Capitolo 31

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Ho la vista sfocata, mi gira la testa costantemente e ho fame, ho sete, devo andare in bagno ho bisogno di lavarmi.
Con ancora la vista soffusa mi guardo in giro e lo trovo a fissarmi, come se nulla fosse mi sorride.
"Da quanto sono qui dentro?"
" Da 4 giorni ormai, la dose di morfina che ti ho dato era un po' pesante e hai dormito per 2 giorni interi e, la sai una cosa? Ti stanno cercando tutti!"
Esclama ridendo.
"Tu sei un pazzo Jackson"
"Lo sai chi è mio padre ragazzina? Fa parte della più grande banda di clandestini, farabutti e fuorilegge di tutti gli Stati Uniti, il fatto che ti stiano cercando tutti compresi i tuoi genitori e i tuoi amici, è ancora più eccitante!"
Dice cambiando discorso.
Non so cosa fare, non lo ascolto neanche, spero solo che Brian stia facendo qualcosa, nonostante tutto non so spiegare ciò che provo, ma so che gli voglio bene e se non verrà a salvarmi gliela farò pagare cara una volta uscita da qui.
Ad un certo punto lo sguardo di Jackson si incupisce, sento dei passi e delle grida da fuori la capanna, nel bosco.
Spari e urla, poi botti e di nuovo urla.
Qualcuno è irrotto in casa.
Io però non posso muovermi, non sento le braccia e le gambe da 4 giorni, e le corde ai polsi bloccano la circolazione sanguigna.
E se fosse suo padre? Oppure qualcuno di più cattivo? Qualcuno della mafia?
"Lei dov'è?!" Sento urlare dal corridoio.
La porta si spalanca e finalmente lo vedo entrare e buttarsi su di me a braccia aperte.
"Rachel! Cazzo sono 5 giorni che ti cerco."
Sono felice di vederlo ma in questo momento mi sento svenire, non sto bene, mi serve un'ospedale subito.
Mi slega e mi prende in braccio una volta messo il telefono in tasca, usciamo e con gli occhi ancora socchiusi vedo sangue sulle pareti e dei tizi legati, tra questi anche Jackson accasciato sul pavimento.
Ha fatto tutto questo, per me?
Per venire a cercarmi?
Saliamo in macchina e subito crollo in un sonno profondo.

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