Flashback - 2007

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«Dillo» sospirò Poppy senza riuscire a togliere il sorriso dal viso. Non aveva importanza quante volte succedeva, non riusciva proprio ad arrabbiarsi con lui.

Ansel, alla guida dell'auto, trattenne una risata.

«Ci siamo persi, amore.»

Poppy scosse la testa mentre suo marito spostava la mano dal volante per affare la sua, appoggiata sulle gambe.

«Dovrei scrivere un pezzo su come perdersi sempre alla Ansel Smith» rise Poppy.

La notte divorava le strade della città, a illuminarle c'erano solo i fari dell'auto dei neo sposi che sfrecciava incurante di quello che li circondava. Si erano messi in viaggio la mattina presto per un trasloco che avrebbe dato inizio alla loro vita da sposi. Il loro principio.

«La verità è che voglio passare più tempo con te, qui dentro. Non l'avevi capito?» scherzò Ansel.

Sulle guance comparvero le fossette che Poppy amava particolarmente. Così dolci, così calde, così casa.

Ansel strinse le labbra e annuì. «Allora dovrò impegnarmi a capire dove ci troviamo. Giusto?»

«Direi proprio di sì» rise Poppy.

Con una mano si accarezzò il ventre. Era diventato un gesto talmente spontaneo che non si rendeva neanche conto di farlo, ritrovandosi in quella posizione ogni volta che era sovrappensiero.

Ansel vide quel movimento con la coda dell'occhio; un sorriso radioso prese posto sul suo viso. Allungò nuovamente la mano dal volante e la posò su quella della moglie, lì dove stava crescendo una vita.

«Come sta la nostra bimba?»

Poppy rise. «Non puoi sapere se è una femmina!»

Il marito corrucciò la fronte. «Certo che lo so! È un bambina bellissima con i tuoi capelli ramati e i miei occhi marroni. Anzi no... anche gli occhi sono tuoi. È tutto tuo. È bellissima come te, da testa a piedi.»

La risata di Poppy si fece tanto dolce da contagiare anche quella di Ansel.

«Non ridere, sono serio!»

«Oh, una città!» esclamò Ansel allontanando la mano dal ventre della moglie e riportandola frettolosamente sul volante.

Di fronte a lei, tra la natura buia del Nevada, comparvero le luci di una piccola città ai bordi della campagna.

«Ci sarà qualcuno in giro a cui chiedere informazioni?» borbottò lei un po' preoccupata.

Era quasi l'una di notte. In un grosso centro città, non avrebbero avuto difficoltà a trovare qualcuno a cui chiedere aiuto, ma quella sembrava una delle cittadine di campagna dove alle nove di sera erano già tutti chiusi nelle proprie case.

Poppy fece un respiro profondo che non passò inosservato ad Ansel.

«Andrà tutto bene, non preoccuparti» la rassicurò.

Fecero ancora qualche chilometro a passo d'uomo, guardando fuori dal finestrino dell'auto. Gli alberi fitti che fino a quel momento costeggiavano la strada, avevano dato spazio a piccoli edifici sempre più moderni. Non era una semplice città di campagna, era più grande del previsto.

Sia Poppy che Ansel si sentirono ancora una volta baciati dalla fortuna.

Si addentrarono sempre di più nel paesino, senza però trovare luci accese o persone a passeggio. Come prevedibile.

Quando gli edifici iniziarono a diradarsi dando spazio nuovamente alla natura, Poppy si sentì di nuovo frustrata.

«Cos'è successo?» chiese Poppy con la mano al petto.

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