CAPITOLO 67: Il Perdono

80 16 0
                                    

"Homines nihil agendo discunt male agere"


"E così Mathías,
ci hai visto lungo eh?"
lo stuzzicò la Lupa con un sorriso sornione.
Era piacevolmente sorpresa dalla ruvida caparbietà di quell'uomo semplice.
"Un umano è stato più lungimirante di tutti questi potenti vampiri millenari che non si sarebbero azzardati a spingersi così oltre.
Avrebbero fallito dove tu invece
hai vinto"

L'uomo scosse timidamente il capo, ancora esausto e scosso da quell'infinita mediazione.
Logorato.

Maiden era stato un osso duro,
durissimo.
Ostinato e caparbio più di quanto si sarebbe mai aspettato.
Ma ne sarebbe valsa la pena.
Lui si sarebbe preso cura della sua bambina come nessuno mai.

Era stato titubante e spaventato quando aveva scoperto da Draven e dalla Lupa chi fosse il consorte predestinato della sua unica figlia.
Un fottuto principe vampiro.
Nientemeno che il gemello del titanico compagno di sua sorella Magdalena.
Il suo primo istinto era stato senz'altro quello di esaudire la preghiera di Maiden e fuggire quel pomeriggio stesso,
seduta stante.
Aveva pensato addirittura di abbandonare armi e bagagli e partire con i soli indumenti che indossavano senza se e senza ma.
Li avevano sempre considerati dei mostri sanguinari del resto, no?
Degli abomini.
Dei demoni succhiasangue figli del diavolo.
Di nuovo quel suo lato pavido ed evitante stava cercando di prendere il sopravvento.
Ancora.
Così gli aveva insegnato a crederli suo padre, lo aveva corretto sua sorella trattenendolo poco prima che fuggisse ancora come un cazzo di ratto.
Quel padre infame e viscido che picchiava e abusava di sua madre e della sua sorellina,aggiunse lui stesso con rammarico e rimorso.
Quello stesso padre che persino da morto non aveva cessato di perseguitarle e che persino nel suo trapasso non si era redento,
ma si era trasformato nello stesso identico parassita che era in vita.
Quel padre di cui persino la legge del contrappasso non aveva avuto pietà.
Era lui il vero mostro,
seppure fosse umano.

Per qualche attimo si soffermò a guardare quella sua sorella mutata ed il suo compagno immortale ed intravide la sacralità di quel misterioso legame nei loro sguardi adoranti, nei piccoli gesti reciproci di devota attenzione
e ne fu estasiato.
Il fottuto principe dell'impero dei vampiri, un essere feroce e potente quanto letale, trattava invece la sua compagna con dedizione e rispetto assoluti, quasi reverenziali.
Gli umani non ne erano capaci.
Quello avrebbe desiderato
per la sua bambina,
più che ogni altra cosa.
Più che la ricchezza o una posizione ambita.
Quello sguardo di amore disinteressato e quel senso rigoroso di protezione e tutela assolute.
E se così aveva stabilito il destino lui non si sarebbe certo opposto, anzi.
Avrebbe fatto tutto quello che poteva per permetterne la realizzazione, fosse anche recitare.

"Così mi lusinga, Lilith"
riemerse imbarazzato da quei suoi pensieri tortuosi e disturbanti e rispose accomodante,
per nulla abituato a ricevere complimenti né ad essere compiaciuto.
Deglutì e si schiarì la voce, preparandosi alla sua confessione.
"Sto cercando di redimermi,
in realtà.
Non sono mai stato un uomo valoroso né dalle grandi iniziative e purtroppo altri ne hanno dovuto pagare le conseguenze"
fece una lunga pausa significativa poco prima che la sua voce si rompesse per la commozione e Magdalena alzò il capo colpita da quel suo sofferto,
quanto inaspettato,
mea culpa.

"Fratello, ormai è il passato.
Non te ne devi più crucciare..."
lo interruppe lei cercando subito il suo sguardo, seria.
Non aveva mai pensato che quel suo fratello evitante ed insofferente avesse bisogno della sua assoluzione, ma invece era così.
Si era pentito della propria viltá e tuttora si sentiva in colpa per le nefandezze che lei e sua madre avevano continuato a subire dopo la sua assenza, se possibile inacerbate proprio dal fatto che non ci fosse più alcuno ad impedirle e ad opporvisi.
Gaspar aveva dato il peggio di sé non sentendosi più contrastato,
né se non altro,
giudicato o disapprovato più da nessuno.
Dalla sua partenza in poi,
era stato un cane sciolto.
Un cane randagio e rabbioso senza pietà per alcuno.

Ora però era Mathías ad aver bisogno di lei.
Quell'omone grande e grosso aveva bisogno che lei lo perdonasse per poter andare oltre e perdonarsi a sua volta.
Ed anche se non era affatto semplice dimenticare la sua negligenza e poi il suo tradimento, apprezzò che questa volta non le avesse voltato le spalle.
Apprezzò che fosse venuto disposto non solo ad aiutarla, ma anche a dare la propria vita in cambio
della sua.
Apprezzò anche che fosse disposto a rivalutare la sua cultura negativa sui vampiri, a fidarsi e ad affidarsi completamente a quella razza sconosciuta accettando persino di collaborare purché la sua unica figlia ne diventasse la compagna.
Ammirò che dopotutto fosse stato disposto ad affrontare a spada tratta i propri demoni interiori e che li avesse finalmente sconfitti.
Il resto, si rese conto,
non importava affatto.
Non più.

"Invece no, Magdalena.
Non minimizzare le mie colpe"
ammise lui a bassa voce abbassando mestamente il capo.

"Non è questo che sto facendo, fratello.
Sto soltanto dicendo che fanno parte del passato e che ormai non contano più.
E che anche tu sei stato una vittima, tanto quanto me e la mamma.
Come noi hai diritto di toglierti quel cappio dal capo e andare avanti"

"Ma come posso togliermi il cappio della colpa,
huh?
Io vi ho abbandonato lasciandovi al vostro destino, accettando implicitamente che quel delinquente potesse anche arrivare ad uccidervi o che lo faceste voi di vostra mano,
sopraffatte.
Ed io l'ho accettato.
Andandomene malgrado questo,
ho accettato che questo potesse succedere"
quasi urlò inebetito la propria insofferenza verso sé stesso.

Magdalena sorrise amaramente.
"Non ti nascondo che allora ti ho detestato.
Ti ho odiato per averci lasciate a noi stesse"
gli concesse liberandosi a sua volta da un peso che la opprimeva da tanto, troppo tempo.
"Ma poi anche io l'ho fatto Mathías.
Anche io sono scappata lasciando da sola la mamma, perché l'istinto di sopravvivenza ha avuto la meglio.
Ed allora ho compreso cosa avessi provato tu"
ammise Magdalena.
"Se fossi rimasta mi avrebbe uccisa e quando ho avuto l'occasione di andarmene l'ho fatto
senza indugi o ripensamenti,
senza mai guardarmi indietro.
Perché ero certa che se l'avessi fatto, se mi fossi soffermata a pensare alla mamma sarei tornata sui miei passi e saremmo morte entrambe"

"Non l'avrebbe mai fatto"
intervenne la voce triste della loro madre che aveva assistito non vista alle loro reciproche confessioni.

Si girarono di scatto entrambi, stupiti dalla sua presenza.
"Cosa, madre?"
la incalzò Magdalena.

"Gaspar non mi avrebbe mai uccisa"
aggiunse con una smorfia di ribrezzo nel pronunciare quel nome.
"E non certo perché tenesse a me.
Quella canaglia infame non teneva a nessuno"

"E allora perché sei convinta che ti avrebbe risparmiata?"
indagò Mathías inarcando un sopracciglio.

"Semplice figlio mio.
Perché un vero parassita non uccide mai il suo ospite,
altrimenti si precluderebbe la sua stessa sopravvivenza"
spiegò ed entrambi realizzammo che in effetti era proprio così.
"Avete fatto bene ad andarvene,
figli miei.
Vi ho creati con amore perché voi viveste, non per immolarvi per me.
Ed anche io vi confesso di avere le mie colpe.
È a causa mia che vi siete trovati come padre un tale scellerato,
non lo avete di certo potuto scegliere.
Ed è sempre a causa mia se avete dovuto subire quella sua presenza ripugnante che ha ammorbato le vostre vite annidandosi dentro la vostra anima anche dopo la morte.
Io ero l'adulta ed io avrei dovuto trovare se non altro per voi la forza di portarvi via da lui.
Ma non l'ho fatto"
ammise colpevole,
abbassando il capo annichilita.
"Solo dio ha avuto pietà di noi e l'ha ucciso, liberandoci finalmente tutti da quel patimento"

Magdalena deglutì,
rimanendo immobile.
Draven la guardò rispettando il suo silenzio.

"Non è stato dio"
confessò infine,
dopo diversi minuti di esitazione.
Era arrivato il momento della verità, salvifica e catartica per tutti.
"L'ho ucciso io, madre.
Quel bastardo era venuto sino a qui a tentare di riscuotere ancora qualcosa, a cercare nonostante tutto di guadagnare sino all'ultimo quel che poteva e non ho saputo più controllarmi.
L'ho ucciso.
E quando l'ho fatto, ero ancora umana"




Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: 4 days ago ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

DUX BRUMAEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora