33. Damon

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Afferro il polso di Stella e la porto alle mie spalle.

«Non ti muovere» sussurro.

Appoggia la mano libera sulla mia con cui la stringo, è un tocco deciso che racchiude la sua paura ma soprattutto la fiducia che ha in me.

Di fronte a noi, gli uomini di Kaius sembrano aspettare un segnale per agire. Alcuni restano con le braccia incrociate, altri stringono un tubo di metallo e lo sbattono a terra, ma nessuno fa un passo in avanti.

Ivan, dalla stanza accanto, sposta le tende e ci raggiunge piazzandosi di fronte a noi, e in pochi secondi ci raggiungono anche altri quattro uomini della famiglia tra la sala vip e il Genie.

«Mi sono dimenticato di aver organizzato una rimpatriata, per caso?» chiedo sorridendo.

Nessuno di loro risponde o dimostra anche solo di aver ascoltato.

Stella si avvicina leggermente alla mia schiena, spaventata anche dalla presenza dei miei uomini. Non ho pensato che l'ultima volta che gli ha visti, stavano mettendo le mani addosso al suo capo.

«Che dite? Volete usare la lingua oppure restiamo a fissarci nelle palle degli occhi?» ci riprovo.

Nel mentre lascio scivolare la mia mano dal polso di Stella fino alla sua, intrecciando le mie dite con le sue. Per rassicurarla, nonostante nel mio mondo non c'è nulla che possa avvicinarsi a questo.

Osservo ancora per qualche secondo la situazione, ma sembra restare in stallo.

«Be', che facciano quello che vogliono» sussurro. «Non fateli muovere da qui» ringhio a Ivan che con un cenno della testa mi da conferma.

Non appena faccio un passo di lato, gli uomini di Kaius si fiondano contro di noi e capisco qual era il loro ordine.

Non dovevo spostarmi da qua.

E capisco anche che al Genie sta per succedere di peggio.

Stella mi afferra per il braccio non appena gli uomini iniziano a scontrarsi; senza darle il tempo di vedere altro, sposto la tenda nera con cui la copro. Prima di mettere piede nella sala slot, rompo il vetro sull'allarme antincendio e lo faccio suonare in tutto il casinò.

I clienti si alzano di scatto dalle loro sedie e si precipitano verso l'entrata del Genie, dove mi incammino con Stella alle spalle.

Fiumi di persone si ammassano verso la porta e, spalancata con l'aiuto di Xander, iniziano a uscire.

Mi fermo in mezzo alla sala principale e mi guardo attorno. Sta per accadere qualcosa. Lo sento.

«Che cosa sta succedendo?»

Stella, al mio fianco, si guarda attorno proprio come me.

«Niente di buono, immagino.»

Xander ci raggiunge con il fiato corto mentre le persone continuano a uscire dal casinò.

«I ragazzi sono contro gli uomini di Kaius?» chiede incredulo.

Annuisco ma il mio sguardo è ancora distratto dalla confusione e in attesa di qualcosa.

«Chiamo anche-»

Gli afferro un braccio. «Non mandare nessuno. Ci servono tutti qui.»

Xander mi guarda con occhi sbarrati. Fa un giro su se stesso dando un'occhiata alla confusione di persone che corre fuori dall'edificio.

«Qui per cosa?» chiede nervoso.

Mi mordo l'interno della guancia e non lo capisco.

«Damon.»

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