35. Damon

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Il Genie è un autentico casino. È il secondo giorno che il locale è occupato da operai intenti a cambiare la moquette, a portarci i nuovi tavoli da gioco e a ricostruire il bar in ogni dettaglio.

«Questa è sopravvissuta!» esclama Xander sventolandomi davanti l'ultima bottiglia di vodka rimasta intatta durante lo scontro.

«Peccato che i bicchieri no» sospiro scuotendo la testa.

Restare in piedi in entrata a guardare il mio casinò in quelle condizioni, è avvilente.

Xander apre la bottiglia e la beve a canna.

«Non mi sono mai serviti i bicchieri.»

Mi scappa una risata. Xander mi passa la bottiglia e faccio un sorso come lui. L'alcol mi brucia la gola e lo mando giù a fatica.

Guardo l'etichetta sulla bottiglia.

«L'hai più sentita?» sussurra schiarendosi la voce.

«Perchè dovrei?»

Fingo di leggere le scritte sul retro della vodka, mentre mi nascondo dal suo sguardo e da quello che sento al solo pensiero di Stella e di quella notte.

«Per capire il motivo per cui era qua.»

Sospiro.

Già. Piacerebbe saperlo anche a me.

Scuoto la testa e alzo le spalle.

«Avrà avuto qualche soldo da spendere.»

Xander ridacchia divertito per la stronza che ho sparato. Impossibile fare diversamente.

«Hai già bevuto troppo» mi strappa la bottiglia dalle mani e si fa un altro sorso.

Lo guardo con un sorriso sulle labbra.

«Mi fa piacere che ve la stiate godendo in mezzo a tutto questo casino.»

La voce di Marcus riempie il Genie dandomi acidità di stomaco di prima mattina. Mi volto verso l'entrata del locale e mi irrigidisco di fronte alla sua postura eretta e sicura. Le mani nelle tasche dei pantaloni, lo sguardo dritto verso me e Xander, e un sorriso arrogante che sfoggia in tutta la sua sfacciataggine.

Faccio un passo verso la sua direzione ma Xander mi afferra per un braccio.

«È colpa sua» ringhio tra i denti.

«Lo so. Ma stiamo rimettendo a posto il Genie, non è il caso mandare tutto a puttane di nuovo.»

Contraggo la mascella e cerco di trattenermi per non mettergli le mani al collo mentre fa i primi passi dentro al casinò.

Lo so che è stato lui a mandarci Kaius, a dirgli come e quando colpirci. So che c'è lui dietro a tutto e Yonas continua a tenerselo accanto come se fosse il suo più fedele alleato.

Tutto perché non riesco a trovare prove.

Marcus avanza ancora di un passo ed è quando anche io faccio per raggiungerlo togliendomi di dosso la presa di Xander, che alle sue spalle compare anche Yonas con due suoi uomini appresso.

Yonas, con il suo completo grigio scuro, il cappotto nero appoggiato sulle spalle, il sigaro tra i denti e la camminata sicura, entra al Genie come non ha mai fatto dalla sua apertura.

Resto pietrificato di fronte alla sua figura, mentre Marcus allarga il sorriso consapevole di ogni pensiero che mi sta passando per la testa.

Yonas si ferma a pochi passi dall'entrata e si guarda attorno. Indossa gli occhiali da sole e mi è impossibile decifrare il suo sguardo, ma il sospirare delle spalle e lo scuotere accennato della testa, mi chiude la bocca dello stomaco.

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