𝟯𝟬 〣 𝗦𝗢𝗡𝗢 𝗖𝗢𝗡 𝗧𝗘, 𝗡𝗢𝗡 𝗛𝗢 𝗣𝗔𝗨𝗥𝗔 𝗗𝗜 𝗡𝗨𝗟𝗟𝗔

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Lui e Taehyung erano come stati investiti da un intenso uragano.

Avevano ripreso a baciarsi con foga, con desiderio, passione ma delicatezza allo stesso tempo, avevano stretto le proprie carni nelle loro rispettive prese, tenevano i loro corpi il più vicino possibili come se potessero addirittura andargli sotto pelle e non ebbero alcun timore nel dimostrare ─ tramite gemiti di piacere ─ quanto quel contatto li facesse stare bene.

E c'era sempre questa consapevolezza intenta a riempire le loro menti, il fatto che avessero background differenti ─ e praticamente l'opposto di quello sempre visto o sentito ─ e che queste loro particolarità non facessero altro che bilanciare e rendere il tutto ancora più speciale di quanto fossero mai stati in grado di raccontare.

Taehyung si contorceva ─ come mai fatto con Einar ─ sotto i tocchi, i baci, le carezze e le provocazioni di Jeongguk, si sentiva in balia del piacere ma allo stesso tempo in grado di decidere come procedere quel loro rapporto. Qualvolta volesse intensificare il bacio o le loro strusciatine, lui agiva e Jeongguk lo seguiva.

E gli piaceva, gli piaceva tremendamente essere ascoltato e rispettato, gli piaceva procurare piacere a Jeongguk perché ciò che quest'ultimo era in grado di offrirgli era semplicemente qualcosa che nessuno gli aveva mai permesso di possedere.

La sua vita era stata in tutto e per tutto definita da altri: era accaduto con i suoi genitori, con Einar e con qualunque cosa lo circondasse. Ora invece, con Jeongguk poteva decidere, poteva scegliere, poteva esprimere una preferenza ed esternare senz'alcuna paura i suoi pensieri a riguardo.

Jeongguk stesso si rese immediatamente conto di quanto questa libertà avesse positivamente influito il minore; non gli importava di non potersi ancora insinuare tra le sue gambe, non gli importava di dover trattenere i suoi istinti e non importava nemmeno come fosse Taehyung a definire quando cominciare o terminare un bacio perché vederlo sorridere, vederlo agire con spontaneità e con piena libertà era ciò che lo rendeva veramente felice, ciò che sarebbe sempre valso più di un rapporto sessuale.

Avrebbe rinunciato a consumare qualunque rapporto con lui se avesse avuto la certezza di poterlo rendere l'uomo più felice al mondo. Avrebbe dato tutto ─ veramente tutto ─ per poterlo liberare di ogni preoccupazione e si spaventò, si spaventò davvero tanto nel realizzare quanto sottomesso fosse a quel ragazzo, quanto pendesse dalle sue labbra e fino a quanto in là si sarebbe spinto per lui.

Era terrorizzato da tutto ciò e l'aver accettato Gunungshin non gli avrebbe mai fornito la giusta forza perché in compagnia di Taehyung, ogni estremità del suo vero io finiva con lo smorzarsi, con l'acquietarsi, con il placarsi pur di non commettere di nuovo altri errori.

Si sentiva forte e debole allo stesso tempo. Forte perché sapeva di poter fare qualcosa di concreto per l'altro e debole perché temeva di non riuscire ad essere il solido pilastro di cui Taehyung necessitava.

«Jeongguk─» il richiamo ansimato di Taehyung cancellò momentaneamente ogni sua preoccupazione e rivolse l'attenzione a lui, al suo viso leggermente arrossato, ai suoi umidi occhioni verdi e soprattutto alle sue cosce nude stretta attorno alla propria vita. «Mi stai facendo impazzire..» mugugnò disperato, muovendo il bacino in cerca dell'ennesimo contatto che nient'altro fece se non frustrarlo maggiormente.

Non avevano ancora cominciato il rapporto vero e proprio, avevano solamente deciso di provocarsi a vicenda, di lasciare a contatto le loro intimità senza mai unirle come da entrambi desiderati e questo ─ per fortuna ─ fu attizzante per entrambi: il membro di Jeongguk si era fatto più grosso, rigido ed eretto esattamente come quello di Taehyung che però aveva per l'appunto piegato le gambe attirandole ai lati dei fianchi del maggiore in un chiaro invito di procedere.

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