𝟭𝟮 〣 𝗟'𝗔𝗚𝗡𝗘𝗟𝗟𝗜𝗡𝗢 𝗘 𝗜𝗟 𝗟𝗨𝗣𝗢

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A quelle parole le gambe di Taehyung si erano fatte gelatina e la consapevolezza di trovarsi in compagnia di Einar durante questo suo ennesimo crollo, non fece altro che mandarlo maggiormente in crisi.

Aveva stretto inconsciamente la giacca dello svedese in un pugno, aggrappandovisi unicamente per non crollare a terra ma nonostante il gesto fu pressoché inutile, l'ex fidanzato non gli permise certo di sprofondare a terra di fronte a lui; lo sorresse senza il minimo sforzo, lo strinse maggiormente a sé e prese a carezzargli schiena e testa come a volerlo consolare nonostante sul suo viso un ghigno divertito si faceva sempre più ampio e appagato.

«Tutti ti lasceranno Taehyung, non credere di valere abbastanza da impedirgli di voltarti le spalle» gli prese a dire Einar, con la testa chinata in maniera da raggiungergli con le labbra l'orecchio. «Io sono qui con te, al tuo fianco e non ti lascerò mai, Jeongguk invece dov'è? Dov'è quell'uomo che nemmeno è in grado di proteggerti da una minaccia come ero io ai suoi occhi?» prese a domandargli, facendolo annaspare sempre più.

Einar stava parlando a vanvera e nonostante non sembrasse in grado di comprendere tali parole, la verità era che quel suo parlare in maniera talmente bassa e altalenante lo stavano portando in una sorta di trance nella quale continuava ad immaginarsi scenari devastanti dove Jeongguk ─ proprio come detto da Einar ─ non avrebbe esitato a voltargli le spalle al minimo ordine ricevuto dal suo capo.

E si sentì male nel comprendere tali dinamiche, sia perché non riusciva a credere di esser ricaduto per la seconda volta in dinamiche che già l'avevano ferito, sia perché non sapeva che cosa fare con suo padre: se raccontargli di Jeongguk o se discuterne prima con quest'ultimo così da capire realmente la verità e le sue future intenzioni.

«Sono il più forte di tutti, resta con me e nessuno ti farà mai del male»

Cosa stava cercando di fare Einar? Cos'erano quelle frasi tanto protettive? Cos'erano quei suoi tocchi così insolitamente leggeri e tutt'altro che aggressivi?

Un altro bacio gli venne delicatamente strappato prendendolo in contropiede, restò in silenzio come scottato dall'intera situazione, Einar lo baciò una seconda volta continuando ad osservarlo restare immobile e ringraziò con tutto se stesso l'arrivo di un gruppetto di studenti che lo fermarono dal saltare alle labbra dell'ex appena dopo aver ricevuto un terzo bacio.

Il gruppo intento a ridere e a schiamazzare lo aveva fatto agitare e distaccare velocemente dal maggiore che frustrato non si era certo preoccupato di nascondere un sospiro infastidito per poi ─ con ancora un braccio attorno alla sua vita ─ provare a trascinarlo con sé da un'altra parte maggiormente isolata. Fu realmente sul punto di accettare, di seguirlo senza alcun problema, di fidarsi di lui come se non continuasse a ferirlo e tutto questo solamente perché ─ spaventato riguardo la vera identità di Jeongguk ─ non riusciva a far altro che credere fosse meglio restare con qualcuno che in tutti i modi voleva tenerlo accanto a sé e non qualcuno come Jeongguk che aveva avuto il coraggio di sparire da un giorno all'altro nonostante necessitasse della sua presenza come non mai.

Se il corvino era realmente a sua volta parte di un'organizzazione criminale, allora era sicuro che prima o poi lo avrebbe messo in secondo piano pur di intraprendere la via per il successo come lo stesso Einar aveva fatto buttandosi alle spalle una valanga d'anni di relazione. Quindi, per qualcuno che conosceva a mala pena da un paio di mesi, come poteva credere di valere realmente qualcosa?

Jeongguk lo avrebbe scartato a priori, lo sapeva, lo sentiva, Einar lo aveva fatto e di conseguenza anche il coreano non avrebbe certo esitato a riguardo.

«Ho un'auto qui vicino, spostiamoci così evitiamo di dare spettacolo a quella banda di ragazzini» borbottò a tono basso il maggiore, schioccando un'occhiataccia verso quei giovani che ironicamente Taehyung riconobbe. Erano le due ragazze e il ragazzo che al pub gli avevano scritto i loro numeri di telefono sul block notes, li ricordava tutti e tre e a quanto pare erano parte della sua stessa università viste le divise identiche alla sua. Ironico quanto piccolo fosse il mondo. «Andiamo-» Einar lo attirò per la vita e lui dovette realmente combattere con se stesso perché la sua mente era un caos e l'attuale presenze dell'ex fidanzato al suo fianco non lo stava di certo aiutando a scegliere cosa fosse giusto fare.

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