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Non appena sento che il ragazzo che ha incontrato Tonia è tailandese, penso subito ad Apo, così dico «Anche io ho incontrato un tailandese ieri.» le ragazze mi guardano confuse e Marianna mi domanda «Si può sapere cos'hai fatto ieri?».

Non so cosa dire... dovrei dire la verità? non vorrei che mi trattino con i guanti di velluto, se devono dirmi una cosa... ma alla fine dico tutto quello che è successo ieri sera.

Le ragazze rimangono senza parole nel sentire quello che mi è successo, ma poi aggiungo «Non voglio avere la vostra compassione, voglio solo che mi trattiate in modo normale. Dovete trattarmi come fate sempre, no ai guanti di velluto e nemmeno alle parole a riguardo. I miei occhi sanno cos'hanno visto e se fossi rimasto, si sarebbero spinti anche oltre».

Ma le ragazze non parlano, si limitano ad annuire e darmi un abbraccio. È Desi a rompere il silenzio per prima «Questo non è per compassione e te lo dice una persona che non ama tanto il contatto fisico.» riesce a farmi ridere e stringo ancor di più la presa, tirando un sospiro di sollievo, almeno ne approfitto.

Ci prepariamo per andare a scuola, indossiamo l'uniforme e usciamo di casa. Vado per chiudere la porta e vedo una macchina parcheggiata fuori casa, Marianna si lascia scappare un verso di stupore nel vedere una Porsche che ci aspetta.

Vedo subito Apo che scende dalla macchina, mi sorride e agita la mano in aria per salutarmi. Ricambio il saluto e dico «Ragazze, lui è Apo.» loro lo guardano senza dire nulla, chissà a cosa staranno pensando...?

Ci avviciniamo ulteriormente ad Apo e lo abbraccio, sorridendo. Mentre lui mi stringe al suo corpo, mi domanda «Buongiorno. Stai meglio rispetto a ieri?» annuisco senza aggiungere altro, dopodiché mi occupo di fare le presentazioni «Apo, ti voglio presentare Marianna, mia sorella, Tonia e Desi che sono due mie amiche».

Apo porge la mano e si presenta con il suo sorriso smagliante. Marianna, guardando la macchina, subito domanda «Che modello è?» Apo risponde mentre guarda soddisfatto la sua Porsche, dicendo «È una Porsche Taycan».

Cominciano a parlare di macchine, cose che non mi competono e non mi interessano... oltre a non capirci niente. Guardo l'ora sul telefono e avviso le ragazze «Ragazze, se non ci sbrighiamo, faremo tardi».

Apo subito ci ferma nell'andare via, proponendoci «Posso accompagnarvi io.» lo guardo poco convinto e gli domando «Sei sicuro?» ma lui annuisce, sembra più che sicuro, sorride e mi dice «Alla fine ero venuto per accompagnarti. Darò un passaggio a tutti voi, salite a bordo».

Saliamo in macchina, l'odore è esattamente lo stesso di ieri sera. Salgo davanti, siccome il trio si è subito catapultato nei sedili posteriori, lasciandomi il posto in prima fila.

Partiamo e cominciamo a parlare per conoscerci meglio. Tonia lo guarda e gli domanda «Come mai sei qui?» lui la guarda per una frazione di secondo dallo specchietto retrovisore, poi risponde con sincerità «Sono qui per lavoro. Ho ricevuto un'offerta di lavoro più vantaggiosa, rispetto a quella che avevo in Tailandia».

Già so che Tonia vorrebbe tanto domandargli di Bible, ma forse è meglio di no... non sappiamo niente di niente, quindi è meglio se ci facciamo gli affari nostri, per ora.

«Voi, invece? Come mai avete scelto una scuola qui?» domanda Apo, senza distogliere lo sguardo dalla strada davanti a sé. Stavolta è Marianna a rispondergli «Abbiamo deciso questa qui perché è quella che ci ha subito colpito. Inoltre anche accettato».

Ridiamo sull'ultima puntualizzazione di Marianna. Apo ci guarda e domanda «Come vi siete conosciuti?» lo guardo e gli racconto tutto ciò «Beh io e Marianna abbiamo conosciuto Tonia alle superiori, mentre Desi l'abbiamo incontrata non appena siamo tornati».

Apo rimane sorpreso ma non dice niente, anche perché siamo anche arrivati a scuola.
Usciamo dalla macchina e salutiamo Apo, che mi guarda e, con il suo sorriso, mi dice «Buona giornata. Ci sentiamo più tardi su Kakao».

Ricambio il saluto e annuisco, per poi andare via insieme al trio.
Non appena arriviamo all'entrata di scuola, noto subito Jungkook preoccupato che parla con Bang Chan e Yun-Ho.

Ci avviciniamo al gruppo e Jungkook cerca subito di parlarmi, proprio come temevo «Andrea, perché non mi rispondi? Mi hai fatto preoccupare. Non ti ho visto nemmeno per strada. È successo qualcosa?».

Faccio il finto tonto, prendo il coraggio di non piangere davanti a tutti, lo guardo e gli dico «No, perché? Cos'è successo?» lo vedo che mi guarda nel modo più confuso che mai.

Corruccia le sopracciglia e mi dice «No. Pensavo ce l'avessi con me per qualcosa.» annuisco per poi distogliere lo sguardo dal suo, non riesco a sostenere i suoi occhi scuri... non riesco a stargli vicino per più di qualche secondo, sapendo che ieri sera, il suo corpo strusciava contro quello di un altro.

Mi si avvicina ma cerco di fare un po' di distanza, sto ricominciando a sentire il conato di vomito che comincia a salire dallo stomaco... dopo prova a darmi un abbraccio, ma io lo scosto subito, lui mi guarda intristito e sento che vuole domandarmi del perché l'ho fatto, ma ringraziando il cielo non mi domanda niente di tutto ciò.

«Vorresti venire a casa mia dopo scuola? Bam sente la tua mancanza.» mi propone mentre cerca il contatto visivo, non trovandolo. Annuisco e finalmente vengo salvato dalla campanella che suona.

Ci salutiamo e andiamo in aula, ma Jungkook mi si avvicina e cerca di darmi un bacio prima di andare in classe, ma non voglio. La mia mente non riesce a dimenticare quell'immagine così inaspettata e così disgustosa... forse sarà stato quel ragazzo a mandare quei fiori, il giorno prima della mia partenza... allora vale a dire che la cosa era già in atto.

Corro in classe e seguo la lezione, cercando con tutte le forze di non pensare a Jungkook che per poco non fa sesso con un altro ragazzo, in un bagno della discoteca. Ho visto solo il bacio, ma la mia mente non si fa scrupoli a pensare a cos'è successo dopo quello. Sento la testa girare e lo stomaco che comincia a fare brutti scherzi, così corro fuori dall'aula per andare in bagno.

Non appena apro la porta mi fiondo subito ai gabinetti, rischiando di vomitare tutto. Sento il nodo alla gola più stretto che mai e le lacrime che scendono dai miei occhi, rigandomi il viso...

Mi avvicino ai lavandini e mi rinfresco, gettandomi l'acqua corrente sul volto, ma ogni volta che chiudo gli occhi, sembra di vederli di nuovo davanti a me. Li vedo lì, che si strusciano l'uno contro l'altro e si baciano più che appassionatamente, ma forse la cosa più triste è il modo in cui l'ha baciato... sono gli stessi baci che mi dava quando facevamo sesso sotto la doccia.

Cerco di riprendermi ma sembra un'impresa ardua, non posso tenere gli occhi chiusi per troppo tempo, così mi limito a respirare il più profondamente possibile; finché non mi viene in mente l'unico modo per far sì che tutto questo migliori almeno un po': lasciare tutto fuori.

Lascio andare tutto fuori, striscio con la schiena contro le mattonelle del bagno e mi siedo, portandomi le ginocchia al petto e la testa tra le gambe. Le lacrime cominciano a uscire ancora una volta e lascio sfogare la mia tristezza.

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