Jeongguk gli aveva quindi recuperato un biglietto aereo per tornare in Corea che oltretutto non faceva nemmeno parte di alcuna compagnia nazionale bensì di una strettamente privata così che a quanto pare potesse muoversi senza nessuno problema di alcun tipo; viaggiare su un jet privato gli avrebbe garantito la giusta confort, la giusta privacy e soprattutto un ambiente tranquillo all'interno del quale cominciare a sfogare poco a poco ─ e soprattutto in maniera incosciente ─ parte di ciò che gli era passato per la mente e che non era riuscito ad esporre a parole.
Si era quindi preso giusto del tempo per apprezzare il design del jet, per domandarsi con quali soldi Jeongguk se lo fosse permesso, se aveva alle sue spalle contattato il padre o se invece era una cifra completamente abbordabile per uno come lui. Se Dohyun guadagnava così tanti soldi, allora anche Jeongguk e il resto dei dipendenti non avrebbero di certo avuto i buchi nelle tasche.
Al di là di ciò, era quindi riuscito a crearsi un proprio spazio privato, uno spazio mentale dentro il quale vi era solamente lui e attraverso tale portale aveva cercato di esternare ogni emozione.
Aveva cominciando a singhiozzare, a fissarsi la mano ingessata, a rendersi conto di come gli facesse male tutto il corpo, di come la pelle sulla sua gola fosse estremamente segnata e soprattutto a quanto ingenuo e stupido fosse stato ad acconsentire ad una cosa del genere: sia per quanto riguardava il viaggio, sia per tutto il resto.
Einar era sempre parecchio bravo ad imporsi su di lui, a manovrarlo come più gli era comodo, ma dall'altro canto questo non doveva mai affrontare alcuna resistenza. O forse la verità era che questa c'era ma nessuno dei due riusciva a vederla perché da una parte era comodo in quel modo e dall'altra non vi era una mente abbastanza stabile ed oggettiva da saperla riconoscere come tale.
Sapeva di avere molti passi avanti da fare, sapeva di aver ancora molto da imparare, ma forse era giunto il momento di prendere realmente la propria vita in mano e trasformarla in un qualcosa che lo avrebbe seriamente reso felice.
«Però..» prese a borbottare da solo. «Tu mi facevi felice..» si rivolse mentalmente all'ex fidanzato verso il quale fino a circa tre settimane fa era più devoto che mai; lo amava ─ così come in realtà faceva ancora tutt'ora ─ pregava per un loro futuro insieme ed esisteva unicamente per la sua felicità perché poi questa avrebbe comportato anche la propria. Stavano bene insieme, era piacevole passare il tempo con lui e le cose positive ben o male erano sempre ad un gradino superiore rispetto quelle negative per cui era okay, poteva continuare a vivere la sua relazione sotto quella cupola tanto fratturata quanto instabile. «Perché sei cambiato così tanto..?» chiese di nuovo mentalmente allo svedese, prendendosi qualche secondo di silenzio per rendersi conto di una cosa.
Ragionò su tale domanda ed ebbe il coraggio di darsi una risposta. Non era Einar quello ad essere cambiato, era lui. Ovvio fosse così, ovvio era lui il problema e non l'uomo tanto in gamba che era Einar.
Poi però abbassò di nuovo lo sguardo e lo puntò sui suoi polsi ─ uno fasciato e uno ingessato ─ e non fece a meno di riprendere a piangere confuso e agitato. «Perché mi hai fatto del male..?» prese quindi a singhiozzare, attirandosi le gambe al petto e poggiando la fronte sulle ginocchia come se quell'avvinghiarsi su se stesso poteva garantirgli una sorta di calore che attualmente non poteva ricevere da nessuno.
Il pianto si fece più intenso, più incontrollato, più disperato e più straziante. Cominciò a buttare fuori ogni cosa come se ci riuscisse solo tramite le lacrime, come se non ci forma più semplice per liberarsi di un peso tanto enorme, come se non fosse più capace di farlo tramite un dialogo rivolto ad una persona in grado di aiutarlo.
Si dava del debole quando frignava a venticinque anni come un bambino di due e si dava dell'incapace anche quando ─ allo stesso modo ─ non riuscisse ad organizzare un discorso o un pensiero di senso compiuto.
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➽ Paint My Soul | Kooktae
Action| Capitoli pubblicati: 47 | «Sei come tutti gli altri, una vera e propria delusione» Tornato dal padre, Taehyung cercherà di prendere una boccata d'aria dalle ultime vicende accadute che l'hanno scosso in maniera indelebile. L'incontro con Jeongguk...