𝟮𝟬 〣 𝗗𝗘𝗩𝗔𝗦𝗧𝗔𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘 𝗘 𝗔𝗕𝗕𝗔𝗡𝗗𝗢𝗡𝗢

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Chiusa la chiamata con Hanna, Jeongguk potette finalmente concedersi di raggiungere Taehyung in ospedale, avvisare i compagni riguardo il pagamento fatto ai russi e riferire la cosa a Misun una volta giunto nel reparto di terapia intensiva dove l'uomo stava monitorando insieme ai medici le condizioni di Jun. Si era avvicinato a loro, aveva lasciato che lo informassero riguardo i suoi ottimi miglioramenti e l'ennesima buona notizia riguardo la sua dimissione dall'ospedale nell'arco di un paio di settimane l'avevano fatto tirare l'ennesimo sospiro di sollievo.

Poco a poco stava sistemando ogni cosa e allo stesso tempo ─ man mano che lo stress scemava lontano da lui ─ poco a poco prendeva coscienza di ciò che era realmente successo a Dohyun.

Aveva perso colui che reputava il suo idolo, aveva perso un ruolo modello, un amico e addirittura un padre. Jeongguk ─ perdendo Dohyun ─ aveva letteralmente perso un pezzo di sé che sapeva mai e poi mai sarebbe stato in grado di recuperare.

Si era quindi fatto prendere dalla malinconia man mano che camminava per i corridoi ospedalieri intento a raggiungere la camera di Taehyung, si era domandato come fosse riuscito a sopravvivere per tanti anni a cose ben peggiori, si era chiesto perché fosse accaduto proprio a Dohyun anziché a se stesso e di era anche domandato chi fosse l'assassino dietro tale gesto.

Avevano alle calcagna Einar, avrebbe puntato tutto su di lui, ma i russi non scherzavano, i russi erano avanti sempre un passo rispetto loro e uccidere l'uomo poteva tranquillamente essere il preludio dello sterminio che erano intenzionati a compiere e che lui era riuscito a sventare.

Non sapeva sinceramente chi fosse il colpevole, non sapeva nemmeno se l'avrebbe mai scoperto, ma ciò di cui era certo era che avrebbe impiegato ogni singola fibra del proprio corpo per recuperare tale informazione e per farla pagare a chiunque avesse organizzato tale attacco.

Era stato un gesto infame, codardo, vigliacco perché per arrivare a sfruttare un missile balistico significava che tale individuo non era abbastanza in gamba da poterlo attaccare direttamente. Non era morto in un combattimento, a causa di una ferita d'arma bianca, una pallottola di piombo né tantomeno un volo da decine di metri. No, Dohyun era morto perché qualcuno aveva sganciato un missile contro di lui impedendogli di reagire.

Era stato uno scontro scorretto ed estremamente sbilanciato che nient'altro aveva fatto se non lasciargli l'amaro in bocca.

Si era immaginato più volte come sarebbe morto ─ e aveva fatto lo stesso con la figura di Dohyun, conscio di come sarebbe sicuramente accaduto vista la loro scelta di vita ─ eppure mai avrebbe immaginato un risvolto talmente rapido e vergognoso.

Dohyun sognava di morire nell'intento di salvare i suoi uomini, di morire con lo scopo di donare la vita a qualcun altro, con l'intento di proteggere, eppure un essere talmente insulto e ripugnante aveva deciso di fare in mille pezzi quel suo desiderio e di ridurre la sua vita in un cumulo di cenere tramite l'utilizzo di un missile balistico.

«Farò di tutto per vendicarti» si era ripromesso Jeongguk, poco prima di varcare la soglia della stanza di Taehyung. Poi, oltrepassato lo stipite, andò a scontrarsi con lo sguardo esausto del moretto. Era sveglio finalmente eppure quel suo sguardo sembrava solamente urlare di voler tornare sdraiato privo di sensi così da poter sfuggire al dolore provato. «So che è una domanda del cazzo─ Ma come stai?»

«Jeongguk─» Taehyung ansimò il suo nome con il corpo completamente tremante, con il labbro sanguinante stretto tra i denti e con gli occhi sbarrati dalla paura. «Vattene ti prego─»

«Ehi..» Jeongguk si fece vicino a lui ma fu rapido il suo cambio d'espressione non appena vide il minore rannicchiarsi il più lontano possibile da lui. «Ho risolto ogni cosa con i russi, non siamo più in pericolo»

➽ Paint My Soul | KooktaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora