CAPITOLO 56: Il dono dormiente

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Eravamo un groviglio ininterrotto di pelle, sudore e sangue.
Io e lei.
Il bacio di sangue le aveva rivelato la verità che non aveva potuto ascoltare dalla mia voce e finalmente ci eravamo ricongiunti.

Una gragnola di pugni insistente ed ininterrotta che minacciava di sfondare la porta ci risvegliò dal torpore.
"Drav...?
Fratello!"
sentii chiamarmi Sephiroth disperato.
"Rispondimi cazzo,
altrimenti sfondo questa fottuta porta!"

Con delicatezza mi districai dal nostro abbraccio carnale in cui ci eravamo infine addormentati e
depositai un casto bacio sulla fronte della mia piccola volpe rossa che guardava la porta e poi me con uno sguardo interrogativo e un sopracciglio inarcato.
Protessi con la coperta le sue nudità eburnee ed avvolsi le mie con il mantello.

"Arrivo subito"
la rassicurai in un sussurro.

Schiusi la porta quel tanto che bastava per inquadrare un quarto del mio viso scocciato,
giusto un attimo prima che il corpo gigantesco del mio comandante atterrasse sul battente per sfondarla come aveva promesso.
Lui allargò gli occhi spiazzato realizzando che la porta si era socchiusa ed intravedendo il mio profilo subitaneamente allargò le sue enormi braccia appoggiandosi allo stipite per fermare il suo ariete.
La porta tremo' vigorosamente sui suoi cardini sotto al peso della sua spinta.
"Drav!
Ma che cazzo!"
mi rimproverò lui burbero.
Percepii il suo cuore battere all'impazzata nel suo petto e notai le sue iridi purpuree.
Era terrorizzato da qualcosa che non riuscii a realizzare.
Paonazzo, riprese fiato e si passò nervosamente una mano tra i capelli.

"Ma che cazzo stai facendo Seph?"
sbottai a mia volta,
perplesso dalla sua incursione.
Era sopraffatto dall'ansia e dall'angoscia, quasi trasfigurato.

"Che cazzo sto facendo?
L'odore del tuo sangue arrivava fino al piano di sotto, Dux.
Per quanto ne sapevamo noi al di là di questa fottuta porta,
ti stavi dissanguando a morte lì dentro.
Stavo cercando di salvarti,
ecco cosa cazzo stavo facendo!"
rispose piccato,
ma notai il suo sguardo sollevato e di nuovo ceruleo errare velocemente su di me per valutare le mie condizioni.

Soddisfatto da quanto vedeva, si accasciò esausto contro la parete dell'anticamera.
"Pensavo di avere atteso troppo,
di non essere arrivato in tempo"
confessò abbassando il capo madido di sudore.

Sorrisi e mi sentii onorato e fiero di avere Seph nella mia vita.
Il più delle volte ingombrante ed inopportuno, tuttavia era un amico ed un guerriero leale ed impavido.
Ero talmente preso da non aver affatto pensato che lui e le guardie reali avrebbero sentito l'odore del sangue e che quindi si sarebbero allarmate.
E vista la quantità ingente che ormai secca ancora incrostava il mio corpo dal collo fino al ventre, mi stupii che si fosse trattenuto sinora dall'irrompere come un'erinni nella stanza.

"Cazzo.
Perdonami, fratello.
Ho anche abbattuto Maiden che voleva sgozzarmi per aver acconsentito a lasciarti solo."
ammise imbarazzato, grattandosi nervosamente la nuca.
"Come se avessi potuto fare diversamente"
borbottò ancora irritato dal tono austero con cui l'avevo allontanato dalla stanza.

Risi di gusto immaginando il mio titanico gemello sgridare isterico il mio gigantesco capitano sino a farsi picchiare.
E trovai altrettanto ilare che fosse convinto di poter piegare la mia volontà a quella di chiunque altro, fosse anche quella di un Dio.
Persino il mio capitano, permaloso e caparbio, anche se dopo secoli aveva compreso che era perfettamente inutile.

Lo vidi rilassarsi visibilmente realizzando che stavo bene e che non ero in pericolo.
Mi abbracciò, sollevato.
Poi si ritrasse ed arrossì violentemente sino alla radice dei capelli.
Il mio odore di sesso aveva attraversato violentemente le sue narici, raccontandogli cosai aveva intrattenuto tutto quel tempo.
La sua bocca si aprì in un sorriso ebete, gli occhi cerulei improvvisamente sorridenti.

"Sephiroth"
lo bloccai prima che potesse diventare molesto
"Non rovinare questo momento fraterno con una delle tue battute scurrili, ti scongiuro"
gli dissi prima che potesse aprire bocca.

Prima che potesse rispondere a tono,
una mano lo afferrò fulminea per il suo enorme trapezio strattonandolo sgarbatamente senza sforzo apparente e costringendolo a voltarsi.
Sephiroth rimase senza parole.

"Bestione del cazzo!"
lo apostrofò un Maiden furente,
il viso identico al mio irrigidito in un'espressione adirata e brutalmente tumefatto.
"Mentre tu giocavi a fare il cagnolino ubbidiente l'unica fottuta volta in cui assolutamente non dovevi cedere, mio fratello poteva essere morto porca troia!"
lo sgridò ancora con le iridi intrise di porpora.
Lo afferrò per la collottola e lo alzò straordinariamente dal suolo di diverse spanne.
Lo guardai esterrefatto.
Ero profondamente colpito dalla forza bruta che ignoravo possedesse, considerando anche che in tutti questi anni non aveva potuto ricevere alcun tipo di allineamento militare.
Anche Seph cessò di dibattersi a sua volta atterrito.

Irritato, lo mollò di peso sul pavimento rivolgendo la sua ira verso di me.
"Ma che cazzo Drav?
Sul serio?
Sul serio hai cacciato il tuo comandante fuori dalla stanza in una situazione potenzialmente letale?"
mi riprese duramente,
ignorando volutamente la mia espressione di puro stupore per la sua inaspettata dimostrazione di forza.

"Ma che cazzo Maiden?"
riuscii soltanto a rispondere scuotendo la testa incredulo.

"Cosa?"
domandò lui confuso scuotendo le spalle e girandosi intorno,
ignaro di ciò a cui mi riferissi.

"La tua forza, fratello.
Che cazzo era quello?"
lo incalzai incredulo.

"Non cambiare discorso, Drav.
Non osare fottermi con queste stronzate cameratesche e goliardiche per distrarmi e cambiare discorso"
mi urlò, ancora terrorizzato.
"Tu sei un folle, cazzo.
Tu sei un incosciente ed uno scriteriato a comportarti in questo modo, ok?"
continuò fuori di sé,
senza sconti.
"L'amore ti ha fottuto il cervello, fratello?
Non hai pensato a nulla se non a lei, huh?
E la tua famiglia?
I tuoi amici?
Il tuo popolo?
Ma che cazzo, Draven.
Che cazzo"
mi rimproverò ancora, non pago.

"Maiden, calmati"
provó ad intercedere Seph,
che intanto si era rialzato.
Su avvicinò un po' intimorito, ma tentò comunque di placare il suo temperamento appoggiandogli una mano sulla spalla.
Maiden sussultò inviperito.

"Dí al tuo scimmione qui di non rivolgermi la parola,
cortesemente.
E di non toccarmi mai più se non vuole che lo disintegri, cazzo"
abbaiò affettato senza neppure degnarlo di uno sguardo.
Doveva averlo colpito a tradimento poco prima, altrimenti non mi spiegavo dopo ciò a cui avevo appena assistito come Seph potesse essere ancora vivo.
Sephiroth arretrò, per la prima volta da quando avessi memoria, forse condividendo il mio stesso pensiero.

"E sono più che certo che ne saresti capace"
mormorai, comprendendo d'un tratto quale fosse la dote rimasta celata sinora.
"Mi dispiace Maiden.
Mi rendo conto che sia stato un azzardo e che tu..."

"Un azzardo?
È così che intendi minimizzare la situazione?"
mi interruppe,
ancora su di giri.

Ma nonostante l'empatia verso mio fratello, non avrei permesso che mi interrompesse ancora mancandomi di rispetto o che pensasse di potermi rimproverare come un fottuto poppante.
"...e mi rendo conto che tu ti sia spaventato.
Fino a quando non troverai la tua compagna immortale non pretendo che tu capisca cosa significhi e cosa implichi questo legame sacro,
ma dovrai adattarti e sicuramente fino ad allora ti dovrà bastare sapere che io,
reggente o no,
senza di lei non posso esistere"
sentenziai duro, un ringhio persistente che si propagava dal mio petto e Maiden non osó replicare.












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