𝟬𝟰 〣 𝗦𝗧𝗢𝗥𝗜𝗔 𝗗'𝗔𝗠𝗢𝗥𝗘 𝗘𝗧𝗘𝗥𝗡𝗢

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Sentire di nuovo la voce di Einar, per Taehyung sembrò quasi impossibile; lo aveva letteralmente evitato per circa cinque giorni con l'unico intento di prendersi una pausa da lui ed ora erano bastate quattro parole per farlo trasalire e per fargli mancare il respiro.

Aveva percepito i muscoli tendersi per poi cominciare a tremare, i suoi occhi restare persi nel vuoto e la sua mente indirizzata solamente a quel tono di voce tanto basso e ─ sotto un certo punto di vista ─ accusatorio.

«Come te la stai passando Taehyung?» gli domandò l'uomo, facendolo boccheggiare incapace di rispondere ad una domanda tanto semplice. «Sai, non è la prima volta che provo a chiamarti dall'ultima volta che ci siamo visti, perché non hai mai risposto fino ad ora?» di nuovo però, non riuscì a fornire all'ex fidanzato alcuna risposta.

Si sentì come vittima di un macigno andato a scaraventarsi sulle sue spalle e sempre più intento a schiacciarlo ogni secondo trascorso di quella chiamata che avrebbe solamente voluto chiudere il prima possibile; era sollevato ─ in un certo senso ─ per come Einar dopo averlo lasciato non avesse realmente voluto tagliare ogni contatto cercando invece di stabilire una connessione tra di loro, che fosse tra messaggi o chiamate che fino a quel momento aveva ignorato, ma dall'altra parte non riusciva a far altro che pensare a come necessitasse di ulteriore distanza così da evitare di tornare da lui al suo solo schioccare di dita.

«N-Non devi più chiamarmi-» riuscì quindi a dire, a denti stretti e con lo sguardo del dipendente di suo padre sulla sua figura. «Devi lasciarmi da solo, non voglio più avere a che fare con-»

«Quindi hai già superato ogni cosa?» lo interruppe lo svedese, con tono basso e accusatorio; a Taehyung quasi non venne un mancamento. «Ero così poco importante per te?»

Taehyung scosse appena la testa. «Se mi avessi scelto come io ho sempre fatto con te, in qualunque situazione, probabilmente ora non starei progettando la mia vita senza di te» riuscì allora a dirgli, udendo una leggera risata da parte dell'altro che lo fece trasalire appena. «Che c'è?!»

«Io ti voglio Taehyung» gli disse Einar. «Non hai nemmeno idea di quanto voglia stringere la tua carne tra le mie mani, morderla, baciarla e molto altro che ben sai» gli disse, facendogli battere il cuore sempre più veloce nell'inconsapevolezza se tale accelerazione fosse dovuta al piacere di sentirsi desiderato e voluto, oppure se derivasse dal particolare tono dall'uomo utilizzato. «Ma ho dovuto rispondere ad una chiamata attualmente più importante e credevo fossi in grado di comprendere questa mia necessità, ma mi sbagliavo»

«No-» scosse di nuovo la testa, come se l'altro potesse in qualche modo vederlo. «Tu mi hai trattato male, Einar, mi hai lasciato e mi hai fatto sentire colpevole della cosa»

«Ma tu sei il colpevole» gli disse ancora, obbligandolo a chiudere con forza gli occhi e stringere la mano libera a pugno. «Sei stato tu a non aver capito e ad essere fuggito da me. Dove sei ora, mh? Perché non sei più a casa con tua madre? Dove sei andato?»

«D-Devi lasciarmi in pace- Hai preso le tue scelte ed io ho preso le mie» cercò di dirgli con maggiore convinzione, ritrovandosi a mollare la presa dal cellulare quando le parole successivamente pronunciate da Einar gli fecero mancare letteralmente il respiro. Si pietrificò all'istante, obbligò l'uomo che l'aveva portato in università ad avanzare verso di lui per controllare come stesse e la risata divertita di Einar udibile flebilmente a causa della distanza dal cellulare a terra fu ciò che lo portò quasi alle lacrime.

Era stato Einar a lasciarlo, a voler chiudere la loro lunghissima relazione, quindi perché arrivare a dirgli quelle cose? Perché comportarsi in quella maniera? Perché metterlo all'angolo in quel modo? Perché caricarlo di responsabilità e colpe che mai sarebbero realmente state sue?

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