Flashback - 2023

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Suo padre morì in un incidente a lavoro, cadendo da un'impalcatura montata troppo male e troppo in fretta. Sua madre, che non riuscì a superare il lutto, si attaccò alla bottiglia dell'alcol, e per Marcus iniziò un'adolescenza che di spensieratezza aveva davvero ben poco. Fu costretto a crescere in fretta, probabilmente troppo, ma non diede mai ai suoi genitori la colpa di quello che divenne dopo.

Forse, per lui, non c'era neanche nulla di cui incolpare.

Non il primo pacchetto di gomme da masticare che rubò a sedici anni, in una tabaccheria vicino casa quando il proprietario non guardava. Non quando se le gustò con un sorriso sulle labbra, scoprendo che il furto lo faceva sentire bene. Lo faceva sentire vivo.

Non incolpò i suoi genitori neanche quando a vent'anni iniziò a rubare cose più importanti, di valore; o quando per farlo, si unì a un gruppo di ragazzi più grandi di lui che aveva bisogno di qualcuno con la mano veloce e i piedi ancora di più.

Cavolo. Era questo che stava cercando!

A trentanove anni però, la manette gli sfiorarono per davvero i polsi, e lui fu costretto a scappare dalla grande città che lo aveva messo al mondo.

Scappare. Non aveva fatto altro che scappare. Marcus rubava e fuggiva, vendeva e si nascondeva. Capì che voleva iniziare una nuova vita dove la fuga non era più parte del piano.

E quando si trasferì a Crimson Hollow, sentì sulla pelle che era il posto giusto dove passare il resto della vita.

Anche ora, dentro al suo negozio di sigarette aperto da pochi mesi, guardava fuori dalla vetrina e ripensava a tutte le cose che aveva dovuto passare per poi finire lì dentro, circondato da tabacco. Tabacco e altro.

Era un piccolo locale dove ci stava giusto un bancone in legno con qualche accendino in vendita, e alle sue spalle una parete ricoperta da pacchetti di sigarette e confezioni di tabacco sciolto che riempivano l'aria di un odore persistente e pregnante di legno e spezie.

Il cliente si guardò intorno con le mani in tasca, ma non ci voleva un tipo sveglio per capire che stesse facendo finta.

«Che cosa vuoi?» chiese sospirando Marcus.

Il cliente sorrise arrogante, si avvicinò al bancone e storse appena la testa per cercare lo sguardo del proprietario che non sembrava affatto intenzionato a ricambiarlo.

«Sono qui per l'ultima marca di sigarette» sorrise.

«Le gold?» chiese Marcus.

«Le silver gold.»

Questa volta riuscì a attirare la sua attenzione.

Marcus sorrise.

Non era una conversazione qualsiasi quella. Erano le parole da usare per avere altro, una specie di codice segreto che solo chi sapeva cosa nascondeva Marcus nel retro del locale conosceva.

Ma Marcus non era uno sprovveduto, e non vendeva a tutti. Guardò dubbioso il suo cliente, corrucciò la fronte e gli sorrise ancora.

«A mano o te le faccio portare a casa?» alzò un sopracciglio.

Armi semi automatiche o automatiche.

«La stecca intera o pacchetti sfusi?»

Tre armi o una.

«Per ora un pacchetto sfuso. Sai, essendo una marca nuova devo essere certo che mi piaccia.»

Il cliente appoggiò un gomito sul bancone. Era certo che l'affare stava andando per il verso giusto.

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