8. Damon

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«Non ho capito perché mi stai portando tu» borbotto guardando fuori dal finestrino dell'auto.

«Perchè l'ultima volta che sei andato in giro da solo, ti sono venuto a prendere mezzo morto sul ciglio della strada.»

Lo fulmino con lo sguardo.

Xander finge di non vedermi e continua a tenere controllata la strada.

Abbasso il finestrino dell'auto e lascio che l'aria fredda di Crimson Hollow mi scompigli i capelli scuri. Chiudo gli occhi e faccio un respiro profondo. Inalo più ossigeno possibile prima di entrare in quell'enorme villa che riesce comunque a togliermi il fiato.

«Che cos'hai intenzione di dirgli?» chiede secco Xander.

«Dipende da cosa mi dirà lui» borbotto annoiato.

«Che cosa gli dirai se ti chiede di lei? Che ti ha salvato la vita?»

Chiudo il finestrino dell'auto per paura che questo discorso possa uscire da qui e finire nelle orecchie di qualcuno.

Sospiro e scuoto la testa.

«Se lo facessi, potrebbe tornare nell'argomento. Sinceramente mi stupisce che non abbia mai voluto sapere i dettagli su quella notte. Che sia per ammazzarmi o avvisarmi, un sicario non agisce mai per nulla.»

Mi porto una mano tra i capelli e me li pettino in modo disordinato. «Non è possibile che se lo sia dimenticato, ma più sto lontano dal discorso, meglio è.»

«E quindi?»

Ci fermiamo al semaforo rosso. Guardo la luce intensa e mi chiedo qual è la mossa giusta da fare.

La so sempre. La trovo in pochi secondi anche quando c'è di mezzo l'affare più importante per la Croce, quello che se perdo, manderebbe nei casini l'intera famiglia.

Ci peso. Ci penso ancora, ma non riesco a mettere a fuoco i pensieri. Il suo pensiero mi rende uno stupido in preda alle emozioni, come quando correvo tra i vicoli per cercarla.

Sapevo che fosse lì, era solo questione di tempo e l'avrei trovata, eppure sudavo, ansimavo, speravo.

Io che spero?

Sospiro e appoggio la testa sul sedile. Non trovo nulla che può giustificare la presenza dei ragazzi attorno a Stella. Nulla.

«Forse dovrei davvero dirglielo» corruccio la fronte e una fitta di dolore mi colpisce la tempia.

Il semaforo diventa verde e Xander spinge sull'acceleratore.

«Puoi sempre dirgli che è una spacciatrice, che pensavi ci stesse fregando in qualche modo e quindi l'hai messa sotto control-»

«No.»

Lo dico con una tale sicurezza da mettere a fuoco i miei pensieri in quell'unica certezza.

«Damon. Non la controllerebbe neanche se dici così. Si fida del tuo lavoro e-»

«Ho detto di no, cazzo!» grido con calma omicida.

Il sangue mi risale direttamente dal cuore fino al collo. Stringo con forza le mani a pugno e fatico a controllarmi.

Una reazione spropositata a quello che mi sta dicendo, e me ne rendo conto anche io.

A Xander sfugge un sorriso e scuote la testa.

«Ottimo. Vai pure dal capo e digli che ti eri rotto le palle di aspettarlo, che hai contattato uno sbirro, che una ragazzina ti ha salvato per pura fortuna perché in fondo per te tutte le sue promesse sono state soltanto parole al vento.»

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