➽ Paint My Soul | Kooktae

𝟯𝟳 〣 𝗥𝗘𝗦𝗣𝗜𝗥𝗔 𝗘𝗚𝗢, 𝗥𝗘𝗦𝗣𝗜𝗥𝗔!

L'urlo doloroso e straziante di Ego andò a scomparire all'interno di quelle fiamme roventi che lo inghiottirono, mentre quello di Alter ─ scaturito in maniera altrettanto fuori di sé e disperata ─ non smise di rimbombare nelle orecchie di tutti i presenti.

Einar stirò un sorriso parecchio divertito a riguardo, Zakhar guardò il compagno con occhi sgranati ed increduli ─ a sua volta preso in contropiede da quell'azione tanto meschina ─, Jun crollò a terra accanto al corpo ferito e sanguinante di Jeongguk e poi vi era Alter che non esitò nemmeno un secondo per scattare incontrollato verso quel corridoio attraversato da fiamme impazzite che mai avrebbero esitato ad inghiottire anche lui.

Eppure, nulla lo fermò dal lanciarsi all'interno nonostante le forti grida del gemello che non seppe realmente come non furono in grado di paralizzargli il corpo, come invece accaduto con Jun. Alter era sempre stato estremamente protettivo nei confronti di Ego, lo vedeva ferirsi, scendere costantemente in prima linee, incassare i colpi fisicamente peggiori, ma nulla sarebbe mai stato in grado di proteggerlo dal dolore mentale che ─ vedere la figura di suo gemello minore, continuamente ad un passo dalla morte ─ continuava a scaturirgli.

Alter temeva come non mai l'arrivo del giorno nel quale Ego avrebbe oltrepassato quel limite ─ volontariamente o meno ─ ma non credeva che quel momento era già arrivato, ancor più se per mano di quel pazzo svedese che non si era concesso neanche un secondo di esitazione prima di compiere quella violenza.

Fu per quello che non importò quanto dolore avrebbe provato, quanto alto avrebbe rischiato, quanto distrutto il suo corpo ne sarebbe uscito, perché il suo unico obiettivo era fiondarsi nelle fiamme, ritrovare Ego prima che divenisse troppo tardi e aiutarlo ad uscire da quel corridoio che ─ se solo non fosse stato trepidante di fumo e fiamme ─ avrebbe sconfitto in un battito di ciglia.

Ma quello non era il caso.

Sicuramente Ego era caduto a terra un paio di metri più avanti, sicuramente l'impossibilità di tenere gli occhi aperti e di respirare correttamente aveva depistato il suo orientamento ─ anche in un semplice corridoio come quello, composto da diverse porte e un'altra sezione di esso ─ e allo stesso modo, sicuramente ciò che la sua mente riusciva ad elaborare era solamente il dolore del fuoco intento a bruciare vivo sul suo corpo.

Fu per questo che Alter non ci pensò nemmeno un istante, si scagliò verso Einar attualmente piazzato di fronte al suo cammino e con dei movimenti assurdamente agili fu in grado non solo di assestargli una forte gomitata contro quella sua mascella spigolosa ma addirittura non fremette neanche un secondo all'idea di lanciarsi personalmente all'interno di quelle fiamme che precedentemente avevano inghiottito il gemello.

Era accaduto tutto in una veloce frazione di secondi, sembrava essere durato tutto per lunghi ─ quasi infiniti ─ secondi, forse minuti addirittura, ma in maniera estremamente egoista, era grato come non mai di continuare a sentire Ego gridare disperato dal dolore.

La sua voce semplicemente era la prova più tangibile del fatto che avesse ancora del tempo, che ci fosse ancora una possibilità di salvarlo, di proteggerlo come a volte aveva fallito nel fare da piccoli con loro padre.

Per sua immensa fortuna, Einar non perse tempo né ad intralciarlo ulteriormente né a rincorrerlo, anzi, fece semplicemente spallucce nella divertente ipotesi di potersi liberare di entrambi in un colpo solo, si massaggiò la mandibola leggermente dolorante, scaricò ─ come suo solito ─ il nervoso e l'imbarazzo sul corpo del proprio ex fidanzato e fu proprio per questo che una sua mano andò a stringersi attorno al minuto collo di Taehyung tramite il quale lo trascinò in piedi.

Jeongguk nel mentre ─ obbligato ad osservare impotente ─ si chiese come non avesse ancora fatto a spezzarglielo. La maniera nella quale Einar maneggiava Taehyung era semplicemente inaudibile.