Le parole pronunciate da Jeongguk ─ per forza di cose ─ non fecero altro che prenderlo in contropiede e colpirlo in faccia con quella realtà che dalla scorsa nottata passata con il corvino era riuscito a dimenticare. Sapeva di essere una mina vacante soprattutto a causa dei suoi precedenti con Einar, ma non credeva di rappresentare un tale pericolo per l'intero globo, né tanto meno aveva mai desiderato esserlo.
Al solo pensiero di vivere e creare problemi, si sentiva un vero e proprio egoista.
I due gemelli fermi di fronte a lui cominciarono a guardarlo con fare curioso e scrutatore allo stesso tempo ─ chi più dell'altro ─ e se solo Wonho e Yoora non fossero giunti al suo fianco con la scusa di fargli finire la colazione che aveva lentamente consumato tra un racconto e l'altro, probabilmente si sarebbe ritrovato ad abbassare il capo in un segno di sottomissione di fronte a persone che ─ differentemente da lui ─ avevano sicuramente molta più forza, coraggio, determinazione e autorità.
Non conosceva nulla di quei due ragazzi ma era sicuro che fossero delle persone buone per potersi permettere di restare al fianco di individui come Jeongguk e Jun, eppure ─ quel loro sembrare più giovani di lui ─ lo aveva spinto ad evitare di rivolgergli parola; ogni cosa che faceva portava alla distruzione, ogni persona che incontrava passava guai o peggio moriva e l'ultima cosa che desiderava era coinvolgere anche quei due gemelli, dopo averlo già fatto con i suoi due amici.
«Sei a posto con la colazione o devi finire ancora qualcosa?» gli domandò improvviso Jeongguk, parlandogli con quel tono pacato, gentile e premuroso che aveva utilizzato da quando avevano fatto pace; aveva dunque riposto il suoi occhi smeraldo in quelli scuri dell'uomo con il quale aveva trascorso la notte e annuì, dando conferma implicita di come fosse aposto con la colazione nonostante ovviamente non fosse riuscito a terminare ogni cosa. «Se hai mangiato, noi quattro possiamo parlare, organizzarci e decidere come agire» gli spiegò tranquillo, voltando poi lo sguardo verso i due amici ancora al suo fianco. «Jun vi riporterà a casa, mi assicurerò che Taehyung stia bene e si tenga in contatto con voi»
«Non serve» gli dovette allora sussurrare, distogliendo lo sguardo. «Anche loro sanno, gli ho parlato di ogni cosa nel mentre facevo colazione. Di Einar, di mio padre, di te, di Minjae e di tutto quello che sta succedendo»
«Taehyung─» Jeongguk lo richiamò agitato.
«Lo so che è stato sconsiderato─» ansimò con altrettanta agitazione. «Lo so, ma mi hai chiesto di essere più egoista, di spingere per la mia felicità e loro due─» si voltò verso i suoi amici. «Loro due contribuiscono a questa ed io non voglio perderli»
«Taehyung non è questione di perderli o meno, finché restano al di fuori di tutto ciò sono al sicuro, è per questo che Dohyun non ha mai voluto dirti nulla, perché sapere equivale a minaccia e né Einar né i russi esiteranno mai ad estirpare ogni minimo problema che si para di fronte al loro cammino» gli cercò di spiegare, mostrandogli in maniera trasparente tutta quella sua preoccupazione. Aveva ragione a preoccuparsi per i suoi amici, ma Minjae era stato l'esempio di come restarne all'oscuro non fosse comunque la cosa più corretta. Era giusto che sapessero e che in base alle informazioni decidessero volontariamente se esserne completamente esclusi ─ vivendo come se non gli avessi mai detto nulla ─ oppure restare al mio fianco nella consapevolezza dell'intera situazione.
«Ma forse se avessi detto qualcosa a Minjae ora non sarebbe morta!» alzare la voce, a quel punto, fu inconscio. «Se Dohyun mi avesse raccontato la verità ora lui non─» la voce si spezzò, le lacrime andarono istantanee a bussare ai suoi occhi e si frustrò per quanto debole divenisse ogni qualvolta che parlava di suo padre. «Lui non─»
A quel punto Jeongguk avanzò diretto verso di lui, lo strinse in un abbraccio e gli spinse il capo contro il petto. «Va tutto bene, ho capito ciò che stai cercando di dirmi. Lo comprendo e lo accetto» gli disse all'istante, rivolgendo un rapido sguardo ai due amici. Jeongguk sapeva come per forza di cose, lui e Taehyung mai sarebbero potuti essere costantemente d'accordo su ogni cosa, l'importante però era parlarne, capirsi ed accettare l'altro punto di vista. Lui era contrario al sapere dei due ragazzi, ma se Taehyung aveva desiderato procedere in quella maniera, allora ciò che poteva fare era restargli accanto ed evitare che quella decisione sfociasse in devastazione o ─ peggio ─ morte. «Potete restare ma vorrei che comprendeste al cento per cento le conseguenze di ciò per cui anche voi due resterete qui con noi a discutere, è okay?»
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➽ Paint My Soul | Kooktae
Action| Capitoli pubblicati: 47 | «Sei come tutti gli altri, una vera e propria delusione» Tornato dal padre, Taehyung cercherà di prendere una boccata d'aria dalle ultime vicende accadute che l'hanno scosso in maniera indelebile. L'incontro con Jeongguk...