esempio anche per gli altri"
mi illustrò meticoloso.Mentre sfilammo nel lungo corridoio lo vidi scosso e in qualche modo turbato,
ma al mio interessamento a riguardo mi liquidò in modo vago indicandomi la porta della biblioteca e salutandomi frettolosamente.La biblioteca era enorme e maestosa.
File e file di libri si rincorrevano su tutte le pareti, suddivise in due piani per agevolarne la consultazione, collegati tra loro da una ripida scaletta a chiocciola di ottone.
Ogni ripiano costituiva una sezione ordinata in ordine alfabetico.Cercai invano la sezione che mi interessava, la storia.
Percorsi più volte avanti e indietro le pareti, arrischiandomi dopo un po' sulla sparuta scala che conduceva al piano rialzato protetto da un'alta balaustra.
Volevo conoscere questo mondo in modo obbiettivo, scevro da qualsiasi giudizio o superstizione e scelsi così di partire dalle loro origini.Scorrendo con le dita i titoli dei vari volumi mi fermai e ne estrassi uno:
"Cosmogonia del Sacro Regno della Ruota"Perfetto.
Scelsi un'ampia poltrona in un angolo protetto e tranquillo del piano rialzato e mi accoccolai con le gambe piegate addentrandomi nella lettura.
Vi trascorsi tutta la mattinata, non rendendomi conto dello scorrere del tempo.
Mi alzai solo per recarmi in camera da letto a prendere delle coperte per proteggermi dal freddo e dall'umidità.Tutto ebbe inizio con Hecate.
La Dea Madre.
La creatrice della notte e dell'oscurità.
La divinità selvaggia e sanguinaria si innamorò perdutamente di un mortale e si congiunse carnalmente a lui rimanendo gravida di due gemelli ibridi: non ancora dei, ma tuttavia immortali e portatori di qualità soprannaturali.
Nacque così la razza dei vampiri.
I gemelli divennero i capostipiti delle due casate originarie, a ciascuna dei quali gli dei assegnarono un Regno da governare.
Hecate venne cacciata per la sua debolezza e finì in esilio nelle foreste.
Il compagno mortale venne brutalmente ucciso per il sacrilegio commesso.
Il Regno dell'Inverno e dell'Autunno fu assegnato al primogenito Azriel e quello di Primavera ed Estate fu assegnato al secondogenito Galadriel.
Galadriel perì in battaglia ancora celibe e senza progenie, perciò, quando arrivò il tempo per il gemello Azriel di ritirarsi a vita privata egli abdicò in favore della sua unica figlia, Lilith.
Non essendoci altri eredi, Lilith divenne Imperatrice Assoluta, riunendo i due Regni in uno unico, il Sacro Impero della Ruota, così definito perché racchiudeva in sé stesso tutto il ciclo delle stagioni.
Come nella più turpe delle profezie, il destino di Lilith fu quello di ricalcare suo malgrado le orme di sua nonna Hecate: anch'ella infatti si innamorò perdutamente di un essere umano dell'estremo Nord, Cluddagh, allora capostipite di una tribù di vichinghi. Dal loro blasfemo amplesso, nacque ancora una coppia di gemelli.
Solo uno dei due tuttavia sopravvisse, Draven, l'altro perì solo poche ore dopo la sua nascita come colpito da una maledizione divina.
Gli Antichi Originari, per evitare ulteriori recidive, stipularono con gli Dei un compromesso: i vampiri avrebbero perso il libero arbitrio nella scelta del compagno che sarebbe stato loro affidato dalla nascita tramite un marchio.
Questo tatuaggio magico, una volta attivatosi, avrebbe innescato l'ineluttabile legame di comunione, un sortilegio volto a mantenere intatta e fisicamente vincolante la relazione prestabilita.
Come alla sua antenata, gli Dei riservarono a Lilith lo stesso destino di esilio e solitudine. Il suddetto sortilegio, però, le causò la morte privandola della possibilità di nutrirsi dal suo Compagno.
Prima di accingersi all'esilio, Lilith abdicò in favore del suo unico figlio Draven come suo padre fece per lei ed egli divenne Dux Brumae Autumnusque, dove risiedeva.
Il Regno di Primavera ed Estate, già attraversato da rivolte e ribellioni, reclamò la sua indipendenza e per sedare il malcontento, il popolo ottenne di poter eleggere democraticamente la propria casata reggente...Mi addormentai sognando lui, il mio signore e pensando che il destino era riuscito a beffarsi persino di quella maledizione.
A lui era stata destinata un'umana.
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DUX BRUMAE
VampireDraven è un vampiro ed è il Dux Brumae, il principe della Congrega d'Inverno. Non ha ancora trovato la sua Immortale, la compagna eterna. Poi, il 'giorno del Raccolto', alcuni mercenari vengono a riscattare la ricompensa per un' umana da loro barbar...