L'abbraccio sapendo che questa è l'unica cosa che posso fare per lei. Sento la sua fragilità dentro le ossa e la sua disperazione dritta al cuore. La stringo forte a me, sfioro la sua fronte con le mie labbra e spero che quei singhiozzi possano rallentare fino a fermarsi. Sono grato di poter sostenere tanta sofferenza, grato che abbia deciso di condividerla con me.
Sono grato anche solo di poter stare al suo fianco in questo momento, perché in fondo so di non meritarmelo.
La stringo ancora tra le mie braccia quando Stella si allontana dal mio petto. La vedo asciugarsi frettolosamente il viso prima di fare un passo indietro.
«Scusami» sussurra.
Un'ultima lacrima le scivola sulla guancia destra, e prima che possa raggiungerla con le sue piccole mani, le accarezzo il viso asciugandola al suo posto.
«Non c'è nulla di cui scusarsi» sussurro con un sorriso.
I suoi occhi, anche se arrossati, restano i più preziosi e meravigliosi che abbia mai visto, carichi anche di una dolcezza che non credevo possibile indossare subito dopo aver pianto.
«Sono... sono solo felice di vederti qui. Stasera.»
Le sue parole mi tolgono il fiato. Sembra sul punto di ricominciare a piangere. Porta lo sguardo al cielo per fermare le lacrime, così riprendo parola.
«Stasera e basta?» sorrido.
Mi gratto la nuca fingendomi imbarazzato. «Ho indovinato la giornata giusta per passare allora!» scherzo nel modo più stupido di sempre. Stupido e idiota.
Stella scuote la testa senza sorridere.
Chi lo avrebbe fatto per una battuta così pessima, del resto?
«Ehi» la richiamo con più serietà. Avvolgo il suo piccolo viso tra le mie mani. «Va tutto bene» sussurro.
I nostri sguardi entrano in rotta di collisione e Stella sorride. Non lo fa per stupide battute senza senso, ma per le parole che gli ho appena pronunciato con sincerità.
Non mi sono mai preso cura di nessuno nella mia vita, anzi. Sono sempre stati gli altri che - a modo loro - lo hanno fatto con me. Ora, potermi preoccupare di lei, è una delle sensazioni più belle che ho mai provato.
«Sì» annuisce poco dopo. «Ora va tutto bene.»
Non lo so neanche io il perché, eppure ora che siamo insieme, lo sento per davvero. Sento che va tutto bene.
«Puoi restare qui per stanotte?» chiede a bruciapelo facendomi quasi andare di traverso la saliva.
Mi irrigidisco colto di sorpresa, ma non ci penso un secondo in più.
«Sì.»
La mia risposta sembra spiazzarla, come se solo in questo momento si è resa conto di quello che mi ha chiesto.
Allontano le mani dal suo viso, e lei chiude gli occhi. Sorride ancora, più rilassata.
«Grazie» aggiunge subito dopo.
Quando posa nuovamente lo sguardo su quello che la circonda, si sposta dal mio fianco e, con movimenti più imbarazzati mi fa cenno di seguirla. Mi gratto nervoso la nuca e superiamo il cancello, attraversiamo il piccolo giardinetto e ci fermiamo di fronte alla porta di casa.
Stella cerca le chiavi nello zainetto, e io non riesco a non vederla tremare in ogni movimento che fa. Dev'essere davvero distrutta.
Le scivolano le chiavi di mano, ma prima che cadano a terra, mi piego e le prendo al volo.
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Save me
RomanceCrimson Hollow, Nevada. È una notte piovosa quando Stella Bedford si imbatte in una scena agghiacciante: sul ciglio di una strada deserta, un sicario cerca di assassinare un ragazzo. È così che conosce Damon, con una ferita sanguinante al petto ed...